Che succede il 9 luglio senza accordi commerciali?

Cosa succede se il 9 luglio si concluderà senza ulteriori accordi commerciali?
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
I meeting delle banche centrali sono ancora lontani (il 24 la BCE e il 30 la FED) e anche la settimana si preannuncia non particolarmente densa di dati importanti. Settimana che vede però la fatidica scadenza del 9 luglio e che si preannuncia quindi molto volatile, almeno in teoria. Visto che in sei mesi dal suo insediamento Trump ha cambiato idea sui dazi 20 volte, è difficile capire quale potrebbe essere il filo conduttore questa volta.
Produzione industriale MoM della Francia, pari a -0.5%, peggiore delle attese (+0.4%), ma in miglioramento rispetto al -1.4% di aprile. Negative e peggiori delle attese le vendite al dettaglio MoM di maggio dell’Italia (-0.4% contro +0.5% attese e +0.7% in aprile).
Il lavoro sta tornando al centro delle discussioni di politica monetaria e fiscale, visto che i dati principali sono stati più forti del previsto, sollevando il mercato e gli investitori. L'economia ha creato 147k posti di lavoro a giugno, superando le 110k previste e le 144k del mese scorso. Nel complesso, è stato un rapporto positivo sotto tutti gli aspetti, visto che l’economia ha creato più posti di lavoro del previsto e le revisioni sono state positive. Il tasso di disoccupazione, che si è attestato tra il 4% e il 4.2% da maggio 2024, è sceso al 4.1%, nonostante le aspettative di un aumento al 4.3%. Approfondendo ulteriormente, i maggiori guadagni sono stati registrati nelle amministrazioni statali e locali, mentre la crescita dell'occupazione nel settore privato è stata la più debole da ottobre scorso.
Gli investitori si fanno invece una domanda: cosa succede se il 9 luglio si concluderà senza ulteriori accordi commerciali? Secondo alcuni analisti il ritorno di dazi USA fino al 50% è un rischio concreto: Cina e Giappone i più esposti, tregua con Canada e Regno Unito vicina, UE invece a rischio escalation ma con margini di compromesso tecnico entro luglio. È quindi altamente probabile che la settimana che si apre oggi vedrà gli investitori concentrarsi sulla scadenza di mercoledì per l'estensione dei dazi e su ciò che verrà dopo. L'amministrazione Trump ha lasciato intendere che potrebbe prorogare le scadenze per alcuni Paesi che negoziano in buona fede, ma ha anche lasciato intendere che potrebbe punire quelli con cui non è d'accordo.
Il Giappone è uno dei Paesi minacciati dal presidente. Questo significa che inizieranno a imporre dazi a Paesi con cui ritengono che i negoziati non stiano procedendo bene? Presumibilmente hanno negoziato con tutti questi Paesi, ma hanno promesso 90 accordi commerciali in 90 giorni, e credo che a questo punto ne abbiamo uno. Credo che la data del 9 luglio davvero molto importante e da tenere d'occhio perché le aziende non sanno quali saranno i dazi da quel momento in poi. E credo che questo renda molto difficile pianificare e prendere decisioni.
Ci sembra scontato che questo costituisce un ulteriore elemento di incertezza per le aziende di ogni tipo. L'annuncio di un accordo commerciale con il Vietnam ha avvicinato di un passo l'amministrazione, ma la politica commerciale con molti altri Paesi rimane incerta. Da un lato, un accordo commerciale fornisce una maggiore chiarezza e suggerisce il potenziale per ulteriori accordi nei prossimi giorni. Ma il tasso del 20% potrebbe essere superiore alle aspettative e l'impatto economico non è comunque del tutto chiaro.
La settimana che si apre oggi vedrà aste e verbali della Fed, potenzialmente in grado di plasmare l'andamento dei rendimenti. È vero che in settimana ci saranno pochi dati importanti in uscita, ma è altrettanto vero che sono in programma diverse importanti aste del Tesoro insieme ai verbali dell'ultima riunione della Fed. Un'asta a 3 anni dà il via alle cose martedì, seguita da un'asta a 10 anni mercoledì. Se la domanda di debito in scadenza dovesse diminuire, i rendimenti potrebbero aumentare. I rendimenti del Tesoro sono aumentati la scorsa settimana nonostante i dati deboli sull'occupazione nel settore privato. L'aumento dei rendimenti a fronte di dati deboli potrebbe indicare che gli investitori sono preoccupati per i crescenti livelli di debito federale derivanti dalla legge di bilancio approvata dalla Camera la scorsa settimana.
La Fed taglierà i tassi a luglio? Nella mente degli investitori le probabilità di un taglio dei tassi già il 30 luglio sembrava potessero aumentare dopo alcuni dati più deboli delle attese. In realtà secondo il FedWatch, solo il 5% dei trader si aspetta tassi più bassi. Le probabilità di un taglio il 17 settembre hanno invece raggiunto quasi il 100%. Notiamo che tassi più bassi non garantiscono necessariamente costi di finanziamento inferiori.
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