Banche europee verso il 2026, stabilità dei rating e nuova fase del risiko anche in Italia

18/12/2025 14:00
Banche europee verso il 2026, stabilità dei rating e nuova fase del risiko anche in Italia

Il sistema bancario europeo si avvicina al 2026 con fondamentali solidi, un quadro dei rischi sotto controllo e un processo di trasformazione che passa da consolidamento, disciplina dei costi e maggiore selettività del credito. In un contesto globale segnato da incertezza geopolitica, tensioni commerciali e cambiamenti tecnologici, l’Europa mostra una resilienza diffusa, mentre l’Italia emerge come uno dei mercati in cui l’evoluzione del settore è più evidente, tra operazioni straordinarie, qualità degli attivi e sostegno delle politiche europee.

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Stabilità dei sistemi bancari europei nel quadro globale

Il sistema bancario europeo si inserisce in uno scenario globale caratterizzato da ampia stabilità dei rating, nonostante un livello di incertezza che resta elevato. L’85% delle banche monitorate da S&P Global Ratings presenta un outlook stabile e l’89% delle Banking Industry Country Risk Assessments mostra trend stabili sia sul rischio economico sia su quello di settore. Questo dato riflette una base di partenza robusta per il 2026, anche se S&P Global Ratings sottolinea come le banche operino in un ambiente potenzialmente volatile, esposto a decisioni politiche e shock esterni.

All’interno dell’Europa, la valutazione del rischio resta in gran parte favorevole. I principali sistemi bancari dell’area continuano a beneficiare di quadri istituzionali solidi, mercati dei capitali profondi e accesso stabile alla liquidità. Secondo l’agenzia di rating, il miglioramento osservato in alcuni Paesi negli ultimi anni, anche attraverso l’aggiornamento delle BICRA, è il risultato di politiche macroeconomiche più credibili, rafforzamento della vigilanza e progressi nella gestione dei crediti deteriorati.

S&P Global Ratings segnala però che i rischi restano orientati al ribasso. In Europa, come altrove, un’eventuale escalation geopolitica, un impatto dei dazi più forte del previsto o un indebolimento del contesto regolamentare potrebbero modificare rapidamente lo scenario. A questi fattori si aggiungono i rischi strutturali legati a digitalizzazione, cyber security, intelligenza artificiale e cambiamento climatico, che nel tempo potrebbero accentuare la differenziazione tra sistemi bancari più o meno preparati.

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In Europa crescita moderata, tassi stabili e qualità degli attivi sotto controllo

L’Unione Europea dovrebbe registrare una crescita del Pil dell’1,1% nel 2026, con un’accelerazione al +1,4% nel 2027, sostenuta da politiche fiscali, tassi più bassi e bilanci del settore privato ancora solidi. Questo è quadro delineato da S&P Global Ratings, che dovrebbe contribuire a mantenere condizioni operative favorevoli per le banche, pur in presenza di una domanda di credito che resta inferiore alle medie storiche.

L’agenzia di rating evidenzia che il tasso sui depositi della Bce ha raggiunto il minimo al 2% e non sono attesi ulteriori tagli, mentre nel Regno Unito la Bank of England dovrebbe riprendere il ciclo di riduzione dei tassi nel corso del 2026. In questo contesto, la pressione sul margine di interesse dovrebbe attenuarsi progressivamente, anche se il contributo dei tassi alla redditività non sarà più quello osservato negli anni precedenti.

Per il settore bancario europeo, S&P Global Ratings si attende che la qualità degli attivi resti resiliente. La graduale ripresa economica e il calo dei costi di finanziamento dovrebbero mantenere i crediti deteriorati su livelli contenuti, mentre le nuove rettifiche su crediti sono destinate a stabilizzarsi dopo la normalizzazione osservata nel 2025. L’agenzia sottolinea che capitale e liquidità rimangono ampi, con buffer elevati e profili di funding solidi, elementi che rafforzano la capacità delle banche di assorbire eventuali shock.

Sul fronte della redditività, il quadro resta positivo. S&P Global Ratings indica che gli istituti europei dovrebbero continuare a beneficiare di contenimento dei costi operativi, maggiore diversificazione dei ricavi e contributo crescente delle commissioni, fattori che compensano il graduale ridimensionamento dei margini da interesse.

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In Italia il consolidamento al centro della strategia del settore

Il sistema bancario italiano rappresenta uno dei casi più rilevanti all’interno del panorama europeo. Secondo S&P Global Ratings, il settore è entrato in una fase in cui l’attenzione è rivolta soprattutto all’esecuzione delle operazioni di M&A concluse nel 2025, che hanno già modificato in modo significativo la struttura del mercato. Questa dinamica potrebbe proseguire anche nel 2026, con un ulteriore rafforzamento del peso dei grandi gruppi e una riduzione della frammentazione.

L’agenzia prevede per l’Italia una crescita del Pil dello 0,8% sia nel 2026 sia nel 2027. Il sostegno principale arriva dagli investimenti pubblici finanziati a livello europeo, che si affiancano a un mercato del lavoro ancora solido e a una buona tenuta delle imprese. Questo contesto dovrebbe supportare la resilienza della solvibilità del settore privato, pur in presenza di rischi legati ai dazi statunitensi e all’incertezza sul commercio globale.

S&P Global Ratings sottolinea che la redditività delle banche italiane dovrebbe restare sopra il costo del capitale, grazie a modelli di business più efficienti, sinergie di costo derivanti dalle operazioni straordinarie e una maggiore diversificazione delle fonti di ricavo. L’agenzia evidenzia come questi elementi siano fondamentali per compensare l’ulteriore calo del margine di interesse previsto nel 2026, dopo quanto già osservato nel 2025.

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Qualità del credito, rischio sovrano e ruolo del NextGenerationEU

Sul fronte della qualità degli attivi, S&P Global Ratings prevede per l’Italia un deterioramento solo marginale. Le perdite su crediti dovrebbero aumentare nel 2026, ma rimanere su livelli considerati gestibili, nell’intervallo di 50-55 punti base, con differenze più evidenti tra i singoli istituti. Questo scenario riflette un equilibrio tra rallentamento macroeconomico e maggiore prudenza nelle politiche di erogazione del credito.

Un elemento di supporto rilevante è rappresentato dal miglioramento del profilo sovrano. L’agenzia ricorda che il recente upgrade dell’Italia è stato guidato dal rafforzamento della posizione esterna e dalla riduzione degli squilibri fiscali. Pur restando superiore a quello di molti peer europei, il rischio sovrano per le banche italiane beneficia di un minore fabbisogno di finanziamento esterno, che contribuisce alla stabilità del sistema.

In questo contesto, un ruolo centrale è svolto dai fondi del NextGenerationEU. S&P Global Ratings evidenzia che l’Italia ha già assorbito circa il 72% delle risorse assegnate, utilizzandone all’incirca la metà. Il contributo di questi fondi resta cruciale per sostenere la crescita e rafforzare il potenziale economico del Paese, anche se l’agenzia segnala che le sfide più impegnative sono ancora davanti, con riforme strutturali da completare in ambiti chiave come giustizia, efficienza energetica e mercato del lavoro.

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