Plug Power: analisti sempre più convinti della scommessa sull’idrogeno


La società americana leader nella tecnologia delle celle a combustibile ha avviato la nuova fabbrica in Francia insieme a Renault per realizzare furgoni e bus a idrogeno. Il management si aspetta che i ricavi balzino dagli attuali 500 milioni a 3 miliardi di dollari nel 2025. Fra i clienti Fedex, Carrefour, Amazon e Walmart.


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Motori da 30 kw da montare su furgoni e piccoli autobus.

Dopo solo nove mesi dalla firma dell’accordo, lo scorso 16 marzo la francese Renault e l’americana Plug Power hanno inaugurato a Flins, nella regione dell’Ile de France, il primo impianto della loro joint-venture HYIA che si occuperà di sviluppare la tecnologia per la mobilità a idrogeno. Il primo obiettivo è sviluppare e testare motori a celle combustibili da 30 kw da montare su furgoni e piccoli autobus.

Quella con Renault è una delle due grandi alleanze con cui il management di Plug Power pensa di raggiungere l’ambizioso obiettivo di un fatturato di 3 miliardi di dollari nel 2025, dai 500 milioni di ricavi realizzati nel 2021. L’altra gamba dello sviluppo sarà in Asia, dove Plug Power ha stretto un accordo strategico con la coreana SK Group, uno dei principali produttori al mondo di batterie per auto elettriche. Nel gennaio 2021 a suggello di quell’alleanza SK Group ha iniettato 1,5 miliardi di dollari in Plug Power, ricevendo in cambio un pacchetto di nuove azioni pari al 10% del capitale.

Il management prevede il primo utile nel 2024.

Oggi, a distanza di 15 mesi, la capitalizzazione di Borsa di Plug Power è di 15 miliardi di dollari e corrisponde perfettamente a quanto investito dai coreani, anche se l’azione, che oggi quota a 26 dollari, è scesa del 41% dal recente massimo di 44,5 dollari dello scorso 19 novembre, una caduta che ha accomunato tutto il settore dei titoli tech ad alto tasso di crescita.

Grazie all’aumento di capitale del socio coreano, Plug Power ha oggi una disponibilità finanziaria di circa 3 miliardi di dollari che permette al management di guardare con tranquillità alle tappe fissate per lo sviluppo della società, ovvero chiudere il primo esercizio in utile nel 2024, anno in cui i ricavi dovrebbero raggiungere i 2 miliardi di dollari e il margine operativo (utile operativo/fatturato) attestarsi al 3%.

Il target price medio degli analisti è 40,5 dollari (upside del 55%).

Il consensus degli analisti si aspetta che i ricavi di Plug Power salgano nel 2022 a 916 milioni di dollari (+83% sul 2021) e l’esercizio chiuda con una perdita di 280 milioni, perdita che dovrebbe dimezzarsi l’anno successivo quando i ricavi saliranno di un altro 54% a 1,4 miliardi.

Che cosa vende Plug Power e perché gli analisti sono così ottimisti? Su 26 analisti che coprono il titolo, sono ben 20 quelli che consigliano di comprare le azioni e gli altri sei hanno raccomandazione Hold (tenere in portafoglio). La media dei target price è 40,5 dollari, il che vuole dire che gli esperti si aspettano un rialzo del titolo del 55% nei prossimi 12 mesi.

Il core business sono i carrelli elevatori a idrogeno.

Il vantaggio di questa società rispetto ad altri concorrenti come la canadese Ballard o l’americana FuelCell, è che Plug Power si occupa di tutto il ciclo dell’idrogeno con una struttura verticalizzata che permette un notevole contenimento dei costi. Oggi il business principale è la produzione e la vendita di sistemi a celle combustibili per carrelli elevatori. In queste applicazioni l’idrogeno offre due elementi di convenienza rispetto alle normali batterie: la carica dura più a lungo e la ricarica è molto più veloce ed economicamente più conveniente. Nel 2022 i carrelli elevatori dovrebbero rappresentare circa 600 milioni di ricavi su un totale previsto di 916 milioni.

Fra le aziende che utilizzano mezzi di trasporto azionati dal sistema a celle combustibili di Plug Power ci sono Fedex, Carrefour, Amazon e Walmart.

L’altra parte dell’attività di Plug Power riguarda la realizzazione di infrastrutture per l’idrogeno, che vanno dagli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno “verde” (l’energia viene da fonti rinnovabili) a impianti per lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno

In un recente report Jed Dorsheimer, analista di Canaccord, afferma che il vertiginoso aumento del costo di gas e petrolio in seguito alla guerra in Ucraina e il bisogno strategico dell’Europa di porre fine alla dipendenza energetica dalla Russia spingerà i governi a nuove forme di incentivi per la generazione di energia alternativa, “incluso l’idrogeno verde”.

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