Opa sotto il prezzo di Borsa: La Doria -10% che fare?


Verso l’Opa a 16,5 euro con il titolo che venerdì ha chiuso a 19,44 euro per azione. Le alternative per i piccoli azionisti non sono molte: accettare una perdita subito o sperare che non scatti lo squeeze out e partecipare al rilancio targato Andrea Bonomi. Il nostro consiglio è di non partecipare al’Opa.


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Chi rimane incastrato?

Per dirla con savoir faire, non capita tutti i giorni di trovarsi un’Opa sotto i prezzi di Borsa. In una lettura sbrigaticcia, sembrerebbe che i principali azionisti non hanno trovato altro modo per liberarsi della propria società se non svendendola.

Dall’altra parte, gli acquirenti, stiamo parlando di esperti del calibro Investindustrial con alle spalle un track record ottimo di acquisizione, rilancio e vendita di società, sono interessati si alla società ma valutano il titolo a prezzi inferiori di quelli attuali.

Chi rimane incastrato? I piccoli azionisti. Chiediamoci a questo punto cosa fare?

I fatti

In un comunicato della società si apprende che i soci di La Doria riuniti in un patto di sindacato a cui fa capo una partecipazione pari al 63% del gruppo sono in trattative con il private equity Investindustrial per cedere le loro quote a 16,5 euro per azione.

A Investindustrial è stata data un'esclusiva fino al 20 ottobre per completare la due diligence per valutare più in profondità la società che produce legumi conservati, pelati e polpa di pomodoro, succhi e bevande di frutta, controllata dalla famiglia Ferraioli.

Una volta completata l'operazione è previsto il lancio di un'Opa sulle azioni rimanenti allo stesso prezzo di 16,5 euro, valutando il 100% società 512 milioni di euro.

Alcuni dei soci venditori avranno una partecipazione nella società che Investindutrial userà per acquisire La Doria e resteranno coinvolti sia nella gestione della società. 

Venerdì il titolo La Doria ha chiuso a un prezzo di riferimento di 19,44 euro per azione, ben sopra il prezzo dell'eventuale Opa Investindustrial.

Il titolo era balzato venerdì scorso su indiscrezioni circa la possibile vendita della società, poi parzialmente confermate da una nota. Tuttavia anche il giorno precedente, giovedì, il titolo aveva chiuso a 17,66 euro per azione, sopra il prezzo delle trattative con Investindustrial a 16,5 euro. 

I piccoli azionisti: la strategia

I piccoli azionisti sono davanti a due alternative, vendere e “perdere” del valore rispetto al prezzo di mercato oppure tenere in portafoglio e diventare soci di Investindustrial sperando in un rilancio della società guidato da grandi esperti in queste operazioni. Scelta da noi consigliata.

Tenendo le azioni si potrebbe comunque incorrere nello squeeze out: in italiano spremere. E la traduzione non va troppo lontano dalla realtà. Con Investindustrial al 95%, l’azionista di minoranza deve cedere le proprie azioni al prezzo di Opa.

Con l’azionista di maggioranza tra il 90 e il 95% è l’azionista di minoranza che può chiedere a Investindustrial di rilevare la partecipazione di minoranza a meno che non venga ripristinato il flottante. A questo punto il prezzo è determinato da Consob tenendo conto dell’offerta precedente o del prezzo del mercato.

Il nostro consiglio: tenete il titolo in portafoglio anche se può arrivare giù fino al prezzo d’Opa e fidarsi in un rilancio a opera di Investindustrial.

Le alternative non sono molte, farsi spremere oggi aderendo all’Opa o sperare di dribblare lo squeeze out e puntare a un rilancio.

Gli scenari davanti a un’Opa:

Investindustrial

Fondata da Andrea Bonomi, nel 1990 con una raccolta di 11 miliardi di euro, Investindustrial, opera private equity. Tra gli investimenti più importanti della Investindustrial, si ricordano Ducati, Permasteelisa, Jacuzzi, Alston Martin, Bpm, B&B Italia, Flos. Qui la pagina dove si può guardare l’attuale portafoglio del gruppo.

Investindustrial è presente in Svizzera, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Lussemburgo e Cina con un team composto di 100 persone.

Tra i servizi che l’azienda offre, figurano l’expertise industriale, il focus operativo, piattaforme globali e capitali a lungo termine, tutto con l’obiettivo di accelerare l’espansione interna e migliorare l’efficienza operative delle sue compagnie di portfolio.

La società di investimento conta 6,5 miliardi di euro di capitale raccolto tramite i suoi fondi e sedi in Europa, USA e Asia.

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