Boom della Borsa cinese, ecco perché potrebbe durare

Il sondaggio di Cnbc fra gli analisti rivela una diffusa fiducia sulla determinazione delle autorità a rilanciare la crescita dell’economia. “Non sarà come la bolla del 2015”, dice Cambridge Associates. Ubs consiglia i titoli cinesi dell’intelligenza artificiale.

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Rialzo del 23% in cinque sedute

Dopo avere guadagnato in cinque sedute il 23%, la Borsa cinese ha chiuso i battenti per una settimana di vacanza per commemorare il 75° anniversario della Repubblica Popolare Cinese. Le contrattazioni riprenderanno l'8 ottobre. La pausa permette agli investitori di fare il punto a mente fredda su cosa sta succedendo sul mercato azionario cinese, improvvisamente risvegliatosi dopo una lunga fase calante che durava da tre anni e mezzo.

Lunedì 30 settembre, ultimo giorno di contrattazioni, l’indice CSI 300 che raccoglie i 300 titoli principali delle due Borse continentali della Cina, quella di Shanghai e quella di Shenzhen, è salito dell’8,4%.

Nell’arco di due settimane l’indice ha azzerato le perdite del 2024 e ora segna un guadagno dall’inizio dell’anno del 18%. Il flusso degli acquisti in Borsa è partito dopo una serie di provvedimenti delle autorità cinesi per rilanciare l’economia stagnante.

Cinque anni di Borsa cinese (indice CSI 300)

Xi Jinping in campo per rafforzare gli stimoli monetari

Giovedì scorso il presidente cinese Xi Jinping ha guidato una riunione di funzionari di alto livello che ha chiesto di arrestare il declino del mercato immobiliare e di rafforzare la politica fiscale e monetaria. La scorsa settimana la People's Bank of China ha tagliato i tassi di interesse e l'importo che i titolari di mutui esistenti devono pagare.

Bloomberg riporta che le autorità di Pechino stanno valutando di iniettare fino a 1.000 miliardi di yuan (142 miliardi di dollari) di capitale nelle maggiori banche statali, per aumentare la loro capacità di sostenere l'economia in difficoltà. Il finanziamento proverrà principalmente dall'emissione di nuove obbligazioni sovrane speciali. Sarebbe la prima volta dalla crisi finanziaria globale del 2008 che Pechino inietta capitali nelle sue grandi banche.

In un’economia fortemente controllata dal governo, si potrebbe pensare che la decisione politica netta di sostenere l’economia con la politica monetaria e con altri incentivi produrrà un rialzo di Borsa destinato a durare.

Ancora bruciano le ferite del brusco saliscendi del 2015

Ma la violenza del movimento può essere un dato preoccupante. Fra gli investitori sono molti che ancora ricordano le ferite del brusco saliscendi del 2015. Fra il luglio 2014 e il giugno 2015 la Borsa cinese salì del 148%, ma nei successivi tre mesi l’indice CSI 300 crollò del 40%.

Cnbc ha condotto un sondaggio fra gli analisti e la risposta degli interpellati è che l’attuale rialzo delle azioni cinesi sembra diverso dalla bolla del mercato del 2015.

Cambridge Associates è una società Usa di investimento che fornisce servizi di consulenza a investitori istituzionali. Aaron Costello è il responsabile regionale per l'Asia e la sua opinione è che finora il mercato azionario cinese non è salito così tanto da entrare “in una zona di pericolo”.

Nel giugno 2015 lo Shanghai Composite superò i 5.100 punti, un livello che non ha più riguadagnato dopo il crollo del mercato dei mesi successivi. In quella fatidica estate il sentiment degli investitori fu colpito anche dalla decisione delle autorità di Pechino di limitare il trading con fondi presi a prestito e dalla svalutazione a sorpresa dello yuan rispetto al dollaro americano.

Oggi lo yuan si sta rafforzando rispetto al dollaro. In più, negli ultimi mesi i volumi degli investimenti esteri sulle azioni cinesi erano scesi ai minimi pluriennali.

A rischio l’obiettivo di crescita del Pil del 5%

“Questa volta la politica è molto più forte e concertata rispetto al 2015. Detto questo, l'economia si trova ad affrontare maggiori difficoltà rispetto ad allora”, ha dichiarato Zhu Ning, professore dello Shanghai Advanced Institute of Finance e autore di un famoso saggio sulla “bolla cinese”.

Una settimana di enormi guadagni azionari non significa che l'economia sia sulla strada di una forte ripresa. I dati economici degli ultimi mesi hanno evidenziato un rallentamento della crescita delle vendite al dettaglio e del settore manifatturiero. Ciò ha sollevato il timore che il Pil cinese non raggiunga l'obiettivo di crescita del 5%.

“Credo che manchi la chiave di tutto questo, che non è ancora emersa, e che sarebbe una misura davvero in grado di accrescere la fiducia, ovvero come le autorità sistemeranno le finanze dei governi locali”, ha detto Costello, ricordando che un tempo le casse locali si basavano sulla vendita di terreni per ottenere entrate da destinare ai servizi pubblici.

Mentre le autorità cinesi hanno tagliato i tassi di interesse e allentato alcune restrizioni all'acquisto di case, il ministero delle Finanze non ha ancora annunciato ulteriori emissioni di debito per sostenere la crescita.

Ubs: gli utili per azione hanno smesso di scendere

Un fattore che può spingere il rialzo della Borsa è che le previsioni sugli utili per azione si sono stabilizzate rispetto ai ribassi dell'inizio dell'anno, ha dichiarato in una nota lunedì James Wang, responsabile della strategia per la Cina di UBS Investment Bank Research.

Secondo Ubs, la Borsa cinese potrebbe salire ancora al massimo di un altro 8 - 9% dopo il rialzo registrato in seguito all'annuncio del pacchetto di stimoli. “La possibilità che il mercato possa salire oltre il nostro obiettivo dipenderà dalla capacità del governo di eseguire il piano in modo efficiente e di annunciare ulteriori misure fiscali a sostegno della crescita”, si legge in una nota della banca.

Quanto a cosa comprare sulla Borsa cinese, Ubs indica le azioni di “società internet di qualità con valutazioni ancora basse, prospettive di crescita solide e chiare politiche di ritorno per gli azionisti. I leader del settore sembrano anche posizionati per beneficiare di tendenze strutturali come l'intelligenza artificiale, mentre la Cina lavora per costruire il proprio ecosistema”.

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