Amplifon, preoccupa il warning di Demant


La società danese ha ridotto le sue previsioni per il 2022, sottolineando un calo della domanda negli Stati Uniti, ma, anche se questo potrebbe impattare sull’attività di Amplifon, secondo gli analisti il gruppo italiano potrebbe essere posizionato meglio rispetto alla concorrenza.


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Amplifon ancora in difficoltà

Amplifon in netto calo nella mattina di oggi dopo l’allarme sul 2022 lanciato dai concorrenti statunitensi di Demant.

Le azioni della società italiana produttrice di apparecchi acustici cedono l’1,60% dopo oltre un’ora di contrattazioni a Milano, scendendo a 24,60 euro e tornando ai livelli di fine settimana scorsa.

Resta negativo il bilancio del 2022 per il titolo Amplifon, le cui azioni stanno scendendo del 47% rispetto alle quotazioni di gennaio, quando prezzava oltre 46 euro, tra le peggiori del principale indice milanese dopo Saipem (-78%) e Telecom (-51%).

Allarme Demant

L’attenzione si concentra sul warning di Demant rispetto al 2022, la quale ha avvisato di una domanda meno sostenuta sia sul mercato haring care che degli apparecchi acustici.

Il gruppo ha evidenziato il rallentamento del mercato privato americano dove è attivo, impattato dal quadro macroeconomico divenuto più sfidante e incerto, a fronte anche di un minor livello di fiducia dei consumatori.

I nuovi target comunicati da Demant vedono una crescita organica del fatturato per l’anno in corso tra il 2% e il 4%, mentre il range precedente era compreso tra il 4% e il 6%.

L’Ebit adjusted è visto ora a 3,150-3,450 DKK, mentre il precedente era previsto tra 3.400 e 3,800, oltre che inferiore dell’8% rispetto al consensus (3,593).

Per quanto riguarda il terzo trimestre, il fatturato anticipato ieri dalla società si ferma a 4,863 DKK rispetto ai 4,970 previsti.

L’effetto su Amplifon

L’annuncio di ieri vede quale rischio principale “l’impatto del macro sulla domanda di mercato”, spiegano da Equita Sim, i cui analisti si attendono “che continui nel quarto trimestre 2022 e nel primo semestre dell'anno prossimo”, attendendosi “una crescita organica del 3,5% nell'ultimo trimestre di quest'anno”.

Nel complesso, “Amplifon sembra essere in una situazione migliore rispetto ai produttori e questo si riflette già nei multipli”, con “il rapporto tra prezzo e utili adjusted attesi nel 2022 e 2023 di 25-23 volte, contro 23-22 di Essilux e 19-17 volte per i produttori di apparecchi, che però hanno un maggiore rischio a causa della maggiore pressione inflazionistica”.

Amplifon, comunque “ha già comunicato numeri del terzo trimestre decisamente migliori (+3,5% organico contro -5% di Demant), grazie al rimbalzo in Apac e alla performance molto più forte negli Stati Uniti (+11,8%), anche se con maggiori costi di marketing (-60 bps di margine nelle Americhe)”, aggiungono dalla sim, ribadendo la raccomandazione ‘hold’ sul titolo, con target price a 31 euro.

Impatto negativo dagli USA

“Il peggioramento dell’outlook da parte di Demant si aggiunge ai messaggi di maggior cautela già espressi la scorsa settimana da Amplifon che ha rivisto l’outlook sul 2022 (fatturato atteso a 2,15 miliardi e margine in area 25% dal precedente 25,2%)”, sottolineano da WebSim.

“Il peggioramento del mercato privato USA”, però, “potrebbe tuttavia costituire un readacross negativo aggiuntivo per Amplifon (le AMERICAS pesavano nei 9 mesi circa il 18% del fatturato e il 20% dell’EBITDA) che finora sta invece osservando trend ancora robusti nell’area (crescita organica del +11,8% nel terzo trimestre) malgrado il confronto sfavorevole con lo scorso anno, sostenuti dal buon andamento di Miracle Ear e dal potenziamento della distribuzione retail”, aggiungono dalla sim.

Inoltre, “durante la conference call sul terzo trimestre il management di Amplifon ha ribadito la fiducia nelle capacità del gruppo di performare meglio del resto del mercato”, concludono da WebSim, mantenendo la raccomandazione ‘neutrale’ sul titolo, con target price a 27 euro.

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