Bitcoin da record. Cosa ne pensano i grandi della finanza

Sul Bitcoin i grandi della finanza sono divisi: da scettici come Buffett a sostenitori come Fink. Cresce l’interesse nei portafogli.

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Le opinioni dei grandi della finanza sul Bitcoin

Il Bitcoin è al centro di un dibattito acceso tra i grandi nomi della finanza internazionale. Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, si è sempre mostrato critico nei confronti della criptovaluta, definendola uno "schema Ponzi" e sconsigliandone l'uso, pur riconoscendo l’importanza della tecnologia blockchain nella finanza moderna. Al contrario, Larry Fink, CEO di BlackRock, ha cambiato opinione nel tempo, definendo Bitcoin come un "oro digitale", utile per proteggersi dalla svalutazione monetaria e dall’instabilità politica.

Anche Ken Griffin di Citadel ha inizialmente paragonato il Bitcoin alla bolla dei tulipani del XVII secolo, salvo poi ammettere rimpianti per non aver investito. Warren Buffett rimane fermo nella sua posizione, considerandolo privo di valore intrinseco e sostenendo che la sua popolarità sia spinta da una tendenza speculativa.

La distribuzione e la natura limitata del Bitcoin

La maggior parte dei Bitcoin è posseduta da individui privati, mentre una quota significativa appartiene a Satoshi Nakamoto, il misterioso inventore della criptovaluta, scomparso nel 2011. Il Bitcoin si distingue dalle valute tradizionali perché è limitato a 21 milioni di unità, di cui meno del 6% è ancora da estrarre. Questa caratteristica lo rende immune dall’inflazione derivante dalla stampa eccessiva di moneta, mantenendo il suo valore stabile nel tempo.

Il ruolo di MicroStrategy e la finanza derivata

MicroStrategy è una delle società più esposte al Bitcoin, con oltre 426.000 unità detenute in portafoglio. L’azienda punta a diventare una "banca di Bitcoin", offrendo strumenti finanziari e strategie legati alla criptovaluta. Tuttavia, la sua valutazione di mercato supera di tre volte il valore effettivo dei Bitcoin detenuti (NAV), sollevando dubbi sulla sostenibilità del titolo. Recentemente, MicroStrategy ha emesso bond convertibili, consentendo agli investitori di convertire il debito in azioni se il valore crescerà del 55% nei prossimi anni. Questa strategia ha riscosso successo, raccogliendo oltre 2,6 miliardi di dollari.

I dati macroeconomici in Europa e Cina

Il contesto economico europeo mostra segnali contrastanti: il PMI composito è arrivato a 49,5 punti, superando le aspettative ma rimanendo sotto la soglia dei 50 punti, che separa espansione e contrazione. Francia e Germania, i paesi “core” dell’Europa, continuano a mostrare difficoltà economiche, con dati in contrazione.

In Cina, la situazione resta complessa. Le vendite al dettaglio sono in calo e il settore immobiliare, pur in difficoltà, mostra un leggero miglioramento rispetto ai mesi precedenti.

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