Automazione e reshoring, due megatrend destinati a durare

I temi legati ad automazione e reshoring sembrano avere un respiro globale e probabilmente continueranno per diversi anni, visto che sono stati accelerati dalla pandemia, ma sono anche sostenuti da driver economici e demografici di lungo termine.
A cura di Daniel McFetrich, Head of Global and International Equity Research, Angus Bauer, Head of Sustainable Research e Samuel Thomas, Sustainable Investment Analyst presso Schroders
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Automazione e reshoring, il fenomeno che si verifica quando un'azienda sposta la produzione più vicino a casa, sono tra i trend che hanno visto un'accelerazione con la pandemia. A porre l’accento su questi due temi è uno studio di Schroders, che sottolinea come non si tratti di fenomeni di breve periodo, ma di trend che possono offrire interessanti opportunità di investimento.
Con le recenti strozzature alla catena di approvigionamento e la carenza di manodopera, i costi logistici sono arrivati ai massimi storici, con un'espansione della domanda di beni che si scontrava con un'offerta limitata. Tutto questo ha reso necessaria una maggiore resilienza nelle catene di approvvigionamento. Secondo gli esperti di Schroders, i prossimi decenni vedranno un nuovo ciclo di spese in conto capitale, con le aziende che aumenteranno la spesa a lungo termine, specialmente nell’automazione, capace di rispondere alle preoccupazioni sia a livello di capacity che di resilienza.
Sempre più aziende investiranno in automazione
L’automazione non riguarda più solamente i settori produttivi e tecnologici, ma complice il progresso tecnologico, i tempi più brevi di ritorno sugli investimenti, il calo della popolazione in età lavorativa e la possibilità di automatizzare diversi compiti e funzioni, è arrivata a coinvolgere anche settori chiave come l’automotive e la logistica, dopo il rimbalzo della domanda post-Covid-19.
Automazione e reshoring cambiano gli equilibri geopolitici
Il primo effetto del reshoring post pandemico è la scelta di abbandonare la Cina come terra di produzione. Secondo un sondaggio UBS Evidence Lab, condotto su un campione di aziende negli Stati Uniti e nell’Asia settentrionale, il 90% delle imprese pensa di spostare la produzione dalla Cina entro due anni. Perde quota l’India dove, secondo un’analisi ISPI, hanno delocalizzato molte aziende europee.
Lasciare la Cina non significa riportare in patria subito tutte le produzioni. L’Asia resta il continente preferito dall’industria manifatturiera, in particolare Giappone, Taiwan e Corea del Sud, grazie alla presenza di materie e tecnologia e alla possibilità di stabilizzare la catena di approvvigionamento.
Quali i settori più coinvolti
Tra i settori più attivi nel reshoring, gli esperti di Schroders nominano la fornitura di attrezzature mediche, automotive, semiconduttori e aerospace. Un ruolo chiave lo ha anche il comparto dei beni capitali, fornitore chiave per questi settori.
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