BCE pronta alla pausa sui tassi? Le previsioni degli analisti

BCE pronta alla pausa sui tassi? Le previsioni degli analisti

La riunione di giovedì della Banca centrale europea potrebbe portare alla decisione di fermare il processo di aumento dei tassi di interesse, ma il contesto internazionale potrebbe spingere l’istituto centrale a diverse decisioni.

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Verso il meeting BCE

Settimana caratterizzata dalla riunione della Banca centrale europea, in programma per giovedì 26 ottobre con il solito calendario, decisione alle ore 14:15 (italiane) e consueta conferenza stampa della Presidente dell’istituto centrale, Christine Lagarde.

Nel precedente meeting svoltosi a settembre, la BCE aveva aumentato i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base, portando il tasso di deposito al 4,00% e il tasso di rifinanziamento al 4,50%, e sottolineava che i tassi hanno raggiunto livelli che, se mantenuti per un periodo “sufficientemente lungo”, contribuiranno sostanzialmente al ritorno dell’inflazione al 2%, target fissato da Francoforte.

In altri termini, la BCE indicava di aver completato la sua politica monetaria restrittiva, anche se da allora sono cambiati alcuni scenari come la guerra in Medio Oriente.

Previsioni

Un sondaggio svolto dall’agenzia Reuters la scorsa settimana indicava che tutti gli 85 economisti interpellati prevedono una pausa nell’aumento dei tassi di interesse dell’istituto centrale.

Anche gli analisti di Intesa Sanpaolo si attendono il mantenimento degli attuali tassi, in quanto il contesto determinante per la decisione, inflazione sottostante, dati rilevanti per le prospettive di inflazione, trasmissione della politica monetaria, “non ha mostrato andamenti che possano mettere in discussione le valutazioni di metà settembre”, si legge in una nota della Direzione Studi e Ricerche.

Anche “l'indirizzo sui tassi ufficiali dovrebbe restare invariato: la BCE ribadirà che il mantenimento dei tassi ai livelli attuali per un periodo sufficientemente lungo fornirà un contributo sostanziale a un tempestivo ritorno dell'inflazione al 2%”, pertanto, “in sostanza, senza escludere eventuali aumenti, segnalerà che il picco potrebbe essere stato già raggiunto”, prevede l'economista Luca Mezzomo.

Dhara Ranasinghe, Stefano Rebaudo e Naomi Rovnick della Reuters, oltre ad essere d’accordo sulla pausa, si attendono che Christine Lagarde potrebbe mantenere il mantra “più alti, più a lungo”, che ha spinto al rialzo i rendimenti dei bond a lunga scadenza.La sfida principale per la BCE sarà “quella di mantenere un equilibrio: non sembrare aggressivamente 'hawkish', ma tenere aperta la porta a rialzi dei tassi”, spiega Carsten Brzeski, responsabile globale macro di ING.

Inflazione in calo

L’assenza di sorprese sul versante dell’aumento dell'inflazione e delle dichiarazioni emerse dall'ultima riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo della BCE dovrebbero spingere la BCE a lasciare i tassi invariati secondo Felix Feather, European Economic Analyst di abrdn. “Al momento non sembrano emergere ragioni affinché la banca centrale possa alzarli ulteriormente: i dati dei prezzi al consumo di ottobre e novembre confermeranno un ulteriore calo nell’Area euro, che nel mese di novembre scenderà a un valore vicino al 3%, sulla spinta degli effetti base”, per Volker Schmidt, portfolio manager di Ethenea Independent Investors.

Il primo taglio

La riunione successiva è prevista per il 14 dicembre, ma già si parla di quando ci saranno i primi tagli dei tassi di interesse.

Gli economisti interpellati dalla Reuters indicano che bisognerà attendere almeno fino a luglio 2024, con l’inflazione sempre sotto osservazione nella decisione della BCE.

Sulle tempistiche per un eventuale primo taglio c'è incertezza, in quanto il 58% degli economisti, 48 su 83, indicano che potrebbe avvenire nel terzo trimestre del prossimo anno, o ancora più tardi, e che il tasso di deposito sarà al 3,50% entro la fine di settembre.In un sondaggio condotto dopo il meeting di settembre, 29 intervistati su 70 hanno detto che il primo taglio avverrà nel secondo trimestre del prossimo anno, o prima. Poco più del 40% degli intervistati nell'ultimo sondaggio, ovvero 35 su 83, sostiene ancora che la prima mossa di allentamento avverrà prima della riunione di luglio.

Pericoli dal Medio Oriente

Intanto, il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, ha avvertito circa i pericoli derivanti dalla situazione attuale in Medio Oriente, anche in vista della decisione della BCE.

Se “prima del conflitto in Medio Oriente mi aspettavo una pausa, gli eventi in Israele complicano tutto: bisogna esserne consapevoli. Sono andato a rivedere la crisi energetica del'73 successiva alla guerra dello Yom Kippur. Produsse un livello molto acuto di austerity in Italia, perché si era impennato il prezzo del petrolio. Il Medioriente per noi è l'anticamera di casa”, spiegava Patuelli nel corso di un'intervista al Sole 24 ore.

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