“Ci aspettiamo che l’oro salga a 2.500 dollari entro la fine di quest’anno”, ha scritto in una nota ai clienti, Goldman Sachs. In particolare, “riteniamo che 150 dollari di tale incremento siano da ricondurre all’effetto ricchezza, 400 dollari all’effetto paura e 150 dollari alla maggior domanda delle Banche centrali”.
Secondo gli esperti di Goldman, il renminbi funge da proxy in termini di “effetto ricchezza” sull’oro. I lockdown cinesi hanno avuto un notevole impatto sulla domanda spot di oro, con le vendite di gioielli del Paese scese del 30% su base annua ad aprile. Inoltre, la Banca centrale cinese ha consentito un deprezzamento della valuta per alleggerire le condizioni finanziarie. Con la caduta del renminbi, il lingotto è andato ancora più giù. Al contrario un biglietto verde più forte, invece, danneggia l'oro riducendo il potere d'acquisto dei suoi consumatori.
Non sappiamo se Goldman Sachs abbia ragione o meno, ma a questi prezzi il certificate a capitale protetto di Bnp Paribas offre un bellissimo profilo di rischio rendimento perché si parte da un minimo del 9,5% a un massimo del 53%, vediamo perché.
Il certificate passa di mano a 915 dollari, dopo un calo dell'oro del 10,7% dal livello iniziale. A scadenza abbiamo tre scenari:
1) oro sotto al livello iniziale: rimborso minimo a 1.000 dollari. Questo significa che si parte da un guadagno minimo del 9,3% (85 dollari dati da 1.000 di rimborso - 915 di acquisto , il tutto diviso 915 dollari di acquisto. 85/915 ovvero 9,3%.
2) oro tra 0 e +40% dal livello iniziale, guadagno tra 9,5% a +53%. Ovvero 9,3% per il rimborso a 1.000 e 53% con un rimborso a 1.400 dollari (1.400/915 di acquisto). Da 1,86% annuo a 10,6% annuo
3) con performance dell'oro superiori al 40% rimborso a 1.180 dollari su 915, 28,9%, circa 6% annuo.
Ricordiamo che essendo in dollari l'investitore si espone al rischio / benefcio legato al cambio dollaro euro.