Azimut sottovalutata in borsa secondo Mediobanca

Azimut sottovalutata in borsa secondo Mediobanca

Gli analisti di Piazzetta Cuccia calcolano che il valore di mercato del titolo della società di asset management dovrebbe essere quasi il doppio di quello attuale e un recupero delle quotazioni sarebbe favorito da una chiara politica di gestione del capitale.

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Focus di Mediobanca su Azimut

Luci su Azimut dopo che gli analisti di Mediobanca Research hanno alzato il prezzo obiettivo da 35 a 40 euro sulle azioni della società attiva nell’asset management, mantenendo la raccomandazione outperform, in attesa dei conti previsti per il prossimo 30 ottobre.

Le azioni della società risultano le migliori del FTSE MIB di oggi quando mancano circa due ore alla chiusura della Borsa di Milano segnando una crescita del 4% a 33,06 euro.

Gli analisti di Piazzetta Cuccia stimano che la valutazione di uscita di Tnb, la private bank nata da uno spin-off parziale della rete Azimut e partecipata da Fsi, si collochi nell'intervallo di 2,28-2,42 miliardi di euro. "Con un utile netto previsto di 160 milioni nel 2029 e 190 milioni nel 2030, sia l'earn-out della banca che l'Exit 1 appaiono raggiungibili. Tuttavia, l'Exit 2 che richiede una valutazione di 3,39 miliardi di euro sembra improbabile" sottolineano gli esperti.

Titolo sottovalutato

Per gli analisti di Piazzetta Cuccia le azioni Azimut sono sottovalutate in Borsa, stimando una valutazione più generosa che tiene conto della liquidità netta del gruppo pari a 643 milioni di euro (primo semestre 2025) e in più di 653 milioni di posizione che detiene in Tnb.

Mediobanca stima a 4,02 miliardi di euro il valore degli asset in l'Italia (ex Tnb) e a 1,5 miliardi quello degli asset internazionali, attribuendo 0,019 miliardi alle controllate strategiche. È stato inoltre tenuto conto di un valore di 2,28 miliardi di earn-out di Tnb, indicato dalla stessa Azimut.

“Ciò si traduce in un valore azionario di 7,25 miliardi di euro rispetto all'attuale capitalizzazione di mercato di 4,45 miliardi di euro”, calcolano gli esperti, sottolineando che il valore di mercato “non riflette nemmeno il valore stand-alone dell'Italia ex Tnb e l'attuale posizione finanziaria netta”.

Secondo gli analisti di Mediobanca gli investitori stanno valutando Azimut come una holding e così applicano un forte rialzo di circa il 40%, probabilmente dovuto alla diversificazione geografica e alla complessità del business.

Cosa porterebbe al recupero

Per gli esperti di Mediobanca un recupero delle quotazioni sarebbe favorito da una chiara politica di gestione del capitale, mentre “in passato, la fiducia degli investitori è stata intaccata da politiche di restituzione del capitale incoerenti come, ad esempio, la distribuzione di dividendi pagati anche in azioni, oltre che nessuna strategia chiara sui buyback”.

Più nel dettaglio, suggeriscono un quadro strutturato di allocazione del capitale, con la distribuzione dell'80% del flusso di cassa operativo. Di questi, il 60% dovrebbe essere distribuito come dividendi in contanti e il 20% come buyback. Il restante 20% dovrebbe essere trattenuto dalla società per sostenere la propria crescita. “Inoltre, dovrebbe essere presa in considerazione l'ulteriore possibilità di distribuire gli 'earn-out' da Tnb come dividendi straordinari”, aggiungono, ritenendo che, se fosse seguito tale approccio, Azimut potrebbe offrire - escludendo i dividendi extra - un rendimento totale per gli azionisti del 7,8% nel 2026, che salirà a oltre il 10% entro il 2030.

“Le nostre ipotesi implicano circa 2 miliardi di euro di distribuzioni (44% dell'attuale capitalizzazione di mercato) nel periodo 2026-2030, che saliranno a 2,8 miliardi di euro (63% della capitalizzazione di mercato), inclusa la distribuzione degli earn-out. Se attuata in modo credibile, questa politica potrebbe ridurre significativamente il divario di valutazione”, concludono da Mediobanca.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: AZM.MI
Isin: IT0003261697
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