C3.ai: trimestrale oltre le attese e nuovi contratti fanno volare il titolo

C3.ai sorprende i mercati con una trimestrale solida, una guidance prudente ma solida e partnership rafforzate con giganti come Baker Hughes e la U.S. Air Force. Tuttavia, la frenata dei ricavi da abbonamento e le sfide competitive nel settore AI restano sotto i riflettori. Il titolo vola in Borsa con oltre +28% a Wall Street, ma gli analisti restano divisi sul potenziale di lungo termine.

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Conti sopra le attese: C3.ai spinge sul software AI

Il quarto trimestre dell’anno fiscale al 31 gennaio 2025 si chiude con numeri sopra le attese per C3.ai, società specializzata in software per l’intelligenza artificiale a livello enterprise. I ricavi si attestano a 108,7 milioni di dollari, con una crescita del +26% su base annua, superando il consensus di 107,8 milioni (Bloomberg). La perdita netta rettificata è stata pari a 16 centesimi per azione, meglio delle attese di -20 centesimi.

Nel dettaglio, i ricavi da abbonamento hanno raggiunto 87,3 milioni di dollari, in aumento del 9% su base annua, ma al di sotto delle attese di 95,5 milioni. Al contrario, la componente legata ai servizi professionali ha segnato un risultato superiore alle aspettative: 21,4 milioni, quasi il doppio rispetto ai 12,8 milioni previsti.

Il CEO Thomas Siebel ha definito l’anno fiscale “un periodo di slancio crescente”, con ricavi annuali pari a 389,1 milioni di dollari, in crescita del 25% rispetto all’anno precedente. La perdita netta annuale si è ridotta a 41 centesimi per azione.

Il titolo ha reagito con forza: +30% con un picco a 30 dollari per azione. Dai minimi del 7 aprile a 17 dollari, C3.ai ha recuperato oltre il 70%.

Sponda da U.S. Air Force e Baker Hughes

Oltre ai risultati finanziari, a colpire gli investitori è stata la notizia dell’ampliamento del contratto con la U.S. Air Force, che ha innalzato il ceiling a 450 milioni di dollari fino al 2029, dai precedenti 100 milioni. Secondo Ed Abbo, CTO di C3.ai, si tratta “del più grande deployment AI in produzione nel Dipartimento della Difesa USA”, con un impatto stimato del +25% sulla disponibilità degli aeromobili grazie al sistema di manutenzione predittiva PANDA.

Altro tassello chiave è stato il rinnovo della partnership con Baker Hughes, colosso dell’energia, che rappresenta circa il 25% del fatturato della società. L’accordo esteso fino al giugno 2028 prevede la prosecuzione dello sviluppo congiunto di soluzioni AI per il settore oil & gas e chimico.

Secondo gli analisti di Oppenheimer, la partnership “offre una misura di stabilità e visibilità”, mentre JPMorgan riconosce la qualità delle alleanze strategiche di C3.ai, pur restando scettica sul ritmo di crescita della componente ricorrente.

Guidance cauta, il mercato resta diviso

C3.ai ha comunicato le previsioni per il primo trimestre del nuovo anno fiscale, con ricavi stimati tra 100 e 109 milioni di dollari, in linea con le attese (106,3 mln). Per l’intero esercizio 2026, le attese dei ricavi sono comprese tra 447,5 e 484,5 milioni, in linea con le previsioni degli analisti.

Nonostante l’ottimismo sul fronte dei contratti e delle collaborazioni, gli analisti restano prudenti. Secondo Bloomberg Intelligence, la frenata nella crescita dell’abbonamento solleva dubbi sull’effettiva adozione delle applicazioni AI su larga scala. Inoltre, l’alta quota di licenze demo e servizi professionali mantiene aperto il dibattito sulla sostenibilità della crescita a lungo termine.

Morgan Stanley e JPMorgan, entrambi con rating “underweight”, sottolineano che la visibilità sul business rimane limitata, soprattutto in uno scenario di forte concorrenza da parte di operatori più consolidati come Palantir. Il giudizio di Vital Knowledge è simile: outlook “leggermente positivo”, ma con perdite ancora rilevanti e margini da costruire.

Le sfide del futuro e il nodo redditività

Sebbene C3.ai possa contare su clienti di alto profilo (dal Dipartimento della Difesa a Coca-Cola, Shell, Exxon, GSK e Sanofi) e su partnership di rilievo (con Microsoft e AWS), le sfide strutturali non mancano. Il mercato delle soluzioni AI aziendali si sta frammentando, con una corsa crescente alla differenziazione dei prodotti.

Come sottolineano gli analisti di settore, ampliare la quota di mercato oltre i settori core (difesa, pubblica amministrazione, oil & gas) richiederà forti investimenti e una chiara strategia di prodotto, specialmente nel campo delle applicazioni AI su misura e dei modelli di consumo flessibili.

Nel frattempo, la redditività resta lontana. La società non ha ancora generato utili netti da quando è stata fondata nel 2009. E, anche se gli utili per azione hanno battuto le attese, l’incapacità di generare margini positivi sostenuti resta un tema centrale per molti analisti.

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