Il caso Exxon nella geopolitica del petrolio: un titolo da comprare


Attacco ai soldati Usa in Giordania, colpita una nave nel Mar Rosso, ma il prezzo del greggio per ora resta stabile. TD Cowen promuove Exxon per la sua politica di aumento dell’efficienza: dividendo garantito anche con il barile a 40 dollari.


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L'attacco di un drone che ha ucciso tre soldati americani in Giordania e un altro attacco a una nave cisterna nel Mar Rosso hanno fatto salire ulteriormente la tensione in Medio Oriente, una regione fondamentale per la produzione di energia e per il commercio globale.

Il petrolio ha aperto stamattina in rialzo per il quarto giorno consecutivo, ma è poi sceso sulle posizioni di partenza, con il Brent a 83,4 dollari al barile e il Wti a 77,80 dollari. La scorsa settimana il prezzo del greggio è salito del 6,3%, mettendo a segno il guadagno più ampio da tre mesi. Il rischio di nuovi rialzi degli idrocarburi riemerge anche perché le esportazioni russe di prodotti raffinati sono destinate a diminuire, con diverse raffinerie in riparazione a seguito degli attacchi dei droni. 

Da mesi il presidente Usa Joe Biden sta facendo grandi sforzi per evitare un allargamento del conflitto in corso fra Israele e Hamas, ma altrettanto determinate sembrano le forze che invece puntano ad allargare l’incendio. La Casa Bianca ha incolpato le milizie sostenute dall'Iran per l'assalto ai soldati Usa, ma Tehran nega di avere responsabilità. Invece, le milizie Houthi hanno rivendicato l'attacco alla nave.

Il broker TD Cowen alza la raccomandazione a Outperform

Stamattina, in un quadro di Borse europee deboli (FtseMib -0,6%, Cac invariato, Dax -0,4%), si mettono in luce i titoli petroliferi. Eni sale dell’1,8%, Total +1,9%, Repsol +0,3%. A Wall Street i riflettori sono puntati soprattutto su Exxon, il primo gruppo energetico degli Stati Uniti, dopo che la settimana scorsa il broker TD Cowen ha alzato la raccomandazione a Outperform da Market Perform e Ubs ha ribadito la sua visione positiva sul titolo.

La cosa particolare è che Jason Gabelman, l’analista dei titoli petroliferi di TD Cowen, è fra i più prudenti nel valutare lo scenario futuro del petrolio. Mentre altri colleghi come Neil Beveridge di Sanford Bernstein e Vishnu Varathan di Mizuho Bank sottolineano che la situazione geopolitica si sta evolvendo verso un maggiore rischio di aumento del prezzo del petrolio (a tutto vantaggio della redditività dell’industria petrolifera), Gabelman continua a ipotizzare un prezzo del Wti di 70 dollari, con una previsione di discesa a 65 dollari in media nel 2026 e 2027. Come si concilia questa visione con la raccomandazione positiva sul gigante Exxon?

Nell’ultimo anno le quotazioni di Exxon sono scese del 13%

Gabelman è sicuro che anche se il petrolio scendesse a 65 dollari al barile le compagnie petrolifere potrebbero comunque trarre buoni profitti: quelle statunitensi hanno abbassato il prezzo di pareggio necessario per coprire i loro dividendi di circa 20 dollari al barile dagli inizi della rivoluzione delle trivellazioni di scisto, più di 15 anni fa.

Gabelman apprezza Exxon proprio perché ha fatto più dei concorrenti per sbloccare il flusso di cassa e migliorare la sua resistenza finanziaria. Inoltre, le azioni Exxon sono scese del 13% nell'ultimo anno, contro un guadagno del 20% dell'indice S&P 500, e oggi appaiono un investimento interessante.

Al prezzo attuale delle azioni di 103 dollari, Exxon capitalizza 411 miliardi di dollari, vale a dire 11,9 volte gli utili previsti per il 2024. Sulla base del dividendo previsto, il rendimento è del 3,7%. Il consensus degli analisti indica un target price medio di 124 dollari, che implica un potenziale di rialzo del 20%.

Alexandre Ramos-Peon, vicepresidente della società norvegese di ricerca Rystad Energy, sostiene che nei prossimi anni il mercato petrolifero sarà probabilmente caratterizzato da un eccesso di offerta, con prezzi in leggero calo, ma non in picchiata. Rystad Energy vende dati e analisi sulla produzione mondiale ai trivellatori, ai loro fornitori, al governo e alle banche.

Obiettivo 25 miliardi dollari di cash flow annuale

Exxon è impegnata su un piano che prevede la realizzazione di oltre 25 miliardi di dollari di cash flow annuale entro il 2027. Nell’upstream (ricerca e trivellazione) Darren Woods, Ceo dal 2017, ha delineato una strategia di crescita anticiclica che prevede lo sviluppo di fonti petrolifere a basso costo che possano fruttare bene in diversi mercati. Il progetto principale riguarda lo sfruttamento di un enorme giacimento in Guyana, un progetto che oggi è finalmente operativo dopo lunghi ritardi. Da solo potrebbe generare un flusso di cassa annuale di 4 miliardi di dollari entro il 2027.

Nel downstream, ovvero la raffinazione e produzione di materie chimiche e plastiche, Exxon ha avviato una revisione delle sue attività. L’obiettivo è aumentare il livello di sofisticazione delle sue raffinerie per riuscire a utilizzare greggio di qualità inferiore e quindi più economico. Inoltre, collocando le raffinerie vicino agli impianti di produzione di materie plastiche, Exxon punta a spostare l'attenzione da un impianto all'altro in base alla domanda del mercato, riducendo al contempo i costi delle materie prime.

Secondo Gabelman di TD Cowen, grazie agli sforzi per aumentare l’efficienza il prezzo del petrolio necessario perche Exxon copra il pagamento dei dividendi dovrebbe scendere dagli attuali 45 dollari a 40 dollari entro il 2025. La società sostiene di poter arrivare a 35 dollari.

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