Bitcoin sotto quota 90 mila

La difficoltà del settore delle criptovalute è dovuta ai timori per la guerra commerciale e al furto di 1,5 miliardi di dollari di Ethereum avvenuto nei giorni scorsi.
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Il valore del Bitcoin di oggi
Continua il momento poco brillante per il settore delle criptovalute, indebolito dalle tensioni commerciali e dall’attacco a un’importante borsa di valute digitali che nei giorni scorsi aveva scosso la fiducia degli investitori, innescando una serie di vendite sul comparto.
Questa mattina il valore del Bitcoin è sceso del 6%, sotto quota 90 mila dollari e ai minimi dal novembre 2024, mentre soffrono, tra le altre, anche il Dogecoin (-10%), l’XRP (-10%) e l’Ethereum (-10%). Nell’azionario, la chiusura di Wall Street di oggi ha visto il forte calo di Coinbase (-3,53%), Robinhood (-3,24%), Strategy (-5,65%), Riot Platforms (-4,49%) e Hut 8 (-7,42%), tutte in rosso anche nel pre market USA di oggi.
I dazi di Trump
Le nuove minacce di dazi verso Messico e Canada fatte dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno innescato nuove preoccupazioni sul commercio, indebolendo la propensione al rischio con conseguente allontanamento degli investitori dagli asset più rischiosi come le criptovalute.
Trump ha ribadito la sua intenzione di imporre tariffe sulle importazioni dai due Paesi, che entreranno in vigore il 4 marzo, nonostante i negoziati in corso e gli sforzi compiuti dalle due nazioni per migliorare la sicurezza delle frontiere e contenere il traffico di fentanil.
Nuovi dazi, inoltre, potrebbero portare ad un aumento dell’inflazione e a una minore crescita economica, elementi che di solito incidono sulla fiducia dei trader impegnati nei mercati più volatili.
Furto a Bybit
Un altro elemento che sta indebolendo la fiducia del mercato è stata la violazione della sicurezza di Bybit, una tra le tante borse di cripto, oggetto lo scorso 21 febbraio di violazione della sua sicurezza con conseguente furto da parte di alcuni hacker di 1,5 miliardi di dollari di Ethereum.
Si tratta del maggior furto nella storia delle criptovalute, realizzato tramite un sofisticato attacco di phishing che ha ingannato i dirigenti di Bybit, spingendoli ad autorizzare trasferimenti verso portafogli non autorizzati, con conseguenti perdite significative di asset.
La società ha prontamente assicurato circa la sua solvibilità, garantendo prestiti per coprire le perdite e implementando misure di sicurezza rafforzate, ma questo non è bastato a ridurre la pressione al ribasso sul prezzo del Bitcoin.
Cala la domanda
Che sia un momento difficile per il settore delle criptovalute lo conferma un rapporto di CryptoQuant diffuso la scorsa settimana, secondo il quale la domanda resta in calo, l’attività della blockchain è vacillante e la mancanza di flussi di liquidità verso le valute digitali non accenna a cambiare rotta.
L'analisi di CryptoQuant ha infatti mostrato la crescita della domanda è crollata a 70.000 Bitcoin nell'ultimo periodo rispetto al picco di 279.000 BTC toccato lo scorso 4 dicembre. A gennaio la criptovaluta aveva poi raggiunto il suo record a 109.000 dollari. Inoltre, il provider ha segnalato la quasi completa scomparsa dei flussi verso gli exchange-traded fund (ETF) spot BTC, strumenti che hanno caratterizzato i precedenti rally di bitcoin.
Da Bitfinex segnalano anche un calo per la domanda istituzionale tramite ETF spot Bitcoin, rallentata “in modo significativo”: "la scorsa settimana ha visto deflussi netti giornalieri dagli ETF Bitcoin, con conseguenti prelievi di 552,50 milioni di dollari".
Nonostante questo, Bitfinex ha sottolineato che l'accoppiamento (correlazione) tra Bitcoin e finanza tradizionale si sta rafforzando, mentre “il Bitcoin è sempre più correlato ai mercati finanziari tradizionali" e "il fattore
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