Primo Gol di Messi: il Fan Token del Psg raddoppia in Borsa e sale anche lo stipendio del campione


Calcio, cryptovalute e scommesse sempre più legati. Ora anche parte del “pacchetto di benvenuto” del sei volte pallone d’oro verrà pagato in moneta virtuale. Ma quanto si tratta di sport, di pura scommessa o di finanza? Il caso dell’Nba americana


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Il calcio diventa sempre più una scommessa anche sul fronte stipendi.

Il contratto del sei volte pallone d’oro, Lionel Messi, con il Paris St Germain prevede che parte del “pacchetto di benvenuto” verrà pagato in 'fan token' del club.

Il campione argentino di 34 anni ha lasciato con le lacrime il Barcellona (dopo due giorni a Parigi ha già dichiarato di sentirsi meglio) e firmato martedì un contratto di due anni con il Paris St Germain (Psg), di proprietà del Qatar, con un'opzione di rinnovo per un terzo anno.

Secondo i media, la parte di stipendio pagata in fan token si aggirerebbe a circa 25-30 milioni di euro ma in realtà il Psg non ha rivelato la percentuale di token presenti nel pacchetto ma solo dichiarato che si tratta di un importo "significativo".

Oggi la domanda è già un’altra, a che prezzo sono stati consegnati i fan token a Messi? Sulla notizia, infatti, la criptovaluta ha raddoppiato di valore (forse dietro la raggiunta felicità di Messi c’è anche questa ottima performance).

In pochi giorni dalla notizia i Fan Token del Psg sono passati dai 19 euro per token del 2 agosto, ad un picco di ben 42,48 euro il 9 agosto Ora passano di mano a 36,09 euro.

Forti anche gli scambi, secondo la società i volumi di trading hanno superato gli 1,2 miliardi di dollari nei giorni precedenti l'arrivo del campione.

I fan token sono un tipo di criptovaluta che, ad oggi, permette ai titolari di votare su questioni di importanza secondaria che riguardano la società. Tra i club che hanno lanciato i token quest'anno figurano il Manchester City, vincitore della Premier League, il Milan e la Juventus. Il Barcellona ne ha lanciato uno l'anno scorso.

Se poi aggiungiamo il numero di squadre sponsorizzato da criptovalute o da piattaforme che gestiscono portafogli di criptovalute, la dipendenza del calcio alla finanza virtuale è sempre più forte.

I token vengono visti dalle squadre come una fonte di nuove entrate e secondo Socios.com, che fornisce le criptovalute al Psg e ad altri importanti club, hanno generato quasi 200 milioni di dollari per le società che ne hanno fatto uso nel 2021, con il Psg che prevede già ricavi dall'affare Messi.

Come bitcoin e altre valute digitali, i fan token possono essere scambiati in borsa. Hanno anche in comune con le altre criptovalute una tendenza a forti oscillazioni dei prezzi, fenomeno che ha portato alcuni enti regolatori a mettere in guardia gli investitori dai rischi degli asset digitali.

Una nota per gli appassionati in certificate. In Italia non è possibile emettere per il retail certificate con sottostanti Cryptovalute, come avviene ad esempio in Svizzera. Forse questa norma in alcuni casi ha salvato gli investitori, anche se la scommessa in cryptovalute è più che mai aperta.

Un po’ di storia del matrimonio tra criptovalute e calcio

Come spesso accade è stata la Premier League ad aprire la strada alle criptovalute. In piena bolla Bitcoin a inizio anno, l’Arsenal ha colto la palla al balzo e adottato, come sponsor, una criptovaluta, seguito poi da altri club del campionato inglese.

La “mossa” si è sparsa a macchia d’olio sugli altri campi. Fino ad arrivare all’acquisto tutto in criptovaluta per il Rimini calcio.

Prima di Messi, un giocatore turco è stato pagato in Bitcoin, ma si trattava di mille euro, 500 in contanti, il resto in Bitcoin, il cui valore da allora si è circa dimezzato. Ma si trattava di noccioline rispetto all’ingaggio di Messi.

I Fan token di Juve e Milan

Anche la Juventus, nel 2019 ha stretto una partnership con Socios.com, piattaforma specializzata per il mondo sportivo basata su blockchain, per la creazione del suo Juventus Fan Token con l’obiettivo di coinvolgere i 340 milioni di tifosi bianconeri nel mondo.

Meno fortunati, invece, gli investitori in fan token del Milan.

Squadre acquistate in cripto

A fine agosto il Rimini ha annunciato di essere la prima squadra al mondo a essere acquistata in criptovaluta. Il 25% del club romagnolo che milita in Lega Pro è stato infatti rilevato da Heritage Sports Holdings (Hsh), società degli Emirati Arabi Uniti che pagherà la quota in criptovaluta, il Quantocoin, emesso da una società controllata con base a Gibilterra. La stessa Hsh è già nota per essere la prima società che paga i giocatori del Gibraltar United in criptovaluta, sempre in Quantocoin.

In Italia Hsh ha già una partecipazione nel Mantova Calcio, scesa al 12%, e ha tentato senza successo di entrare in altre squadre come il Pisa e la Reggiana.

Sponsorizzazioni da Premier


A rompere il ghiaccio in Premier League è stato l’Arsenal, che ha siglato un accordo con CashBet per sostenere il lancio di una criptovaluta del sito californiano di scommesse, utilizzata per pagare in modo rapido e sicuro le vincite e per permettere ai giocatori di accedere alla piattaforma di scommesse.

Ad agosto sette team del campionato inglese - tra cui nomi blasonati come Tottenham, Newcastle e Leicester City - hanno siglato una partnership con la piattaforma di trading eToro, operativa anche sulle criptovalute, che prevede anche la creazione di digital wallet sulla piattaforma che potranno essere utilizzati in futuro per acquistare giocatori in Bitcoin.

Ma è la stessa Uefa a puntare sulle criptovalute per combattere la corruzione e il riciclaggio di denaro sporco nel mondo del calcio: in occasione della finale di Supercoppa tra Real Madrid e Atletico Madrid, lo scorso agosto, ha sperimentato la vendita di biglietti mediante un'applicazione mobile basata su blockchain.

Il futuro tracciato dall'Nba americana

Come l’economia insegna, perché un bene possa avere un valore deve esistere una domanda e quel bene deve essere raro o comunque non accessibile facilmente e dunque gratuitamente.

Fino ad oggi i fan token non esprimono un vero e proprio bene. Ma l’evoluzione sperimentata dall’Nba americana lo ha già trasformato rendendolo commercializzabile.

In Nba, i video di un canestro o di un’esultanza sono diventati un bene raro, ufficiali e marchiati con un NFT – non-fungible token, gettoni non modificabili, da “possedere” per i tifosi come un’opera d’arte con un suo valore.

Nell’Nba accade così che un video di un’azione, o una partita intera, i cosidetti TopShot del basket americano vengono venduti su un sito dedicato, con prezzi che variano dai 2 dollari per un video “comune” come uno spettacolare passaggio no look di Chris Chiozza, per arrivare a un “raro” – come il canestro «corale» di Kevin Durant – da 1800 dollari. I profitti vengono quindi divisi tra la lega, la squadra e la piattaforma di vendita.

Un’azione di calcio, un gol spettacolare, potrebbe dunque diventare un oggetto unico, con i suoi diritti che nessuno altro, se non il compratore di quel token può utilizzare. Tifosi , media ecc tutti possono acquistarlo ed ecco che lo spettacolo, diventa un bene di consumo raro e con una sua domanda, dunque un valore e un prezzo.

Stessa rivoluzione che sta cambiando il mercato dell’arte.

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