Anche il 2024 sarà l'anno delle banche europee? Le previsioni degli analisti

Nel 2023 i titoli degli istituti finanziari potrebbero aver sovraperformato l’azionario per il terzo anno consecutivo ma la ‘festa’ potrebbe continuare anche nell’anno che sta per iniziare.

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Un passato difficile

Le banche europee resteranno al centro dell’attenzione anche nel 2024 quando la Banca centrale europea dovrebbe avviare il suo ciclo di tagli dei tassi di interesse.

Le strette monetarie hanno spinto gli utili a livelli storici per molti istituti (Unicredit su tutte in Italia) ma in passato spesso le azioni del settore del credito erano considerate ‘trappole di valore’, ovvero titoli con multipli bassi a causa dell’insufficiente potenziale di guadagno, se non addirittura uno strumento a beta elevato che permetteva agli investitori di andare short.

Il calo dei tassi di interesse dell’‘era Mario Draghi’ aveva frenato il rendimento capitale proprio delle banche e limitato fortemente la loro capacità di remunerazione degli azionisti. “I tassi di interesse negativi o pari a zero hanno depresso il margine di interesse netto negli ultimi dieci anni, poiché le banche europee non sono riuscite a ricavare uno spread su una parte significativa dei loro depositi", spiegano da Morningstar Johann Scholtz, Niklas Klammer e Ben Slupecki nel loro ultimo rapporto Banking Landscape.

Situazione che si è tradotta in una significativa sottoperformance durata per gran parte degli ultimi 20 anni, periodo in cui le banche europee hanno reso un -0,02% annuo, rispetto al +6,6% del mercato europeo nel suo complesso.

La svolta restrittiva

Lo scenario è cambiato con il rialzo dei tassi di interesse partito nel luglio 2022 e terminata nel settembre 2023, portando il tasso sui depositi BCE dallo 0% al 4%, spingendo in alto anche i rendimenti dei Titoli di Stato.

Le scelte dell’istituto centrale hanno aiutato le banche europee a far pagare di più per la concessione di prestiti, portando i loro ricavi complessivi da 260 miliardi di euro del 2021 agli attuali 357 miliardi.

Sulla spinta di questi numeri i titoli bancari hanno battuto il mercato azionario, invertendo il trend precedente indicato, e ora sembrano essere sulla buona strada per sovraperformare l’azionario europeo per il terzo anno consecutivo, “situazione che si è verificata l’ultima volta all’inizio degli anni 2000”, ricordano da BNP Paribas, nonostante le cattive notizie di quest’anno come quelle relative al fallimento di Credit Suisse, alla crisi bancaria regionale, alle preoccupazioni sul credito e al rallentamento dell’economia.

“Le motivazioni posso essere cercate nel fatto che il comparto è scambiato attorno alle sue valutazioni minime, presenta generosi rendimenti del capitale e utili in miglioramento”, scrivevano gli analisti di BNP Paribas Exane in un rapporto di novembre.

Cambio di trend

Da inizio anno le banche europee (Stoxx 600 Banks) hanno reso oltre il 20%, sovraperformando il mercato, cresciuto di solo il 13,6% (Stoxx 600), e, dei 45 titoli finanziari inseriti nello Stoxx Europe 600 Banks, solo dodici hanno fatto meglio del benchmark di settore. I titoli migliori sono stati Unicredit, HSBC, BBVA, Santander, Intesa Sanpaolo, BNP Paribas e Credit Acricole.

Le previsioni del consensus citate di BNP Paribas Exane indicano un possibile utile netto di 223 miliardi quest’anno, in aumento rispetto ai 172 miliardi di euro dello scorso anno.

Se la migliore crescita degli utili in un contesto di tassi elevati è alla base della sovraperformance del settore, per il 2024 le attese di un miglioramento del settore derivano anche dalla prospettiva di maggiori rendimenti del capitale per gli azionisti.

Previsioni per il futuro

Andando oltre il prossimo anno, gli analisti di Morningstar stimano per i prossimi 2-5 anni un rendimento del capitale proprio generato dell’11%, rispetto all’8% prodotto negli ultimi dieci anni.

“Le banche europee non sono titoli growth”, sottolineano dalla società, secondo la quale “i guadagni di redditività aumenteranno il valore per gli azionisti e il cambiamento strutturale nei margini di interesse netti, in seguito al ritorno alla normale politica monetaria da parte della BCE, è il principale motore di questo miglioramento della redditività. Inoltre, le banche europee hanno un elevato grado di leva operativa, il che amplifica questo salto di qualità nei margini di interesse netti”.

Il 2024 dovrebbe essere un anno in cui sovraperformare di nuovo secondo gli analisti di Morningstar, a condizione che gli utili proseguano nella loro crescita: “il miglioramento della redditività rappresenterebbe il principale driver per la crescita del valore degli azionisti”.

Dietro la maggiore redditività delle banche ci sono i miglioramenti nell’efficienza operativa e l’assenza di ulteriori pressioni normative. “La digitalizzazione ha portato a una sostanziale riduzione del numero di filiali e di dipendenti delle banche europee. Il marcato aumento dei costi legati alla regolamentazione è già stato scontato dal mercato, mentre i guadagni di efficienza raggiunti saranno più visibili in futuro”, prevedono dalla società di Chicago.

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