Borse: Dimon (JPM) suona l’allarme. L’AI “circolare” gonfia i multipli

Borse: Dimon (JPM) suona l’allarme. L’AI “circolare” gonfia i multipli

Con il Nasdaq sui massimi, Bank of England, Fondo monetario e Fed segnalano valutazioni tirate. Intese miliardarie tra OpenAI, Nvidia, AMD e Oracle alimentano il rischio di una bolla sostenuta da scambi autoreferenziali.

Scopri le soluzioni di investimento

Con tutti i certificate di Orafinanza.it


Il Ceo di JP Morgan: “Alte chance di crollo del mercato”

Giovedì 9 ottobre il CEO di JPMorgan, Jamie Dimon, ha avvertito di essere “molto più preoccupato della media” per una seria correzione dei mercati. Secondo il banchiere, una caduta delle Borse potrebbe verificarsi nei prossimi sei mesi o due anni. In un'intervista alla Bbc, Dimon ha detto: “Se parliamo di probabilità, io vedo una chance più alta di crollo del mercato rispetto a quello che pensano gli altri o che è prezzato dal mercato stesso. Se il mercato vede una possibilità del 10%, io direi più che siamo sul 30%".

L’AI, grande motore del rialzo, ha detto Dimon, “è reale e nel complesso darà i suoi frutti, proprio come auto e TV hanno dato i loro frutti, ma la maggior parte degli operatori coinvolti in quei business non ne uscì vincitrice”.

In un contesto in cui gli indici sono trainati da pochi titoli ad altissima capitalizzazione e da valutazioni aggressive lungo tutta la filiera dell’intelligenza artificiale, l’intervento di Dimon pesa: è il banchiere più ascoltato da investitori istituzionali e regolatori, e il suo messaggio richiama alla selettività.

Business circolare: quando l’AI finanzia l’AI

Il monito di Dimon s’innesta su un nodo strutturale: l’intreccio di accordi incrociati tra i big dell’AI. OpenAI ha impegnato decine di miliardi di dollari in chip AMD (con ingresso di AMD nel capitale), ha una partnership fino a 100 miliardi con Nvidia per data center e GPU, oltre al maxi-contratto da 300 miliardi con Oracle per capacità cloud e fino a 22,4 miliardi con CoreWeave.

Nvidia, a sua volta, ha acquistato 6,3 miliardi di servizi cloud da CoreWeave. È la finanza circolare dell’AI: gli stessi attori si finanziano, si forniscono e si rivalutano a vicenda, mentre un’azienda leader come OpenAI non è ancora strutturalmente profittevole e brucia cassa per infrastrutture costosissime (GPU, data center, energia).

Il rischio è duplice: un’ondata di prese di profitto su valutazioni tirate e, più in profondità, una bolla settoriale alimentata da scambi autoreferenziali che rimandano nel tempo la prova dei flussi di cassa.

Nello schema qui sotto riportiamo i più recenti accordi fra i principali protagonisti dell’intelligenza artificiale.

Immagine contenuto

Colpisce che una rivoluzione tecnologica straordinaria dalla portata ancora indefinibile, capace di trasformare il modo di vivere e di fare dell’umanità, abbia al centro così pochi operatori che si comprano e si vendono a vicenda.

Solo uno stupido ignorante può fare un paragone con quegli operatori immobiliari italiani, i Ricucci, i Coppola, i cosiddetti “furbetti del quartierino”, che all’inizio degli Anni 2000 si compravano gli immobili l’uno dall’altro per registrare prezzi sempre più alti nei loro portafogli.

Ma una domanda va posta: in un mercato caratterizzato da investimenti giganteschi, ma così ristretto come numero di soggetti, come vengono determinati i prezzi?

Mercati e segnali macro: euforia sì, ma con freni

La tensione tra euforia e prudenza è evidente. Alla corsa del Nasdaq, spinta di recente dal balzo di AMD in scia all’accordo con OpenAI, hanno fatto da contrappeso i richiami istituzionali: Bank of England ha parlato di rischio di brusca correzione su valutazioni ‘tirate’, soprattutto nell’AI). Kristalina Georgieva (Fondo monetario), e in precedenza Jerome Powell (Fed), hanno entrambi detto che i listini sono “piuttosto altamente valutati”.

Non mancano le contro-tesi: per Goldman Sachs, come ha scritto Peter Oppenheimer, non siamo ai livelli delle grandi bolle storiche; la spinta sarebbe sostenuta da crescita degli utili potente e duratura, non da mera speculazione. Jensen Huang, Ceo di Nvidia, insiste: la domanda AI è “cresciuta sostanzialmente” negli ultimi mesi.

L’equilibrio, però, si sposta quando parla Dimon: se “l’AI nel complesso pagherà” ma molte aziende non ce la faranno, la dispersione dei rendimenti potrebbe diventare la cifra del ciclo—e una correzione generalizzata, se e quando arriverà, potrebbe selezionare in modo brutale i vincitori.

Perché il “circolare” è un rischio sistemico

L’AI non è un business leggero: ogni GPU costa decine di migliaia di dollari, i data center richiedono CAPEX miliardari e l’energia è un input critico. Gli accordi circolari amplificano la domanda “interna” alla filiera e sostengono i multipli, ma non sostituiscono i profitti. Inoltre, la concentrazione della leadership (Nvidia/OpenAI al centro della rete) rende sistemica la volatilità: qualunque scossa su questi nodi si propaga a indici, credito, immobiliare dei data center ed energia.

La Finestra sui Mercati

Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!

Leggi la nostra guida sugli ETF

Bond a 20 anni in sterline

Ogni anno cumula cedole del 10%. Richiamabile dal secondo anno.

Chi siamo

Orafinanza.it è il sito d'informazione e approfondimento nel mondo della finanza. Una redazione di giornalisti e analisti finanziari propone quotidianamente idee e approfondimenti per accompagnarti nei tuoi investimenti.

Approfondimenti, guide e tutorial ti renderanno un esperto nel settore della finanza permettendoti di gestire al meglio i tuoi investimenti.

Maggiori Informazioni


Feed Rss

Dubbi o domande?

Scrivici un messaggio e ti risponderemo il prima possibile.




Orafinanza.it
è un progetto di Fucina del Tag srl


V.le Monza, 259
20126 Milano
P.IVA 12077140965


Note legali
Privacy
Cookie Policy
Dichiarazione Accessibilità

OraFinanza.it è una testata giornalistica a tema economico e finanziario. Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 50 del 07/04/2022

La redazione di OraFinanza.it