Torna l'appetito sui beni rifugio ma l'oro resta fermo

12/03/2020 12:15
Torna l'appetito sui beni rifugio ma l'oro resta fermo

Le vendite sui mercati mondiali spingono gli operatori verso “porti sicuri”, ma il bene rifugio per eccellenza sembra non approfittarne

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L'andamento dei beni rifugio

La pioggia di vendite sull'azionario che stanno arrivando in questi giorni sui mercati mondiali viene soltanto in parte mitigato dalla corsa ai beni rifugio, storicamente reazione di difesa da parte degli investitori nei momenti difficili.

Se il petrolio continua la sua corsa al ribasso trascinato dal proseguire della 'guerra' tra i paesi produttori Opec+, assistiamo al calo dei tassi di interesse dei titoli di stato americano a dieci anni che restano ai bassi livelli rappresentati dallo 0,7%. Inoltre, salgono le valute rifugio come il franco svizzero e lo yen giapponese, mentre cerca una reazione il dollaro, tornando a 1,12 nei confronti dell'euro.

Infine, caso a parte il Bitcoin, visto che in passato aveva visto movimenti tipici da bene rifugio, oggi viene attaccato da forti vendite, spingendolo sotto i 7 mila dollari.

L'oro tentenna

Cosa succede al bene rifugio per eccellenza, ovvero l'oro? La materia prima gialla, invece, sembra aver deciso di non voler restare intorno a quota 1.700 toccata nei giorni scorsi, e oggi resta intorno la parità a 1.630 dollari l'oncia.

Da sottolineare, comunque, che il livello dell'oro resta ad alti livelli, confermando il rally che lo scorso febbraio lo aveva portato ai massimi di sette anni.

I forti acquisti sull'oro erano arrivati nella giornata di lunedì con il trading che aveva sfiorato un valore di 100 miliardi di dollari, il più alto volume di scambi mai registrato. Secondo gli esperti di Lbma, l'impennata era stata causata dall'esplodere della guerra dei prezzi del petrolio, dopo il fallimento del vertice Opec+ di Vienna.

A questo, proseguono gli esperti, si aggiungeva il taglio di 50 centesimi dei tassi di interesse negli Stati Uniti e l'aspettativa di ulteriori mosse delle banche centrali, così come è accaduto successivamente in Inghilterra, in attesa della Banca centrale europea.

Inoltre, la ricerca di un rifugio era arrivato anche a causa della delusione circa le aspettative di nuove misure di stimolo arrivata a causa degli annunci del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, poi cadute nel vuoto.

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