Poste Italiane, rinvio della vendita della quota del Mef

L’Opv con la quale il Ministero del Tesoro dovrebbe ridurre la sua quota nelle prossime settimane dopo la comunicazione dei risultati del terzo trimestre del gruppo.
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Rinvio per Poste Italiane
Salta la data del 21 ottobre per messa sul mercato di una parte della quota detenuta dal Ministero del Tesoro in Poste Italiane, ipotesi circolata nei giorni scorsi. La notizia è arrivata questa mattina con una nota della società nella quale si avvisava della sospensione temporanea del procedimento presso la Consob finalizzato all’approvazione del prospetto relativo all’offerta di azioni del gruppo da parte del Mef, in attesa di nuove valutazioni riguardo le modalità e i tempi dell’operazione.
La nota, pubblicata poco prima dell’apertura di Piazza Affari, ha spinto le azioni di Poste Italiane a nuovi record storici a 13,42 euro, grazie ad uno scatto del 3% nei primi minuti di scambi.
Le ipotesi per la vendita
Alcuni quotidiani ritengono che il collocamento di una quota del 14% circa detenuta dal Mef potrebbe arrivare a metà novembre, ipotesi che sarebbe sostenuta dalle 11 banche d’affari al lavoro sull’Offerta Pubblica di Vendita (Opv), le quali spingerebbero per rinviare l’operazione a dopo il 6 novembre, quando si riunirà il consiglio di amministrazione della società per approvare i risultati del terzo trimestre dell’anno.
Secondo Il Messaggero, hanno espresso intenzione a entrare nel capitale almeno alcune fondazioni bancarie: Fondazione Crc ha deliberato un investimento di 20-25 milioni, mentre Cariplo e Firenze studiano l'opzione fino a 50 milioni a testa.
L’operazione
L’Opv era stata lanciata subito dopo il 17 settembre quando il Consiglio dei Ministri aveva approvato il decreto per la vendita della quota detenuta dal Mef, che sarebbe scesa dal 29% vendendo almeno il 14%. Successivamente era stata avviata la selezione dell’advisor del Mef e la scelta del consorzio di banche per il collocamento, comunicato poi il 5 ottobre. Nei giorni successivi si è intensificata l’interlocuzione tra Poste Italiane e la Consob e sarebbe stato depositato il prospetto informativo, da approvare prima della partenza dell’Opv.
Nel frattempo era stata avviata da Poste la campagna informativa istituzionale sui vari media per lanciare la vendita tra il grande pubblico, poi fermatasi improvvisamente nonostante la crescita del titolo a Piazza Affari avvenuta nei giorni successivi, pari a circa il 7%.
Previsioni sulla trimestrale
L’appuntamento del 6 novembre, dunque, sembrerebbe fondamentale per il futuro della quota di proprietà del Mef e probabilmente la cessione è stata rinviata in previsione di buoni numeri, facendo incassare di più il Ministero.
Della stessa opinione sono gli analisti di WebSim Intermonte, i quali si attendono “trend positivi” e “in linea per il raggiungimento della guidance dell’anno”, considerando anche che “il confronto su base annua in termini di operating profit è favorevole a causa degli 89 milioni di costi one-off relativi al bonus ai dipendenti registrati nel terzo trimestre 2023”.
La sim si attende “ricavi di gruppo a 3,090 milioni, in crescita su base annua, utile operativo a 729 milioni (+35% YoY o +16% YoY escludendo il bonus one-off dello scorso anno) e utile netto adjusted (escluso il one-off bonus del terzo trimestre 2023) in crescita del 13% YoY e impattato da accantonamenti a fondo di garanzia settore assicurativo life per 18,5 milioni”.
Infine, WebSim che mantiene un giudizio ‘interessante’ sul titolo Poste Italiane con target price di 14,1 euro, prevede anche l’approvazione “di un interim dividend di 0,30 per azione”.
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