Beyond Meat, perché comprare dopo il crollo: l’appetito non se ne va con il Covid


Le azioni della società della carne alternativa hanno perso il 26% dall’inizio di luglio, colpite dal timore di nuovi lockdown. Buona la crescita dei ricavi (+32%), ma la redditività è frenata dai forti investimenti in R&S: l’utile non prima del 2023.


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E’ il primo produttore al mondo di cibi proteici a base vegetale.

Le azioni Beyond Meat sono scese del 30% negli ultimi sei mesi, con una caduta del 26% dall’inizio di luglio a oggi. Il titolo adesso vale 118 dollari, rispetto a un massimo di fine gennaio di 203 dollari. Solo nelle ultime cinque sedute il calo è stato del 7%.

Buona parte di questo ridimensionamento è dovuta alla prudenza degli investitori verso il settore della ristorazione in mezzo alla recrudescenza del Covid negli Stati Uniti. La diffusione della variante Delta ha innescato il timore che le autorità possano decidere nuove restrizioni alla circolazione delle persone.

Quotata al Nasdaq, Beyond Meat è il primo produttore al mondo di cibi proteici a base vegetale, che hanno la stessa consistenza e lo stesso sapore della carne. La società ha recentemente annunciato il lancio delle sue nuove offerte di pollo a base vegetale nei ristoranti negli Stati Uniti. Ma se i casi di Covid continueranno a crescere, qualche forma di chiusura potrebbe venire adottata, con conseguenze negative per le prospettive di crescita dei ricavi di Beyond Meat.

Lo scorso 5 agosto la società californiana ha annunciato i conti del secondo trimestre, chiuso con ricavi in crescita del 32% sullo stesso periodo dell’anno precedente a 149,4 milioni di dollari. Il dato è leggermente migliore del consensus (141 milioni), ma ha suscitato preoccupazione il calo della redditività: la perdita netta è quasi raddoppiata da 10,2 milioni di dollari a 19,7 milioni di dollari a causa delle maggiori spese di Ricerca e Sviluppo.

Le stime di crescita di Barclays e JP Morgan: fra otto anni un mercato da 140 miliardi.

Secondo la Plant Based Foods Association, negli Stati Uniti la domanda di cibi proteici a base di vegetali è in forte accelerazione, dopo avere registrato una crescita del 27% nel 2020. Anche a livello globale la crescita prevista è fortissima. Nel 2019 il mercato della carne alternativa a base di vegetali ha raggiunto i 19,5 miliardi di dollari e secondo Barclays dovrebbe arrivare a valere 140 miliardi nel 2029, vale a dire il 10% del mercato mondiale della carne. Più prudente la stima di JP Morgan, che si aspetta un valore di 100 miliardi di dollari nel 2034.

In questo scenario il management di Beyond Meat è instancabile nel proporre nuovi cibi e nello sviluppare accordi con catene di ristorazione. Pochi giorni fa ha annunciato un accordo con Pizza Hut per lanciare la nuova Beyond Pepperoni Pizza, che si andrà ad affiancare alle già esistenti Beyond Italian Sausage Pizza e alla Great Beyond Pizza.

Ma basterà tutto questo per tornare ad attrarre gli investitori? Anche dopo il forte ridimensionamento delle quotazioni, Beyond Meat ha un valore di Borsa che si giustifica solo con la scommessa di una crescita esponenziale del business nei prossimi anni.

Ai prezzi attuali Beyond Meat capitalizza 7,4 miliardi di dollari, vale a dire 13,7 volte i ricavi previsti per il 2021 (540 milioni di dollari) e 8,8 volte i ricavi previsti per il 2022 (840 milioni).

Quotazioni a confronto con Tesla e Moderna.

Per trovare società con simili valutazioni bisogna andare a cercare fra i nomi più famosi dell’innovazione, società portatrici di una carica dirompente (“disruptive”) all’interno del loro settore.

Per esempio Tesla: la sua market cap attuale è pari a 13,1 volte i ricavi del 2021 e 9,7 volte i ricavi del 2022. Oppure Moderna, che in Borsa vale 8 volte i ricavi di quest’anno e 8,4 volte i ricavi dell’anno prossimo.

Attenzione, però: mentre Beyond Meat è ancora una società in perdita, con il primo utile previsto nel 2023, Tesla e Moderna sono già campioni di crescita e di redditività. Il gruppo dell’auto elettrica chiuderà il 2021 con un utile netto pari all’8% dei ricavi, che salirà al 9,6% l’anno dopo. Moderna chiuderà il bilancio di quest’anno con 14,1 miliardi di profitti su 20,2 miliardi di ricavi, con un margine netto del 62%, che scenderà al 54% nel 2022.

Ma i profitti di Moderna sono dovuti totalmente al vaccino per il Covid che, si spera, fra qualche anno diventerà inutile. Invece, fra qualche anno continueremo a mangiare, e sarà sempre più grande la quota di popolazione mondiale che sceglierà cibi alternativi alla carne animale.

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