BCE, più falchi che colombe a Davos

Iniziato ieri il Forum internazionale di Davos dove sono sfilati molti banchieri della Banca centrale europea in attesa dell’intervento della Presidente Christine Lagarde previsto per l’ultimo giorno, e il tema del primo taglio dei tassi di interesse resta al centro dell’attenzione.
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BCE protagonista a Davos
Il tema del primo taglio dei tassi di interesse della Banca centrale europea resta al centro dell’attenzione del Forum internazionale di Davos, iniziato ieri e in programma fino al 19 gennaio quando è in programma l’attesissimo evento della Presidente Christine Lagarde.
In attesa del prossimo meeting della BCE previsto per la settimana prossima (25 gennaio), Lagarde si era già sbilanciata dicendo che i tassi potranno iniziare ad andare giù nel caso di una vittoria nella lotta contro l’inflazione.
“Non posso darvi una data” per i tagli, ha detto risposto Lagarde a una precisa domanda sul tema, “ma posso dire che se vinciamo questa battaglia, se arriviamo al 2% come stimiamo nel 2025, e se sarà confermato dai dati che avremo” nei prossimi mesi, “sono molto fiduciosa, allora i tassi inizieranno a declinare man mano che abbiamo questa certezza”, ha spiegato. La presidente ha poi affermato che l’Europa non è in una grave recessione e che il peggio della lotta contro l'inflazione è passato: “penso che abbiamo superato la parte più grande e più difficile, a meno che non ci troviamo di fronte a un altro grave shock. Ciò non significa che avremo un declino graduale”.
Il new normal di Villeroy
Tra gli interventi più aperti ad un taglio dei tassi c’è stato quello del governatore della Banca centrale di Francia e membro del consiglio direttivo della BCE, Francois Villeroy de Galhau, affermando che la “prossima mossa sarà un taglio” e che dovrebbe arrivare “probabilmente quest’anno”.
“E’ troppo presto per dichiarare vittoria, il lavoro non è terminato anche se la nostra manovra di stretta ha avuto più successo di quanto avevamo previsto un anno fa qui a Davos”, spiegava il governatore francese.
Sul livello finale dei tassi, Villeroy ha spiegato che i tassi rimarranno su livelli più alti rispetto al periodo 2015-22 quando la BCE doveva combattere la disinflazione: il ‘new normal’, in buona sostanza, sarà un ritorno al periodo prima della grande crisi finanziaria.
I falchi Holzmann e Nagel
Una gelata sulle aspettative di un taglio nel corso di quest’anno è arrivato dal suo collega austriaco, Robert Holzmann, il quale ha lasciato intendere che la BCE potrebbe sfidare le aspettative del mercato e rimandare l'avvio dei tagli dei tassi di interesse per tutto il 2024: “non riesco a immaginare che parleremo ancora di tagli, tutto ciò che abbiamo visto nelle ultime settimane punta nella direzione opposta, quindi potrei addirittura non prevedere alcun taglio quest'anno”.
Un altro messaggio ‘hawkish’ era arrivato prima di Davos dal Presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, il quale aveva definito “prematura” la discussione sul taglio dei tassi.
“L'inflazione che scende è una buona notizia di per sé, ma per me è troppo presto” per intervenire, ha affermato il 57enne membro della BCE: “i mercati sono ottimisti, a volte troppo, ho una visione differente e voglio vedere i nuovi dati. Vedremo al prossimo consiglio direttivo”.
“Dobbiamo aspettare, dobbiamo evitare di fare l'errore del passato di tagliare troppo presto”, ha proseguito l'economista tedesco, alla luce di “molta incertezza” e “molte sfide nel 2024 che hanno un impatto sulla politica monetaria: c'è ancora molta strada da fare”.
Oltre il breve termine
Tempi più dilatati anche per il capo economista della BCE, Philip Lane, con i tagli che “non sono un tema di discussione per il breve termine”. “I dati sull'inflazione di dicembre confermano ampiamente la nostra valutazione della riunione di dicembre e le nostre proiezioni di dicembre. Su questa base il taglio dei tassi di interesse non è un argomento per il breve termine”, spiegava Lane nel corso di un evento a Dublino. La riduzione del costo del denaro sarà presa in considerazione continuando a monitorare le informazioni che arriveranno, ha aggiunto. “Una volta che avremo sviluppato sufficiente fiducia nel fatto che stiamo raggiungendo l'obiettivo del 2% di inflazione, l'argomento del taglio dei tassi tornerà ovviamente in primo piano. Ma al momento si tratta di congetture provvisorie e dovremo vedere i dati in arrivo prima di spingerci oltre”, concludeva.
Obiettivo a medio termine
Tempi dilatati anche per Mario Centeno, governatore della Banca del Portogallo e quindi membro del consiglio direttivo della BCE, in un'intervista a CNBC durante Davos. “Puntiamo all'inflazione a medio termine, non all'inflazione di febbraio, e la traiettoria è molto positiva in questo momento”, affermava il banchiere. "Non dico che l'overshooting sia una possibilità, ma non dobbiamo fare più del necessario per portare l'inflazione al 2% nel medio termine. Dalla fine del 2022, tutte le nostre previsioni fino al 2025 mostrano una previsione molto ben ancorata per l'inflazione a medio termine", ha aggiunto.Alla domanda sulla potenziale tempistica dei tagli dei tassi, Centeno ha replicato: “negli ultimi tre o quattro mesi siamo stati sorpresi dal ridimensionamento dei dati sull'inflazione”. “Restiamo dipendenti dai dati, è così che strutturiamo le nostre decisioni”, concludeva Centeno, riconoscendo che “uno dei più grandi successi della BCE ultimamente è essere riuscita ad ancorare le aspettative di inflazione a medio termine al 2%, e questo perché siamo credibili, dobbiamo rimanere tali".
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