Azioni Usa small e mid-cap: la strategia della de-escalation

21/05/2025 14:30
Azioni Usa small e mid-cap: la strategia della de-escalation

Dopo la ripresa post-volatilità, le small e mid-cap americane tornano sotto i riflettori grazie a valutazioni interessanti e potenziale di crescita. Tra rischi e opportunità, gli investitori trovano nei segmenti di qualità un’occasione per riequilibrare i portafogli in un contesto di maggiore stabilità.

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Oltre la tempesta commerciale

Le azioni statunitensi a bassa e media capitalizzazione si trovano in una fase di rinnovato interesse da parte degli investitori, dopo mesi di volatilità legata alle tensioni commerciali internazionali. La crisi dei dazi, con episodi drammatici come la svendita del cosiddetto Liberation Day, seguita da rimbalzi improvvisi e riduzioni selettive delle misure contro la Cina, ha fatto oscillare il sentiment tra timori di stagflazione e sprazzi di ottimismo.

Secondo Francesco Lomartire di State Street Global Advisors, se la fase di de-escalation dovesse proseguire, accompagnata da eventuali tagli fiscali, le small e mid cap Usa potrebbero emergere come uno dei segmenti azionari più favoriti. Questi titoli, tradizionalmente meno esposti ai mercati esteri, hanno comunque subito forti pressioni a causa delle preoccupazioni legate alla politica commerciale statunitense, ma oggi mostrano segnali di rinnovata forza.

Potenziale di recupero

La volatilità del recente passato ha colpito duramente le small e mid cap, in particolare i titoli più ciclici e sensibili ai tassi d’interesse. Tuttavia, con il raffreddamento delle tensioni e l’instaurarsi di un clima più favorevole per gli scambi commerciali, indici come il Russell 2000, S&P MidCap 400 e Msci Usa Small Cap Value Weighted hanno recuperato terreno, superando i livelli di inizio secondo trimestre.

Come evidenziato da State Street Global Advisors, l’attuale contesto di negoziazioni più ordinate e l’eventualità di stimoli fiscali rendono il segmento small e mid cap particolarmente interessante per chi cerca esposizioni a maggiore rischio/rendimento. Le condizioni favorevoli, come un'inflazione in rallentamento e un potenziale allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve, rafforzano ulteriormente questo scenario.

Atterraggio morbido sempre più probabile

Dopo una contrazione dello 0,3% del PIL nel primo trimestre, gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime di crescita degli Stati Uniti per il 2025 e il 2026. Tuttavia, come sottolinea Lomartire nel brief settimanale di State Street Global Advisors, i nuovi livelli, 1,4% per il 2025 e 1,5% per il 2026, rappresentano comunque una crescita solida, compatibile con un’ipotesi di “atterraggio morbido”.

Un segnale incoraggiante arriva dal fronte inflazionistico: ad aprile, l’indice CPI e il core CPI sono cresciuti solo dello 0,2% mese su mese, sotto le attese. Ciò apre la porta a potenziali tagli dei tassi da parte della Fed, riducendo il rischio per i segmenti più vulnerabili, come le small e mid cap. Inoltre, la solidità del mercato del lavoro, con una disoccupazione al 4,2%, rappresenta un punto di forza cruciale, soprattutto per le aziende più concentrate sul mercato interno, da cui queste società generano tra il 77% e l’84% dei ricavi.

Ciclicità e prospettive in miglioramento

Dopo un primo quadrimestre segnato dalla cautela, gli investitori stanno tornando a guardare con interesse alle esposizioni cicliche. Le small e mid cap, per loro natura pro-cicliche, mostrano caratteristiche settoriali diverse a seconda dell’indice considerato:

  • S&P MidCap 400: con una composizione settoriale più tradizionale, vede gli Industriali in prima linea. In un contesto di reshoring e investimenti domestici, risulta particolarmente interessante per chi cerca titoli di qualità.
  • Russell 2000: sovrappesato in Biotech e Software, include aziende nelle fasi iniziali di sviluppo, con un profilo di rischio/rendimento elevato ma anche maggiore volatilità.
  • Msci Usa Small Cap Value Weighted: fortemente esposto ai Finanziari, beneficia di una domanda interna resiliente e di tassi d’interesse stabili.

Valutazioni interessanti aprono margini di rialzo

Le azioni hanno in gran parte recuperato le perdite accumulate dopo il Liberation Day. Da qui in avanti, secondo State Street Global Advisors, le small e mid-cap, attualmente scambiate a multipli più convenienti, potrebbero beneficiare in misura maggiore, a condizione che l’incertezza continui a diminuire.

Tuttavia, si legge nel report, ci sono delle criticità da considerare. La quota di aziende con utili negativi nell’indice Russell 2000 si avvicina al 30%, principalmente a causa dell’alta concentrazione di società biotech e software che non hanno ancora raggiunto la redditività. Questa caratteristica, unita alla struttura non vincolata dell’indice, ne fa un’esposizione con profilo ad alto rischio ma anche alto potenziale.

Tuttavia, secondo State Street Global Advisors, selezionando solo le aziende con utili positivi, il Russell 2000 presenta rapporti prezzo/utili (P/E) attraenti sia rispetto alle large cap sia rispetto alla propria media storica.

L’indice S&P MidCap 400, d’altro canto, per State Street Global Advisors, può risultare più interessante per gli investitori orientati alla qualità: include esclusivamente aziende con una consolidata redditività, pur mantenendo valutazioni accessibili. Questo rende l’indice una scelta privilegiata in un contesto in cui si cercano opportunità solide ma a buon prezzo.

Infine, conclude State Street Global Advisors, l’indice Msci Usa Small Cap Value Weighted evidenzia una netta inclinazione verso i titoli value, e si distingue anche per un sottopeso marcato nel settore tecnologico rispetto all’S&P 500.

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