Banche italiane pronte alle turbolenze economiche secondo Scope Ratings

Banche italiane pronte alle turbolenze economiche secondo Scope Ratings

Secondo l’istituto di ricerca, le principali banche italiane hanno registrato risultati record nel primo trimestre 2025, ponendo così le basi per un altro anno solido.

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Focus sulle banche italiane

Un settore ben posizionato per affrontare le turbolenze economiche e con prospettive favorevoli. È l’opinione espressa dagli analisti di Scope Ratings nel loro rapporto chiamato Italian Bank Quarterly nel quale analizzano il comparto finanziario italiano, inserendo le istituzioni finanziarie italiane “tra le più redditizie d’Europa”, sostenute da margini d’interesse relativamente elevati, miglioramenti di efficienza e qualità degli attivi.

Per l’istituto di ricerca rimangono i rischi legati al peggioramento delle condizioni economiche ma i loro effetti potrebbero manifestarsi non prima del 2026. Qualche rischio potrebbe arrivare dai processi di consolidamento attualmente in corso che, seppur positivo per il credito, non risulta privo di rischi a causa delle problematiche alla loro esecuzione.

Trimestrali record

L’istituto ha analizzato un campione di otto banche italiane: Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Banca Monte dei Paschi di Siena, Bper Banca, Mediobanca, Credito Emiliano e Banca Popolare di Sondrio. Il gruppo ha registrato risultati “record” nel primo trimestre 2025, raggiungendo un ritorno sul patrimonio netto medio del 15,7%, rispetto al 14,5% del primo trimestre 2024 e all’11,2% del quarto trimestre 2024.

Il loro margine d’interesse netto è diminuito di oltre il 5% su tutta la linea, poiché il calo dei tassi della Banca centrale europea ha inciso sui margini nonostante le coperture in essere. Ancora una volta, Sondrio ha fatto eccezione, registrando una crescita annua del margine d’interesse netto grazie a volumi di prestiti più elevati (circa +7%).

Le tre banche oggetto di offerte pubbliche (Banco Bpm, Mediobanca e Sondrio) hanno riportato la maggiore espansione dei prestiti, trainata principalmente dal segmento corporate nel primo trimestre.

Cosa sostiene la performance

Diverse componenti hanno sostenuto la performance delle banche, più che compensando il calo del margine d’interesse netto. In particolare, le commissioni nette sono cresciute in media del 7,5% su base annua, riflettendo gli sforzi degli istituti nel potenziare le attività che generano ricavi diversi dagli interessi. Nel caso di Mediobanca, Sondrio, UniCredit e Bper Banca l’incremento delle commissioni ha più che compensato la riduzione del margine d’interesse netto.

Se per il campione analizzato i costi sono aumentati di circa l’1% a causa della crescita del business degli investimenti IT e dei nuovi contratti di lavoro, gli istituti non hanno più dovuto contabilizzare oneri per il finanziamento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che ha raggiunto il livello legale dello 0,8% dei depositi protetti delle banche aderenti a luglio 2024.

Infine, il costo medio del rischio ha toccato un nuovo minimo di 26 punti base, in calo di 7 punti rispetto al primo trimestre 2024. Tassi di default contenuti, bilanci più solidi e accantonamenti gestionali accumulati negli anni precedenti offrono un supporto chiave alle rettifiche su crediti.

Verso un altro anno solido

Questi risultati pongono le basi per un “altro anno solido”, prevede Scope Ratings, anche se si attende profitti inferiori nei prossimi trimestri, dato che i primi tre mesi sono stati eccezionalmente forti, soprattutto per quanto riguarda i ricavi da trading e il costo del rischio.

Il margine d’interesse netto continuerà a diminuire man mano che la BCE ridurrà i tassi al di sotto del 2%, proseguono dall’istituto, avvisando però che i tassi potrebbero risultare più bassi rispetto alle attuali previsioni di mercato, se le incertezze macroeconomiche dovessero persistere a causa delle tensioni geopolitiche e delle guerre commerciali.

La volatilità dei mercati finanziari ha stimolato l’attività di trading dei clienti delle grandi banche, sostenendo così i ricavi, e i mercati azionari si sono ormai ripresi dallo shock seguito all’annuncio dei dazi statunitensi. Tuttavia, sottolineano gli esperti, resta il rischio di una correzione di mercato più severa e duratura, che potrebbe incidere negativamente sui profitti da trading delle banche e, soprattutto, sulle vendite di prodotti di wealth management.

Febbre da M&A

Scope Ratings nota come il settore bancario italiano stia vivendo un’ondata di annunci di operazioni di M&A che hanno il potenziale per rimodellare il comparto. Le banche coinvolte sono UniCredit, Banco BPM, Banca Monte di Paschi di Siena, Mediobanca, Bper Banca, Banca Popolare di Sondrio e Banca Generali, mentre Intesa Sanpaolo, che ha escluso ulteriori M&A domestici dopo l’acquisizione di UBI nel 2020, e i gruppi cooperativi rappresentano le eccezioni più rilevanti a questa attuale ondata di operazioni.

Continuiamo a considerare il consolidamento interno al mercato come favorevole ai profili di credito delle banche, grazie a maggiori economie di scala, aumento del potere di mercato e miglioramento delle performance finanziarie nel medio termine. Tuttavia, i rischi di esecuzione, come il rischio di pagare troppo per le acquisizioni o di dar vita a combinazioni sub-ottimali, stanno aumentando, soprattutto perché le difese contro le acquisizioni, il posizionamento competitivo e le quote di mercato influenzano sempre più le decisioni strategiche.

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