Autostrade fa gola a più investitori. Macquarie conferma l’interesse

Secondo quanto riferito ieri da Reuters, la banca d’investimento australiana starebbe valutando l’ingresso nel capitale di Autostrade. Macquarie e F2i avrebbero già studiato i dati finanziari della società. Resta il nodo concessioni a cui si aggiunge la riluttanza della famiglia Benetton a una discesa di Atlantia sotto il 50% di Aspi. Intanto si preannuncia un maxi-investimento di Poste Vita nel Fondo di F2i.
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Macquarie entra nella partita con F2i
Macquarie conferma l’interesse a entrare nella partita Autostrade per l’Italia. Secondo quanto riferito ieri da Reuters, la banca d’investimento australiana starebbe valutando l’ingresso nel capitale di Aspi se Atlantia dovesse decidere di ridurre la sua partecipazione (oggi è l’88%). Un soggetto in più sulla piazza, dopo la notizia di ieri in merito all’interesse del Fondo infrastrutturale F2i.
Secondo alcune fonti a conoscenza della vicenda, sia F2i sia Macquarie hanno potuto studiare i dati finanziari di Autostrade. F2i avrebbe già sondato alcuni investitori istituzionali, mentre Macquaire sarebbe pronta a investire insieme a Cassa Depositi e Prestiti. Non solo: sarebbe aperta a dialogare anche con F2i, ha riferito una fonte a Reuters. I due fondi, però, finora si sono mossi come concorrenti.
Tempo fino al 30 giugno per le concessioni
Nessun commento dai due investitori, mentre Cdp nega la presenza di un dossier su Aspi.
Resta sullo sfondo il nodo concessioni, per cui non è ancora possibile definire una valutazione effettiva della società. Atlantia ha tempo fino al 30 giugno per far valere l'articolo 9 della convenzione, che le consente di chiedere la risoluzione della stessa con un risarcimento superiore a 20 miliardi di euro nel caso in cui non dovesse trovare un accordo con il Governo. In aggiunta, la famiglia Benetton, che controlla Atlantia, è riluttante ad acconsentire a una discesa della società al di sotto del 50% di Autostrade.
Se entro la fine di giugno non ci sarà un compromesso, Autostrade potrebbe essere costretta a valutare l’avvio di una procedura per restituire la concessione al governo in cambio di una compensazione per tutelare i suoi azionisti.
Maxi investimento di Poste nel fondo F2i
Ieri il Sole 24Ore ha riportato alcuni rumors riguardo un possibile impegno di Poste Vita nel Fondo F2i in partenza (limitato alla gestione dell’unico asset Aspi), con un investimento allo studio di 300-400 milioni di euro. Questo farebbe di Poste un investitore chiave nel dossier Atlantia.
Il fondo guidato da Renato Ravanelli ha già raccolto l’adesione di investitori istituzionali, dalle fondazioni (Cariplo) alle casse di previdenza professionali (Cassa Forense, Enpam, Inarcassa e Cassa Geometri). Inoltre F2i avrebbe anche approvato uno “snellimento” nel processo di autorizzazione del fondo, che adesso prevede soltanto l’ok del board (e non più anche dell’assemblea dei soci).
Lo scenario in cui si inserisce il dossier Aspi è ancora in fase di definizione, ma alla luce delle novità in casa F2i e dell’ingresso della controllata di Poste nella partita, si delinea già una strategia diretta verso un asset appetibile.
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