Azioni Stellantis ancora in forte calo (-4%) a Piazza Affari, a 12,93 euro dopo la diffusione dei conti 2024 avvenuta questa mattina prima dell’apertura del mercato.
Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro, “c'è una regola nei mercati: se tutti si aspettano il peggio, l'unica cosa che non puoi permetterti è fare ancora peggio. E Stellantis oggi ne sta pagando il conto. Gli investitori sapevano che il 2024 sarebbe stato un anno difficile, ma pochi si aspettavano numeri così al limite di ogni previsione".
"Il margine operativo, atteso tra il 5,5% e il 7%, si è fermato esattamente sul valore più basso. Il segnale è chiaro: la pressione sui prezzi e il rallentamento delle vendite non hanno lasciato scampo. Un altro elemento chiave è il free cash flow industriale, che doveva oscillare tra 5 e 10 miliardi, ma che invece è stato di -6 miliardi. Un numero che non è solo fuori range, ma è negativo, evidenziando una macchina che invece di generare cassa, la brucia", prosegue l'esperto.
Debach bolla la performance di Stellantis in Nord America, il cuore pulsante del business del gruppo, descrivendola come una emorragia. "Gli sconti per svuotare i piazzali hanno funzionato, ma il prezzo pagato è stato un bagno di sangue sui conti. E il mercato lo ha capito: senza nuovi modelli, il gruppo rischia di perdere terreno proprio nei segmenti più redditizi. A complicare il quadro si aggiunge l'incertezza legata ai dazi: un'ombra che potrebbe pesare ancora di più sulle prospettive del 2025".
L'Europa, invece, prosegue l’analista, "doveva essere il trampolino di rilancio, con il debutto della Smart Car e della nuova Citroen C3. Non è andata così. Le vendite sono scese dell'8%, i margini sono crollati dal 9,8% al 4,1%, mentre la quota di mercato (Eu+Efta+Uk) si è ridotta dal 16,5% del 2023 al 15,2% nel 2024. Stellantis ha dovuto abbassare i prezzi più del previsto per difendere le quote, ma vendere di più a prezzi più bassi è sempre un'arma a doppio taglio: se non riaccendi il motore della crescita, rischi di tagliarti da solo".
Anche se, conclude Debach, "il vero shock arriva dalla Cina e da Maserati, dove la situazione è disastrosa. Il fatturato cinese è crollato del 44%, con una perdita operativa del 2,9%, mentre Maserati ha dimezzato i ricavi e segnato un rosso da 260 milioni di euro a livello operativo".