Beyond Meat: con il Covid più “carne vegetale” nelle famiglie Usa


Nei primi nove mesi del 2020 le vendite al dettaglio in Usa sono salite del 115%, compensando la frenata del canale ristorazione. A causa della pandemia la società, che ha fra i suoi primi finanziatori Bill Gates, sta operando al 50% delle potenzialità.
In Borsa il titolo è salito del 10% da inizio gennaio e supera del 5% al livello di un anno fa. Anche i broker più scettici, come JP Morgan e Bernstein, indicano target price vicini alle quotazioni attuali.


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Oggi l’azione vale 140 dollari, il triplo rispetto a marzo.

Avvio d’anno brillante a Wall Street per Beyond Meat, la società californiana che produce cibo vegetariano che imita per aspetto, consistenza e sapore la carne. Dal 31 dicembre scorso a oggi l’azione Beyond Meat (letteralmente: oltre la carne) ha guadagnato in Borsa il 10% arrivando a valere 140 dollari, ovvero il triplo del minimo di 50 dollari toccato nel marzo scorso, all’inizio della pandemia da Covid.

La chiusura forzata dei ristoranti in Usa e in Europa ha duramente colpito negli ultimi nove mesi il business di Beyond Meat, ma non ha intaccato la convinzione di analisti e investitori che fra la popolazione americana la scelta di diete vegetariane registrerà una fortissima crescita nei prossimi anni.

Nella prima ondata di pandemia in Usa mancava la carne.

Anzi, alcuni analisti sono convinti che proprio la drammatica diffusione del virus potrebbe dare una spinta alle vendite di Beyond Meat. Questi analisti ricordano che nella prima ondata della pandemia i cittadini americani hanno sofferto per la scarsità di carne che si è verificata a causa della chiusura di numerosi macelli e stabilimenti di lavorazione alimentare dove si erano verificati casi di Covid.

Nonostante gli sforzi per realizzare il più rapidamente possibile una vaccinazione di massa, la terza ondata del virus potrebbe costringere i consumatori Usa a fronteggiare nuove carenze della più diffusa fonte di proteine, e questo potrebbe aprire le porte di molte case ai prodotti di Beyond Meat, in grado di soddisfare perfettamente il fabbisogno quotidiano di proteine.

Il mese scorso Cargill, primo produttore americano di carni, ha dovuto chiudere una delle sue fabbriche in Canada a causa di contagi da Covid fra i lavoratori. Lo stesso tipo di problemi riscontrano quasi quotidianamente la brasiliana JBS (primo produttore al mondo di carni) e altre aziende del settore come Smithfield Foods e Sanderson Farms. Un recente studio della Iowa State University afferma che la produzione Usa di carni di manzo e maiale resta sotto i livelli dell’anno scorso.

In questo scenario Beyond Meat ha registrato nei primi nove mesi del 2020 una fortissima crescita dei consumi fra il pubblico al dettaglio in Usa: il fatturato di questo canale di vendita è salito a 202 milioni di dollari dai 94 milioni dello stesso periodo del 2019 (+115%), una crescita che ha permesso di compensare il mancato sviluppo del canale ristorazione, bloccato a 45 milioni di dollari, lo stesso livello dei primi nove mesi dell’anno precedente.

Dal 2016 al 2019 la crescita media annua è stata del 164%.

Il Covid ha quindi pesantemente frenato lo slancio di Beyond Meat, una società che dal 2016 al 2019 ha fatto registrare una crescita media annua (Cagr) dei ricavi del 164%, da 16 a 298 milioni di dollari. Ma gli analisti sono convinti non solo che si tratti di uno stop momentaneo, ma addirittura che in questa situazione contingente molte famiglie americane, preoccupate del rischio di non trovare carne sui banchi dei supermercati, stanno riempendo i freezer di hamburger e salsicce a base di piselli, riso, olio di cocco, fagioli, amido di patate, estratto di mela, lecitina di girasole, olio di canola e altri vegetali (niente soia e niente glutine).

“Con il canale della ristorazione quasi chiuso, è come se Beyond Meat stesse combattendo una battaglia con un braccio legato dietro alla schiena”, si legge sul sito di analisi finanziarie Mootley Fool. Oggi le quotazioni di Beyond Meat sono in calo del 37% rispetto al picco dello scorso ottobre e segnano un modesto rialzo del 5% rispetto a dove erano un anno fa, prima che esplodesse la pandemia da Covid.

Il parere degli analisti.

Non mancano gli investitori che sottolineano come a questi livelli l’azione sia costosa, con una capitalizzazione (7,8 miliardi di dollari) pari a circa 20 volte i ricavi e 20 volte il book value.

La risposta di Mootley Fool è che bisogna guardare al di là della situazione contingente, che costringe l’azienda a operare solo a metà delle sue potenzialità.

Da notare che fra i primi finanziatori dell'impresa avviata da Ethan Brown, fondatore, presidente e Ceo di Beyond Meat, compare anche Bill Gates. In un report del 2019 JP Morgan sosteneva che nei prossimi 15 anni le vendite di "carne vegetale" potranno superare i 100 miliardi di dollari, e se così fosse il fatturato di Beyond Meat potrebbe arrivare a 15 miliardi di dollari.

Oggi fra le case di brokeraggio prevale una certa prudenza con poche raccomandazioni Buy, ma anche chi esprime un giudizio negativo come Bernstein o JP Morgan indica dei target price poco distanti dalle attuali quotazioni, e cioè rispettivamente 136 dollari e 122 dollari.

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