Stop alla produzione, Tesla in caduta, ma subito c’è chi compra
Con il ribasso dell’8% di ieri, la discesa delle quotazioni diventa del 15% in una settimana. Cathie Wood, la fondatrice e manager dei fondi Ark (hanno realizzato la migliore performance nel 2020 fra i fondi Usa) ne approfitta per acquistare azioni per 168 milioni di dollari. Intanto la fabbrica di Fremont è a corto di componenti e Musk ferma le linee.
Ieri Tesla ha chiuso a 682 dollari, il livello più basso dal 29 dicembre
Elon Musk ha twittato oggi che la fabbrica Tesla di Fremont, in California, ha già ripreso l’attività, dopo che ieri si era diffusa la notizia di uno stop alla produzione di Model 3 a causa dalla mancanza di componenti. La fermata della linea produttiva ha fornito un motivo di accelerazione alla discesa delle azioni Tesla che giovedì 25 febbraio sono finite in ribasso dell’8% a causa delle vendite che hanno colpito ovunque i listini azionari e in particolare i titoli tech. Il Nasdaq ha perso il 3,5%.
Tesla ha terminato la seduta a 682 dollari, il livello più basso dallo scorso 29 dicembre. In una settimana il titolo ha perso il 15%. E subito c’è stato chi ne ha approfittato per incrementare la presenza di azioni Tesla in portafoglio. Cathie Wood, fondatrice e Ceo di ARK Investment Management, ha detto a Bloomberg di avere acquistato tre giorni fa azioni della Casa delle auto elettriche perché si trattava di una rara opportunità d’acquisto. “Le correzioni sono buone, ci mantengono tutti umili. I mercati rialzisti più forti si sono costruiti su muri di preoccupazione”, ha detto Cathie Wood. Il 23 febbraio Ark ha acquistato complessivamente 240mila azioni Tesla, un investimento da 168 milioni di dollari.
L’anno scorso il fondo Ark Innovation, con un patrimonio di 26,6 miliardi di dollari, ha registrato la migliore performance fra i fondi Usa censiti da Morningstar, proprio grazie alla presenza in portafoglio di azioni come Tesla ed altri titoli “growth” di società attive su internet e sui social media come Twitter e Snap.
Cathie Wood, ammirata e invidiata, ha anche tanti critici
Ammirata da molti, la Wood ha anche tanti critici. Soprattutto gestori che pensano che il suo fondo abbia un profilo troppo rischioso, per cui se le cose dovessero andare male sarebbe costretto a vendere grandi quantità di titoli molto velocemente, con effetti molto pericolosi per l’insieme dei mercati azionari. Fra loro il concorrente Peter Bortel, general partner della Bortel Investment Management, che dice: “Cathie Wood gestisce un portafoglio tech ad alto beta e ad alto rischio. Secondo me caricarsi ancora di Tesla appena sotto i suoi massimi è prematuro”. Ovviamente Bortel, che non gode del successo e della popolarità della collega, ha una visione opposta su Tesla: “Dopo averci meditato nelle ultime due settimane, ho deciso di aprire una posizione short su Tesla”, ha annunciato.
Dall’inizio dell’anno le azioni Tesla sono in calo dell’1,8%, ma negli ultimi 12 mesi hanno messo a segno una performance del 410%.
Mancano i componenti, chiuse alcune linee produttive in California
Per quanto riguarda l’attività produttiva, non si capisce bene che cosa è successo a Fremont. Nella fabbrica californiana la produzione ieri è stata momentaneamente fermata a causa di problemi nell’approvvigionamento di componenti, ma adesso, ha detto Musk, il lavoro sta riprendendo. In una mail indirizzata a tutti i dipendenti Musk ha scritto che l’azienda approfittava dell’occasione per fare lavori di manutenzione degli impianti. Nei prossimi giorni, dice la mail, riprenderà a pieno ritmo la produzione di Model 3 e di Model Y. Ad alcuni dipendenti è stato comunicato che le loro linee di produzione sarebbero state ferme dal 22 febbraio al 7 marzo.
Dan Ives, analista della casa di investimento Wedbush Securities, ha scritto ai clienti di non preoccuparsi: a suo giudizio una fermata momentanea della produzione non andrà a intaccare la capacità di Tesla di raggiungere gli obiettivi del primo trimestre e dell’intero 2021.
La fabbrica di Fremont è il più importante centro di produzione di Tesla, con una capacità di 600.000 veicoli all’anno. Dal 2019 è attiva un’altra fabbrica in Cina, a Shanghai, mentre sono in costruzione due nuovi impianti: uno ad Austin, in Texas, e uno in Europa, a Berlino.
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