Total guida la corsa al nuovo oro delle rinnovabili. Eni segue.


Il gruppo francese ha appena investito 2,5 miliardi di dollari per acquistare il 20% dell’indiana Adani Green Energy, uno dei principali operatori al mondo nel settore delle rinnovabili. Il Ceo Pouyanne: siamo impegnati a modificare il nostro business, dal petrolio all’elettricità verde, l’obiettivo è arrivare a 35 Gw nel 2025. Eni investe nell’eolico offshore in Gran Bretagna.


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Total avrà il 50% degli asset solari del gruppo indiano.

La gara è appena iniziata ma c’è già un leader che si muove davanti a tutti e tiene a distanza gli inseguitori. Stiamo parlando della competizione che vede i grandi gruppi europei dell’energia impegnati a trasformare il loro business puntando sulle energie rinnovabili per ridurre la dipendenza dal petrolio e raggiungere l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra.

Per ora il passo più veloce su questo difficile percorso è della francese Total, che pochi giorni fa ha annunciato un maxi-investimento da 2,5 miliardi di dollari per acquistare una quota del 20% della indiana Adani Green Energy, uno dei principali operatori al mondo nel settore delle energie rinnovabili. Un rappresentante di Total siederà nel consiglio di amministrazione di Adani Green Energy e in più Total avrà il 50% degli asset solari del gruppo indiano.

Quotata in Borsa con una capitalizzazione di circa 20 miliardi di dollari, Adami Green Energy è una società operativa del gruppo Adani, una conglomerata che fa capo all’omonima famiglia attiva in India nei trasporti, nella logistica, nell’industria mineraria, nelle utility e nelle infrastrutture. Il loro quartier generale è a Ahmedabad, nello Stato del Gujarat.

Polemica sul climate change: il gruppo francese abbandona le major americane.

Con questa mossa il Ceo di Total, Patrick Pouyanne, dimostra di avere preso molto sul serio la strategia di modificare il business del gruppo dagli idrocarburi all’elettricità e alle rinnovabili. L’obiettivo dichiarato è di arrivare ad avere nel 2025 una capacità di generazione di energia rinnovabile di 35 Gigawatt (Gw), dagli attuali 9 Gw. Un obiettivo condiviso con i grandi investitori istituzionali, azionisti di Total.

“Alla luce delle dimensioni del mercato – ha detto Pouyanne - l’India è il posto giusto per mettere in atto il nostro piano di transizione energetica che si basa su due pilastri: energia rinnovabile e gas naturale”.

Coerentemente, a metà gennaio Total ha annunciato la sua uscita dall’Api (American Petroleum Institute), l’associazione dei produttori americani di petrolio e gas, dicendo di essere in disaccordo con le posizioni dell’associazione per quanto riguarda il mancato impegno per contrastare il cambiamento climatico.

Mentre in America nessuna delle major del petrolio ha annunciato cambiamenti di strategia per ridurre o azzerare le emissioni, in Europa tutti i grandi gruppi, da Bp a Royal Dutch Shell a Eni, lo hanno fatto.

L’inglese Bp, che è stata la prima a indicare nel febbraio 2050 l’obiettivo di zero emissioni nette, ha investito l’anno scorso 1,1 miliardi di dollari per acquistare 2,2 Gw di capacità produttiva in un campo eolico offshore che Bp realizzerà in partnership con Equinor, colosso norvegese delle rinnovabili. Bp vanta anche un portafoglio di 16 Gw di progetti da sviluppare nel solare attraverso la società controllata Lightsource Bp.

Eni fornirà energia eolica a 6 milioni di famiglie inglesi.

Lo scorso dicembre anche l’italiana Eni è entrata nel mercato dell’eolico offshore rilevando da Equinor e da SSE Renewables il 20% del progetto Dogger Bank (A e B). Il piano prevede l'installazione di 190 turbine a una distanza di oltre 130 km dalle coste britanniche, per una potenza complessiva di 2,4 gigawatt. A regime Dogger Bank arriverà a 3,6 gigawatt e sarà il campo offshore più grande al mondo, capace di produrre elettricità rinnovabile pari a circa il 5% della domanda del Regno Unito (potrà soddisfare la domanda di energia di circa sei milioni di famiglie inglesi).

Per Claudio Descalzi, Ceo di Eni, l’investimento in Dogger Bank “contribuirà in modo sostanziale al raggiungimento del target di 5 Gw di potenza installata da rinnovabili al 2025, tappa intermedia per il più ambizioso obiettivo relativo all'azzeramento delle emissioni nette di gas serra sia dirette sia indirette in Europa al 2050”. La costruzione del parco eolico offshore Dogger Bank (A e B) prevede un investimento complessivo di 6 miliardi di sterline e si articolerà su due fasi, la prima delle quali sarà completata entro il 2023 e la seconda entro la fine del 2024.

La transizione verso le energie rinnovabili piace agli investitori. Total, che capitalizza in Borsa 114 miliardi, vede gli analisti schierati per lo più con raccomandazioni di acquisto e la media dei target price è di 42 euro, a fronte di un prezzo di Borsa attuale di 35,7 euro.

Più prudenti gli analisti su Eni, dove la raccomandazione prevalente è Hold (Tenere in portafoglio) e il target price medio è 9,5 euro, rispetto a un prezzo attuale di 8,5 euro.

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