La forza di questo certificate risiede nel fatto di avere tutti i sottostanti sopra il livello iniziale, con un’elevata probabilità di staccare un premio di 35 euro già alla data di valutazione del 30 gennaio, se i sottostanti non crolleranno di oltre il 40% in pochi giorni. Dopo lo stacco il prezzo del certificate, molto probabilmente, si riporterà sotto la pari.
Se dovesse andare in porto il rimborso anticipato ad aprile, l’investitore in tre mesi e mezzo porterebbe a casa 50 euro per certificate. Il calcolo si ottiene sommando ai mille euro di rimborso le due cedole da 35 euro e sottraendo 20 euro (perché il certificate oggi si acquista sopra la pari a 1020). In tutto, stiamo parlando del 4,9% in meno di tre mesi e mezzo ovvero il 16,8% annualizzato. Senza autocall, il certificate continuerà a quotare staccando i ricchi premi e la finestra del rimborso anticipato si riaprirà alla data di valutazione trimestrale successiva.
Ricordiamo che non è scontato il rimborso anticipato, il 22 aprile infatti, sarà una data importante per lo stacco di dividendi con Bpm che, secondo le stime Bloomberg dovrebbe staccare 49 centesimi (circa 10% di yield, l’ultimo previsto in un'unica soluzione) e Unicredit dovrebbe staccare 1,45 euro pari a uno yield oggi del 5,6%. Intesa staccherà dopo, il 20 maggio, l’interim dividend. Questi stacchi di dividendi faranno scendere il valore dei titoli coinvolti, per poi recuperarlo, man mano che il dividendo matura all’interno dell’azione.