Azioni Fincantieri di slancio dopo nuovo contratto con la Marina Militare

Il sentiment sul settore della difesa resta positivo anche grazie alla decisione della Nato di aumentare la spesa militare che sostiene ancora i titoli del comparto.
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Azioni Fincantieri in luce
Fincantieri protagonista questa mattina a Piazza Affari, sostenuta dalla notizia del nuovo contratto con la Marina Militare e dall’aumento della spesa militare decisa dalla Nato.
Il titolo della società del principale gruppo navale d’Europa arriva a guadagnare oltre il 6% nella prima ora di scambi alla Borsa di Milano, toccando un massimo di 15,32 euro.
Con questo nuovo scatto, le azioni Fincantieri portano a +120% la loro performance di questo 2025, considerando i 6,93 euro di inizio gennaio, mentre negli ultimi 12 mesi la crescita sale addirittura al 237%.
Il contratto con la Marina Militare
Il gruppo ha ottenuto un nuovo contratto dalla Marina Militare per la costruzione di due unità Ppa-Multipurpose Combat Ship che andranno a sostituire quelle cedute alla Marina indonesiana.
L'integrazione del contratto, avviato con l'ultima ‘Legge Navale’, è gestita da Occar (Organisation Conjointe de Coopération en matière d'Armement) nell'ambito del raggruppamento temporaneo di impresa (rti), costituito tra Fincantieri, mandataria, e Leonardo, mandante.
Per Fincantieri, il valore del contratto per le due nuove unità è di circa 700 milioni di euro, includendo attività già realizzate per le precedenti unità successivamente cedute all'Indonesia.
Le due nuove navi, in configurazione ‘Light Plus’, saranno costruite da Fincantieri presso il Cantiere Integrato di Riva Trigoso e Muggiano, con consegne previste rispettivamente nel 2029 e nel 2030.
"Questo contratto conferma il valore strategico del programma, evidenziando la capacità del nostro Gruppo di rispondere con prontezza ed efficacia alle esigenze operative della Marina Militare”, sottolinea Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri.
“Le nuove unità rafforzano la filiera nazionale, garantendo continuità produttiva e stabilità occupazionale e contribuiscono a consolidare il ruolo dell'Italia come attore centrale nello scenario geopolitico globale della difesa, dove lo shipbuilding è sempre più elemento chiave di influenza e cooperazione internazionale", aggiunge il manager.
Maggiori spese militari
A sostenere il sentiment sul settore della difesa c’è anche la notizia dell’approvazione dell’aumento al 5% delle spese militari dei 32 Paesi della Nato. Il testo della dichiarazione finale prevede che gli "alleati stanzieranno almeno il 3,5% del Pil annuo, entro il 2035, per finanziare i requisiti fondamentali della difesa e per soddisfare gli obiettivi di capacità della Nato”. La decisione si traduce in un incremento della spesa per il militare esteso di circa 400 miliardi di euro per anno, in dieci anni.
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"Il nuovo impegno è in linea con le dichiarazioni precedenti, ad eccezione della data obiettivo rivista del 2035, che è successiva alla proposta originale del 2032", spiegano gli analisti del broker.
Il target del 5% è suddiviso in almeno il 3,5% per la spesa principale per la difesa e fino all'1,5% per le voci relative alla difesa, sottolineano gli esperti, e Fincantieri "fornisce prodotti e soluzioni direttamente collegati all'impegno del 3,5%" come fregate, corvette, sottomarini e siluri.
Tra le altre aziende italiane esposte al settore della difesa sono, sottolineano dal broker, Leonardo (+2%, giudizio neutral), Ala (neutral), Avio (+4,50%, buy) e Iveco (+0,80%).
Gli Stati membri hanno inoltre concordato di impegnarsi per eliminare le barriere commerciali nel settore della difesa e di fare leva sui partenariati per promuovere la cooperazione industriale nel settore.
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