Antitrust Ue, timori su fusione Fca e Psa

09/06/2020 05:00
Antitrust Ue, timori su fusione Fca e Psa

L’autorità di garanzia Ue avrebbe espresso dei timori in merito a un’elevata concentrazione di mercato nel settore dei furgoni di piccole dimensioni una volta completata la fusione. Fca e Psa hanno tempo fino a domani per dissipare i dubbi dell’antitrust. La Commissione conferma il 17 giugno come termine per la conclusione del riesame preliminare. Prosegue il percorso verso la quotazione di Comau.

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Dubbi sulla quota di mercato nel settore dei furgoni di piccole dimensioni

L’antitrust Ue interviene sulla fusione tra Fiat Chrysler e Psa e solleva delle «preoccupazioni» in merito alla possibilità di un’elevata concentrazione di mercato nel settore dei furgoni di piccole dimensioni, una volta completata l’integrazione tra le due case automobilistiche.

Secondo quanto riferito ieri da Reuters potrebbero essere necessarie delle concessioni per ottenere il via libera alla fusione da 50 miliardi di dollari.

Fca e Psa, impegnate nella definizione di un’operazione da cui nascerebbe la quarta più grande casa automobilistica del mondo, sarebbero a conoscenza dei timori dell’autorità di garanzia Ue dalla scorsa settimana. Le due protagoniste del deal hanno tempo fino a domani per dissipare i dubbi dell’antitrust: se rifiuteranno di offrire concessioni, l’accordo potrebbe essere sottoposto a un’ulteriore indagine di quattro mesi.

Resta fermo il termine del 17 giugno, confermato dalla Commissione europea, per la conclusione del riesame preliminare. Sia la Commissione sia le due case automobilistiche si sono rifiutate di commentare le indiscrezioni di stampa trapelate ieri.

Rischio concentrazione di mercato

Fca e Psa producono già furgoni attraverso la joint venture paritetica Sevel, il più grande stabilimento di assemblaggio di furgoni in Europa, con sede ad Atessa, in Italia.

Prima del lockdown la produzione di Sevel era pari a 1.200 unità al giorno. I dubbi della Commissione sarebbero da ricercare appunto in questa jv, che garantisce una quota congiunta di mercato nei furgoncini del 34%, quasi il doppio della produzione rispetto ai più vicini competitor Renault e Ford (con il 16% ciascuno).

Le novità su Comau

Negli ultimi giorni Fca è stata al centro dei riflettori anche per le notizie sull’imminente quotazione di Comau.

Secondo quanto riferito da Il Sole 24Ore, la valutazione della società si colloca in una forbice compresa fra i 300 milioni di euro fino a oltre un miliardo.

La quotazione dovrebbe prevedere un 70% di flottante e un 30% diviso tra Exor (14%), Gruppo Peugeot (8,5%), lo Stato francese (6%) e i cinesi di Dongfeng (4,5%).

Il primo giugno, al momento della nomina del nuovo ceo Paolo Carmassi e del nuovo presidente Alessandro Nasi, Fca aveva sottolineato la «distribuzione» della partecipazione di Comau a beneficio degli azionisti del nuovo gruppo «successivamente alla fusione tra Fca e Groupe Psa».

Schiarite sui titoli in Borsa

La notizia dei dubbi avanzati dal garante Ue non ha intaccato la seduta di ieri per Fca.

Il titolo del Lingotto ha chiuso una seduta positiva con una crescita dell’1,02% a quota 9,41 euro.

Un lieve recupero a fronte di una perdita del 29,5% dall’inizio anno a causa dell’impatto del coronavirus. Da gennaio anche il titolo Psa vede un andamento negativo, con una perdita di valore superiore al 27%. La chiusura di ieri è stata positiva con un +0,84% a quota 15,56 euro.

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