BCE, taglio dei tassi sì ma quando?


Continua il dibattito sulle prossime mosse della Banca centrale europea con i banchieri intenti a prospettare un allungamento dei tempi del primo taglio rispetto alle attese del mercato.


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Banca centrale europea verso i tagli

Passata senza grandi novità la scorsa riunione della Banca centrale europea, l’attenzione è subito rivolta alle prossime mosse dell’istituto centrale, tra dichiarazioni (vere o finte) ‘hakish’ dei membri dell’istituto centrale e le previsioni degli analisti.

“Ci aspettiamo che i dati sul Pil confermino che la zona euro è in recessione, mentre pensiamo che i dati sull'inflazione saranno negativi rispetto al consensus sia sull'inflazione principale che su quella di base”, prevede George Buckley, capo economista per il Regno Unito e l'area dell'euro di Nomura.
I forward della BCE sugli Euro short-term rate (Estr) prezzano 146 punti base di tagli dei tassi nel 2024

da circa 140 punti base di venerdì scorso. “Insieme alla retorica della BCE, un probabile calo dei dati sull'inflazione e sulla crescita conferma la convinzione circa un percorso aggressivo dei tassi scontato dai forward Estr della BCE”, ha detto Rainer Guntermann, strategist sui tassi presso Commerzbank.

Le parole dei banchieri

Tra gli ultimi membri BCE l’ultimo a intervenire è stato Mario Centeno, governatore della banca centrale portoghese, evidenziando che “ora sono già disponibili molti dati, pertanto non dobbiamo aspettare quelli sui salari di maggio per avere un’idea della traiettoria dell’inflazione”, facendo così intuire di essere pronto ad un taglio dei tassi prima di quel periodo.

Centeno ha aggiunto di aver visto “molte prove che l'inflazione sta scendendo in modo sostenuto” verso l'obiettivo a medio termine del 2%, "con cali sorprendentemente forti negli ultimi tempi dopo il riassorbimento di ‘quasi tutti’ gli shock che avevano spinto i prezzi, come i costi energetici e restrizioni di fornitura".

Riguardo alle prossime mosse di politica monetaria, Centeno ritiene che la BCE possa “reagire più tardi e con più forza, oppure prima e in modo più graduale. Sono completamente a favore degli scenari di gradualità, perché dobbiamo dare agli agenti economici il tempo di adattarsi alle nostre decisioni”.

Francoforte “taglierà i tassi prima o poi, vista la recente e incoraggiante evoluzione dell’inflazione nella zona euro”, gli faceva eco Luis de Guindos, vicepresidente della BCE, anche se non ha indicato date certe per l’avvio dell’allentamento monetario, che avverrà “quando sarà sicuro che l’inflazione raggiungerà il nostro obiettivo del 2%”.

Concorde che la prossima mossa sarà un taglio anche il governatore della banca centrale slovacca, Peter Kazimir, convinto “che la tempistica esatta, se ad aprile o a giugno, sia secondaria rispetto all'impatto della decisione”, con la seconda opzione che “sembra più probabile, ma non salterò a conclusioni premature sulla tempistica”.

Kazimir, un conservatore all'interno del Consiglio direttivo, ha spiegato che la pazienza è essenziale prima che la Bce prenda decisioni cruciali e che i dati sull'inflazione in arrivo, insieme alle proiezioni di marzo, saranno fondamentali, in quanto “i rischi di un taglio prematuro, a mio avviso, sono molto maggiori di quelli di un intervento un po’ più tardivo”: “non siamo in ritardo rispetto alla curva, ma piuttosto il mercato ha anticipato gli eventi a partire da dicembre”.

Le previsioni di Goldman Sachs

Dopo l’ultimo consiglio direttivo, la presidente della BCE, Christine Lagarde, “ha osservato che la traiettoria dell’inflazione è incoraggiante, ma che sono necessari ulteriori progressi prima che il Consiglio direttivo abbia sufficiente fiducia nelle prospettive di inflazione per abbassare i tassi ufficiali”, ricordano da Goldman Sachs.

Dalla banca statunitense si aspettano “che questi progressi diventino chiari nei prossimi mesi. In primo luogo, prevediamo che l'inflazione core scenderà più rapidamente di quanto previsto nelle proiezioni dello staff della BCE, al 2,8% su base annua nel primo trimestre (0,3 punti percentuali in meno rispetto alle proiezioni dello staff di dicembre). In secondo luogo, prevediamo un rallentamento della crescita salariale poiché la minore inflazione complessiva si rifletterà nelle negoziazioni salariali. In terzo luogo, le nostre stime indicano limitate pressioni al rialzo sull’inflazione derivanti dal conflitto in Medio Oriente”.

Pertanto, da Goldman mantengono la loro previsione “per la prima riduzione dei tassi ad aprile, seguita da tagli consecutivi di 25 punti base al 2,25% all'inizio del 2025. Vediamo una probabilità del 15% di tagli trimestrali e una probabilità del 30% di tagli di 50 punti base, con la nostra probabilità percorso ponderato per il tasso di deposito inferiore ai prezzi di mercato per il secondo semestre”.

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