Banco Bpm, maggioranza bulgara per dire sì all’aumento dell'offerta su Anima

I soci hanno approvato l’aumento a 7 euro l’offerta per l’asset management e indiscrezioni di stampa ripotano che i francesi di Crédit Agricole avrebbero votato a favore.

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L’assemblea di Banco Bpm

Arrivato il via libera all’aumento del prezzo (da 6,2 euro a 7 euro) dell'offerta pubblica di acquisto di Banco Bpm su Anima Holding e la decisione è stata quasi unanime.

I soci di Piazza Meda hanno approvato la proposta dell’amministratore delegato, Giuseppe Castagna, con il 97,6% del capitale presente alla Fiera di Milano dove si svolgeva l’assemblea che riuniva 3.525 azionisti, il 56,6% dell’intero capitale.

All'assemblea ha partecipato anche Crédit Agricole e i francesi avrebbero votato a favore della proposta del CdA di modificare le condizioni dell'Opa, secondo fonti dell'agenzia Ansa.

I soci hanno anche autorizzato il board ad esercitare la facoltà a potere rinunciare in tutto o in parte a una o più delle condizioni di efficacia dell'offerta non ancora avverate, quali quella relativa alla soglia di adesione dell'offerta (almeno il 66,7%) e quella connessa all'autorizzazione della Banca centrale europea all'applicabilità del beneficio regolamentare sul capitale (il cosiddetto Danish Compromise).

Operazione Strategica

Castagna ha difeso l’operazione definendo quella di Anima come “strategica”, aggiungendo che “si tratta di una proposta congrua anche con un prezzo più alto, a 7 euro”. Anche perché, secondo il banchiere, è stata l’Ops di Unicredit su Bpm a creare “della speculazione sul mercato”, per cui anche “il titolo Anima ha cominciato a crescere ed ecco perché abbiamo ritenuto opportuno confermare il nostro interesse nell’acquisizione di Anima anche a un prezzo più alto, che è quello che oggi chiediamo all’assemblea di autorizzare”.

Oggi le azioni Anima scambiano sotto quota 7 euro (6,935 euro), in crescita di mezzo punto percentuale, mentre Banco Bpm resta ferma a 9,57 euro.

Incertezza sul Danish Compromise

A questo punto resta l’incertezza sul riconoscimento da parte della BCE del Danish Compromise, con il via libera che porterebbe agli azionisti un miliardo in più sotto forma di dividendi e garantirebbe un Cet1 superiore al 14 per cento.

Castagna ha detto di attendere con “molta serenità” il responso: “non possiamo essere noi a dettare i tempi ai regolatori ma siamo stati molto trasparenti nel dire il punto di atterraggio del capitale sia con il Danish Compromise che senza”.

Il manager, però ha anche ricordato che in casi analoghi a quelli del Banco “finora è stata del 100% positiva. La BCE ci ha detto che l’autorizzazione è ancora pendente e stanno facendo degli approfondimenti con l’Eba”.

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