Che fine ha fatto il PNRR?


Da diverso tempo il mondo finanziario si domanda se gli investimenti previsti dal PNRR saranno effettivamente resi operativi entro le date previste. La Nota di aggiornamento del DEF ha evidenziato ritardi nella capacità di spesa da parte dello Stato: è stato speso meno di un terzo di quanto previsto nel 2020-2021 e sarà speso la metà di quanto previsto per il 2022.

L’entità del rinvio è piuttosto preoccupante perché ovviamente questo implica che le risorse arriveranno più tardi ai beneficiari finali delle misure.

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM


Scopri le soluzioni di investimento

Con tutti i certificate di Orafinanza.it


Prezzi al consumo della Francia MoM di gennaio in uscita oggi alle 8:45 (stima +0,4% contro -0,1% di dicembre). Se il dato dovesse essere confermato, indicherebbe che i prezzi in gran parte dell’Europa (la Francia arriva dopo la Germania) mostrano una forte resistenza alla discesa. E questo nonostante il prezzo dell’energia sia stato in fase calante nel periodo osservato.

Da diverso tempo il mondo finanziario si domanda se gli investimenti previsti dal PNRR saranno effettivamente resi operativi entro le date previste o ci sarà uno slittamento. Al momento possiamo dire che i traguardi e gli obiettivi previsti sono finora stati tutti rispettati.

Il Piano sta procedendo spedito come anche i pagamenti delle rate. Al nuovo governo rimarranno 26 condizioni da rispettare entro la fine dell’anno.

Il discorso cambia guardando se effettivamente i denari incassati sono stati investiti. La Nota di aggiornamento del DEF (NaDEF) ha evidenziato ritardi nella capacità di spesa da parte dello Stato. È stato infatti speso meno di un terzo di quanto previsto nel 2020-2021 e sarà speso la metà di quanto previsto per il 2022.

L’entità del rinvio è piuttosto preoccupante perché ovviamente questo implica che le risorse arriveranno più tardi ai beneficiari finali delle misure. Tuttavia, potrebbe darsi che alcuni investimenti siano stati realizzati ma non ancora adeguatamente rendicontati sul sistema di monitoraggio e rendicontazione REGIS, specialmente per i progetti già in essere (ad esempio Transizione 4.0 e le misure di efficientamento energetico).

E’ nota la scarsa capacità di spesa del nostro Paese dei fondi messi a disposizione dell’Europa. Non che sia una giustificazione. Anzi, la verità è che probabilmente è stata sopravvalutata la possibilità di programmazione degli investimenti della pubblica amministrazione.

Chiaro che fattibilità economica degli investimenti programmati e il rispetto delle tempistiche sono le due principali incertezze legate all’implementazione del PNRR. A maggio, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio stimava che se il Piano fosse attuato con efficienza “media o bassa”, la perdita sarebbe quantificabile tra lo 0,9 e gli 1,8 punti percentuali di variazione di PIL in meno rispetto ai 3,2 punti di crescita aggiuntiva prevista a fine 2026, indicata nel Programma Nazionale di Riforma 2022 sotto l’ipotesi di “elevata” efficienza attuativa.

Il Piano risulta essere sufficientemente flessibile. In caso di ritardo, si potrebbe per esempio concordare un posticipo ragionevole con la Commissione. Se uno Stato membro si rendesse conto di non riuscire a rispettare una scadenza potrebbe concordare con la Commissione un posticipo della stessa (es. dal 31 dicembre 2022 a 31 gennaio 2023). Una volta raggiunta anche la condizione posticipata, come di consueto, lo Stato membro presenterà la richiesta di pagamento della rata e sottoporrà i traguardi e obiettivi alla valutazione della Commissione.

Vediamo dunque a che cosa sono destinati gli investimenti previsti dal PNRR e quali sono le aziende che ne potranno beneficiare più di altre. Come noto il PNRR prevede un’ambiziosa agenda di riforme di cui le quattro principali riguardano: la pubblica amministrazione, la giustizia, la semplificazione e la competitività. Il PNRR è pienamente coerente con i sei pilastri del Next Generation EU riguardo le quote da destinare ai progetti green (37%) e digitali (20%).

Le risorse stanziate nel PNRR sono pari a 191,5 miliardi di euro, anche se per finanziare ulteriori interventi il Governo Italiano ha approvato un Fondo Complementare ulteriore pari a 30,6 miliardi di euro, portando quindi gli investimenti a 222,1 miliardi di euro, ripartite in sei “missioni”:

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, per 40,7 miliardi. I progetti di investimento hanno l’obiettivo di favorire l’innovazione in chiave digitale, sostenendo le infrastrutture del Paese e la trasformazione dei processi produttivi delle imprese e sono accompagnati dalla riforma sulla proprietà industriale che mira a definire una strategia pluriennale per promuoverne la cultura, l’innovazione e gli strumenti di protezione e valorizzazione;

Rivoluzione verde e transizione ecologica per 59,3 miliardi. I progetti di investimento hanno l’obiettivo di favorire la transizione verde del Paese puntando su energia prodotta da fonti rinnovabili, aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, sostenendo gli investimenti in ricerca e innovazione e incentivando il trasporto pubblico sostenibile. Sono previsti inoltre 250 milioni di euro per la crescita di startup innovative nel settore della transizione ecologica con lo scopo di creare un Green Transition Fund (GTF), gestito da CDP Venture Capital, rivolto ai settori delle rinnovabili, dell’economia circolare, della mobilità, dell’efficienza energetica, dello smaltimento dei rifiuti, dello stoccaggio di energia e affini. Il GTF investirà in fondi di venture capital, startup e programmi di incubazione/accelerazione;

Infrastrutture per una mobilità sostenibile per 25,1 miliardi. Entro il 2026 gli investimenti mirano a rendere l’intero sistema infrastrutturale Italiano più moderno, digitale e sostenibile e in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione indicata dall’Unione Europea. Gli investimenti previsti si pongono in linea con quanto previsto dall’attuale Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), laddove prevede che per i trasporti si attribuisce rilievo prioritario alle politiche per il contenimento del fabbisogno di mobilità e all’incremento della mobilità collettiva, in particolare su rotaia, compreso lo spostamento del trasporto merci da gomma a ferro;

Istruzione e ricerca per 30,8 miliardi, con il fine di potenziare le competenze presenti nel nostro Paese e cogliere le sfide tecnologiche e ambientali. Le misure previste nel PNRR sono finalizzate a favorire un’efficace interazione tra il mondo della ricerca e il mondo produttivo, migliorare la propensione all’innovazione delle piccole e medie imprese e la loro partecipazione a filiere strategiche per la competitività nazionale ed europea, a cominciare dagli IPCEI (batterie, microelettronica, idrogeno) fino ai centri di trasferimento tecnologico;

Inclusione e coesione per 19,8 miliardi allo scopo di favorire l’avvio di nuova imprenditorialità femminile. Gli investimenti previsti hanno un ruolo di grande rilievo nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne. Tali interventi pongono rimedio agli scarsi investimenti nelle competenze, e al conseguente rallentamento della transizione verso un'economia basata sulla conoscenza: sono previsti investimenti in attività di upskilling, reskilling e life-long learning, che mirano a far ripartire la crescita della produttività e migliorare la competitività delle PMI e delle microimprese italiane. Il progetto è stato avviato dal ministro Giorgetti che ha reso operativo il “Fondo Impresa Donna”, previsto nella legge di Bilancio 2021, destinando un finanziamento iniziale di 40 milioni di euro;

Salute per 15,6 miliardi. La strategia perseguita con il PNRR è volta ad affrontare in maniera sinergica tutti gli aspetti critici del Servizio Sanitario Nazionale messi in luce dalla pandemia. Un significativo sforzo in termini di riforme e investimenti è finalizzato ad allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese. Inoltre, una larga parte delle risorse è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l'innovazione e allo sviluppo di competenze tecnico-professionale, digitale e manageriali del personale.

Ogni progetto è stato disegnato per rafforzare il potenziale di crescita del Paese secondo una precisa visione di politica industriale, in accordo alle “Raccomandazioni Specifiche” della Commissione Europea. L’obiettivo dichiarato quello di porre le basi per uno sviluppo duraturo e sostenibile dell’economia nazionale, garantendo la rapidità di esecuzione dei progetti attraverso una semplificazione degli strumenti in modo da favorire un aumento della produttività.

Si capisce quindi immediatamente quali siano le imprese maggiormente coinvolte dagli investimenti del PNRR e che hanno difronte un’opportunità unica di sviluppo. Sono tutte quelle che operano nel settore della digitalizzazione di prodotto ma anche di processo, della cyber security, della trasmissione di dati su rete fissa o mobile. Ma anche tutte le imprese avamposto della rivoluzione verde, da quelle locali a quelli nazionali, senza dimenticare tutte quelle che operano nel settore delle infrastrutture e della salute. Il discorso vale un po’ per tutte le Borse Europee, ma la parte del leone tocca a Piazza Affari: per fare un esempio, nel solo settore della digitalizzazione all’Italia toccano, come abbiamo, visto 40 miliardi di euro, alla Spagna 24, alla Germania 12 e alla Francia 10.

La speranza è che finalmente anche il nostro Paese possa imboccare la strada della crescita sostenibile. Lo capiremo comunque abbastanza presto.

Seguici su Telegram

Idea di investimento
Possibile premio del 13,40% annuo con il certificate su Ford, Renault e Stellantis
Sottostanti:
Stellantis NVRenault SAFord Motor Company
Rendimento p.a.
13,4%
Cedole
3,35% - €33,50
Memoria
si
Barriera Cedole
60%
ISIN
DE000VD39CK8
Emittente
Vontobel
Comunicazione Pubblicitaria
Fucina del Tag è un partner marketing di Vontobel
Maggiori Informazioni

La Finestra sui Mercati

Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!

Ho letto e accetto l'informativa sulla privacy