Banca Ifis: nel 2021 lo stock di Npe salirà a 385 miliardi


Il prossimo anno il tasso di deterioramento passerà al 2,8% dall’1,3% del 2020.  «Si sta preparando una nuova ondata di crediti deteriorati», ha detto il ceo di Banca Ifis Colombini. Lo stock complessivo di Npe da gestire in Italia è previsto in crescita già nel 2020 (+5%).


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Nel 2021 aumenterà il tasso di crediti deteriorati negli istituti italiani

Nel 2021 aumenterà il tasso di crediti deteriorati in pancia alle banche, passando da un tasso di deterioramento dell’1,3% del 2020 al 2,8%. Allo stesso tempo l’Npe Ratio (il tasso di esposizione degli istituti agli Npl) passerà al 6,2% nel 2020 (in miglioramento grazie alle dismissioni di una serie di portafogli) e al 7,3% l’anno prossimo, quando il segmento imprese inciderà più del comparto famiglie.

È quanto rileva l’Npl Watch di Banca Ifis presentato oggi nel corso dell’Npl Meeting 2020 a Cernobbio. Il dato positivo, però, riguarda il confronto con le precedenti crisi finanziarie: il tasso nel 2021 resterà di gran lunga inferiore rispetto a quello del 4,5% raggiunto nel 2013.

«Si sta preparando una nuova ondata di crediti deteriorati - ha detto il ceo di Banca Ifis Luciano Colombini - questa onda per ora ha la diga delle moratorie e quindi non si è ancora riversata ma crediamo lo farà il prossimo anno e porterà a un raddoppio del default rate nel 2021. Riteniamo tuttavia che, anche al punto più alto, il tasso di deterioramento rimarrà ben al di sotto del livello registrato nella precedente crisi finanziaria e questo grazie anche agli interventi tempestivi che vi sono stati sia da parte delle banche centrali con immediate iniezioni di liquidità che da parte degli stati con i finanziamenti garantiti. Inoltre anche le banche questa volta erano più preparate rispetto alla grande crisi finanziaria ed è migliorata la qualità del credito e la capacità di recupero».

L’istituto attivo nel settore della finanza alle imprese e nell'acquisto e gestione di crediti deteriorati, alle 12 arretra dell’1,16% a 8,11 euro. Nel corso del meeting, l’ad Colombini, ha dichiarato che la società sta lavorando ad alcuni accordi: «Siamo su alcuni deal e contiamo di portare a casa ancora 2 miliardi di portafoglio Npl», ha detto.

Npl, un mercato “dinamico”

Con operazioni per 34 miliardi previste sia per il 2020 sia per il 2021, il mercato delle transazioni Npl si conferma dinamico. Secondo il report, nel 2020 i portafogli unsecured saranno la tipologia con la maggior incidenza sul transato (31% del totale), mantenendo prezzi stabili rispetto agli anni precedenti. Si prospettano operazioni per 34 miliardi nel biennio 2020/2021 e il mercato secondario contribuirà con un’incidenza del 29% sulle transazioni quest’anno e del 30% l’anno prossimo.

Nel biennio si consoliderà anche il mercato delle transazioni unlikely to pay (Utp) con 27 miliardi di euro di dismissioni attese.

Dal 2016 le Garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs) hanno contribuito al mercato delle transazioni Npl, in particolare sui portafogli Secured, con 31 operazioni (6 attese nel 2020) per oltre 77 miliardi di Gross Book Value (Gbv).

Npe Ratio in crescita del 5% già nel 2020

Lo stock complessivo di Npe da gestire in Italia è previsto in crescita già nel 2020 (+5% anno su anno), con la previsione di un forte aumento nel 2021 che potrebbe portare a un ammontare totale di 385 miliardi di euro e un probabile ulteriore incremento nel 2022.

Il 44% dello stock 2020 di Npe in Italia (338 mld) è gestito da sei servicer: oltre a Banca Ifis (con il 7% del mercato), DoValue (13%), Amco (9%), Prelios (7%) Cerved (7%) e Credito Fondiario (3%).

Secondo il report, dal 2013 al 2019 il settore del servicing ha conseguito tassi medi di crescita annua a doppia cifra in termini di ricavi (+21%), masse gestite (+24%) e investimenti (+15%) mentre l’ebitda è aumentato dell’8%.

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