Banche centrali sul palcoscenico: le previsioni degli analisti su Fed, BCE e BoE


Oggi è attesa la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse, seguita domani dall’istituto centrale europeo e da quello britannico nella giornata di domani, con le strette monetarie che potrebbero proseguire.


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Focus su banche centrali

Entra nel vivo la ‘settimana delle banche centrali”, con la Federal Reserve ad aprire ‘le danze’ stasera (ore 20), seguita dalla Banca centrale europea e dalla Bank of England, entrambe in agenda per domani.

Gli analisti si interrogano su quali saranno le scelte dei diversi istituti centrali ma su una cosa sembrano tutti d’accordo: i tassi di interesse sono destinati a salire su entrambe le sponde dell’Atlantico.

“Questa settimana sarà decisiva sui mercati finanziari, con i mercati che scommettono su un percorso meno al rialzo dei vari istituti, sarà cruciale appurare i toni che, soprattutto Powell e la Lagarde, utilizzeranno per frenare o meno un effetto ricchezza che divampa tra gli investitori”, spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro.

La Fed rallenta?

L’istituto centrale guidato da Jerome Powell aveva iniziato per primo ad alzare i tassi di interesse ad un ritmo di 75 punti, per poi rallentare con un rialzo da 50 pb.

Stasera la Fed potrebbe ridurre ancora il suo ritmo di aumenti aggiungendo 25 punti e portandoli così in un range compreso tra 4,50% e 4,75%.

Secondo gli analisti di Le Francais AM, nel corso della sua conferenza stampa Powell “dovrebbe ribadire l’impegno a ripristinare la stabilità dei prezzi nonostante la decelerazione del ritmo di aumento dei tassi e a mantenere i tassi alti alti finché ‘il lavoro non sarà finito’ e cioè finché l’inflazione non sarà tornata all'obiettivo del 2%’.

Sarà infatti la conferenza stampa “a generare volatilità sui mercati”, prevede Debach, mentre Powell “potrebbe segnalare una discussione in fase avanzata sul momento in cui arrestare il rialzo tassi, prima di una lunga pausa”, secondo Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte.

D’accordo con queste previsioni è Gargi Chaudhuri, responsabile della strategia di investimento di iShares per le Americhe presso BlackRock Inc.

“La Fed terrà una conferenza stampa da falco”, con “il presidente Powell che respingerà il numero di tagli prezzati dal mercato prima della fine di questo anno. Il mercato del lavoro ristretto sta dando loro l’opportunità di farlo”.

I prossimi passi

“Il 5/5,25% potrebbe essere un approdo soddisfacente in termini di Fed Funds, che di fatto pareggerebbe l’attuale livello dell’inflazione core oltre che della dinamica salariale, collocandosi in territorio leggermente restrittivo”, aggiunge Cesarano.

A questo punto, da Forbes ritengono che “le domande chiave si concentrano su come si svolgeranno le decisioni sui tassi in primavera”, secondo un articolo a firma di Simon Moore.

“I mercati si aspettano piccoli aumenti a febbraio e marzo”, ma “al contrario, la Fed ha segnalato che potrebbe essere necessario almeno un terzo rialzo, portando gli aumenti dei tassi alla riunione di maggio e forse oltre. Sarà interessante osservare se la Fed manterrà la linea sulla segnalazione di aumenti dei tassi in primavera”, prosegue Moore.

La BCE tra falchi e colombe

Molto lavoro da fare attende anche la Banca centrale europea, impegnata a riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo del 2%.Al contrario della Fed, all’interno del board BCE esiste un certo contrasto tra chi avrebbe voluto mantenere la velocità alta nel proseguimento del rialzo dei tassi da 75 punti alla volta, rispetto a chi sostiene la necessità di una decelerazione da 50 punti.

“La Lagarde è chiamata a fare la sintesi tra falchi e colombe all’interno del board. L’inflazione spagnola, che fino ad oggi era risultata tra le più moderate ed in trend di rientro all’interno dell’area, a gennaio ha invece dato indicazioni opposte soprattutto nella parte core, il che rappresenta un argomento a favore dei falchi”, sottolinea Cesarano.

Gli ultimi dati sull’inflazione nell’eurozona hanno mostrato la discesa del livello dei prezzi sotto il livello del 10%, ma il 9,2% recentemente raggiunto non permette ‘sonni tranquilli’, soprattutto alla luce del PIL del quarto trimestre risultato migliore delle attese (+0,1% trimestrale e +1,9% annuale).

Rialzo da 50 punti?

Molti analisti propendono per un rialzo da 50 punti sia domani che a marzo, dando una chiara indicazione che si continuerà su questa strada per buona parte del 2023, “mantenendo la rotta”, secondo le parole di Christine Lagarde nella conferenza stampa post riunione di dicembre.

“Verosimilmente la Bce alzerà questa settimana il tasso sui depositi (divenuto il riferimento di fatto per l’istituto) di 50 pb per portarlo così al 2,5%, mantenendo aperta la possibilità di un analogo rialzo a marzo, per poi decelerare a maggio”, prevede Cesarano, secondo il quale “l’obiettivo, come per la Fed, è di portare tale tasso in territorio leggermente restrittivo ossia poco al di sopra del 3%. Se si tratterà del 3,25% o del 3,50% dipenderà dall’evoluzione dell’inflazione a sua volta molto dipendente dalla dinamica delle commodity e della componente servizi”.

La BCE dei prossimi meeting dovrebbe essere “più hawkish rispetto alla Federal Reserve” secondo Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, con “la comunicazione della Fed concentrata sul fatto che le pressioni inflazionistiche sono ancora elevate ma esiste un ritardo di effetto delle politiche monetarie sull’economia reale”.

La previsione di IG Italia vede un nuovo aumento dei tassi di riferimento “di 50 punti base portando il tasso sui depositi al 2,50% e quello di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale al 3%”.

BoE ancora hawkish

Domani è il giorno anche della Banca d’Inghilterra, alle prese con la lotta all’inflazione al pari degli altri due istituti centrali.

Il livello dei prezzi ha toccato un 10,5%, con il dato ‘core’ al 6,3%, scesa di poco rispetto agli ultimi dati, ma ancora nettamente sopra i livelli di guardia.

Le previsioni indicano nuovi rialzi, probabilmente di altri 50 punti base a febbraio, anche se c’è un dibattito acceso all’interno del consiglio tra chi vuole proseguire e chi invece propende per una pausa.

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