Enel, Generali, Unicredit, tre big italiani con dividendi elevati, business solidi e buona protezione agli effetti della guerra e dell’inflazione da materie prime. La forza di Enel è la posizione di leader mondiale nelle generazione di energia da fonti rinnovabile, che permette al gruppo di generare buoni profitti grazie al caro energia.
Generali è in grado di sfruttare l’aumento dei tassi di interesse a suo favore. Come tutti gli assicurativi, anche Generali è molto esposta al mercato dei bond con una rotazione in grado di sfruttare nel medio periodo (non nel brevissimo) i rendimenti crescenti. Il comparto arriva da anni di tassi bassi o addirittura negativi che ha costretto le compagnie a tagliare ai minimi termini i costi; un aumento dei tassi si tradurrà, grazie alla leva operativa a un più che proporzionale incremento dei margini.
In ultima analisi Unicredit. Il titolo ha sofferto l’esposizione in Russia già ampiamente prezzata dalle quotazione. Da inizio dell’anno Unicredit perde il 29,4% e il 32%, una variazione che pare eccessiva anche perché un aumento dei tassi permette a tutto il comparto di ampliare la marginazione.
Il certificate non punta a un rialzo dei titoli sottostanti bensì a una loro “tenuta”, con cali accettabili fino al 30% alla data di valutazione finale, per poter offrire un flusso di premi del 13,92% annuo, più del doppio rispetto ai dividendi staccati dai singoli titoli. L’idea di investimento è offrire un flusso cedolare superiore all’inflazione affiancandolo a una protezione su tre big di Piazza Affari.
Certificate che si compra sotto la pari, per il calo dei sottostanti, ma con barriere più vicine.