Come gestirà la Fed una minore crescita e una maggiore inflazione?

04/09/2025 06:15
Come gestirà la Fed una minore crescita e una maggiore inflazione?

La Fed continua ad essere tra l’incudine di una crescita economica che rallenta e il martello di un’inflazione in ripresa

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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Lettura finale del PIL dell’Europa QoQ del 2Q25 che non dovrebbe scostarsi dal +1.4% della lettura flash (+1.5% nel 1Q25), in uscita oggi alle 11:00. Variazione occupati USA di agosto (stima 74k contro 73k di luglio) e tasso di disoccupazione USA sempre di agosto (stima 4.3% contro 4.2% di luglio), entrambi alle 14:30

I principali titoli azionari statunitensi stanno registrando scarsi movimenti, poiché i guadagni delle scorse settimane sono stati compensati da previsioni di fatturato deludenti da parte di Nvidia, innescando un'ondata di vendite più ampia nel settore tecnologico e sollevando nuovamente preoccupazioni sul fatto che la corsa agli investimenti in intelligenza artificiale degli ultimi due anni possa perdere slancio. Gli occhi degli investitori sono ora puntati sul produttore di chip statunitense per capire come affronterà la feroce guerra commerciale tra Washington e Pechino, dopo che le previsioni per le vendite in Cina nel terzo trimestre sono attese deboli.

Nel frattempo, una combinazione di inflazione ostinatamente elevata e rallentamento del mercato del lavoro ha spinto la Fed ad adottare un approccio "wait and see" sui tassi di interesse, mentre l'impatto dei dazi continua a riflettersi sui dati economici. Come abbiamo avuto modo di notare, Powell ha adottato un tono più accomodante durante il suo recente discorso a Jackson Hole, segnalando la possibilità di un taglio dei tassi a settembre. Nonostante un mercato del lavoro in flessione, è chiaro che i dazi continuano a comportare rischi persistenti di inflazione. Ciò lascia la Fed in una posizione difficile, minacciando il suo duplice mandato di raggiungere la massima occupazione mantenendo al contempo i prezzi stabili. Il discorso di Powell ha fatto seguito a significative revisioni al ribasso dei dati occupazionali del Bureau of Labor Statistics (BLS) per maggio e giugno, che hanno mostrato una perdita di 258k posti di lavoro nei due mesi. Allo stesso tempo, une degli indicatori di inflazione preferito dalla Fed ha suggerito che i prezzi al consumo hanno ampiamente superato l'obiettivo del 2%.

L'ultima lettura dell'indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE) del BLS ha infatti mostrato che i prezzi sono aumentati del 2.6% il mese scorso, lo stesso di giugno e in linea con le previsioni economiche. L'inflazione di fondo, che esclude i costi volatili di cibo ed energia, è però tuttavia aumentata del 2.9% nei 12 mesi fino a luglio, il tasso annuo più alto da febbraio.

Non ci stupiamo tanto di questo aumento. Pur ritenendo infatti che l'inflazione si sarebbe ritirata bruscamente dai suoi elevati livelli dovuti al COVID, ci aspettavamo che "l'ultimo miglio" per raggiungere l'obiettivo del 2% della sarebbe stato il più impegnativo. Ma occorre ora fare anche i conti con gli effetti dei dazi. L'inflazione di fondo PCE è rimasta bloccata in un intervallo ristretto tra il 2.6 e il 3.1% dalla fine del 2023, con l'attuale lettura del 2.9% che rappresenta il tasso più alto da febbraio.

I dati forniscono ulteriori informazioni sul motivo per cui la Fed è stata così esitante nel tagliare i tassi di interesse. Sebbene l'inflazione sia scesa significativamente dal picco del 7.2% di tre anni fa, continua a mantenersi al di sopra dell'obiettivo del 2%. Nonostante l'incombente incertezza economica, gli americani non sembrano tuttavia ancora intenzionati a stringere i cordoni della borsa. La spesa al consumo è aumentata dello 0.5% da giugno a luglio, secondo il rapporto del Bureau of Economic Analysis (BEA), il maggiore incremento registrato da marzo.

Sorprendentemente, l'inflazione dei beni ha subito un calo dello 0.13% a luglio, dopo essere aumentata dello 0.4% a giugno. L'inflazione dei servizi, invece, è rimasta stabile a luglio, con un aumento dello 0.35% (il rialzo più forte da maggio) e un'inflazione su base annua che si è mantenuta a un ritmo elevato del 3.6%. Ciò rappresenta una sfida significativa per la Fed nella valutazione dei tassi di interesse: una persistente pressione sui prezzi in queste aree potrebbe indicare che l'inflazione si è insinuata nell'economia, nonostante il calo dei prezzi dei beni più flessibili. Ciò potrebbe indicare una fase avanzata dell'economia, in cui un mercato del lavoro teso si accompagna ad una forte domanda dei consumatori.

Se l'inflazione dei beni dovesse aumentare nei prossimi mesi, poiché le aziende sceglieranno di trasferire i costi più elevati dei dazi sui consumatori, l'obiettivo di inflazione del 2% della Fed potrebbe diventare più difficile da raggiungere che mai.

Nei prossimi mesi, gli investitori sperano che il mercato fornisca la risposta a una domanda in tre parti: i dazi causano un rallentamento della crescita e una contrazione del mercato del lavoro e/o una crescita dell’inflazione o entrambe le cose? E se entrambe le cose, come gestirà la Fed i tassi di interesse senza mettere a rischio il suo duplice mandato di massima occupazione e prezzi stabili?

A complicare ulteriormente lo scenario, venerdì una corte d'appello federale ha annullato l'uso da parte del presidente Trump dei poteri di emergenza concessi dal Congresso per imporre dazi. La sentenza potrebbe potenzialmente comportare il rimborso di miliardi di imposte da parte dell'amministrazione, un duro colpo per il Tesoro statunitense. Solleva inoltre dubbi sulla validità degli accordi conclusi da Trump con l'Unione Europea, il Giappone, la Corea del Sud e altri partner commerciali per ridurre i dazi reciproci sulle importazioni. I dazi rimangono comunque in vigore mentre il caso prosegue.

Sotto la forte pressione dell'amministrazione Trump per un taglio dei tassi di interesse, Powell si trova ora a camminare su un filo teso tra il contenimento dell'inflazione e il rilancio del mercato del lavoro. Al riguardo, la scorsa settimana Powell ha osservato: “presteremo molta attenzione al mercato del lavoro, dove l'equilibrio dei rischi sembra spostarsi in termini di inflazione”. I dati sulla disoccupazione previsti per domani potrebbero giocare un ruolo decisivo per la decisione della Fed di tagliare i tassi nella riunione del 17 settembre, anche se l'inflazione rimane al di sopra dell'obiettivo del 2%.

Da qui al 17 settembre, gli investitori si concentreranno su come la Fed interpreterà i dati in arrivo. Il candidato di Trump, Stephan Miran, attuale presidente del Consiglio dei Consulenti Economici (CEA) della Casa Bianca, dovrebbe essere approvato dal Senato per sostituire Adriana Kugler, che si è dimessa da governatore del Consiglio della Fed all'inizio di questo mese. Separatamente, venerdì la governatrice della Fed Lisa Cook ha chiesto un'ordinanza restrittiva temporanea d'emergenza per impedire al presidente Trump di licenziarla mentre una causa per il suo licenziamento è in corso in tribunale. Lunedì Trump ha infatti dichiarato di voler licenziare Cook dopo che la sua amministrazione le ha mosso accuse di frode ipotecaria. Insomma le notizie che potrebbero avere un impatto anche fore sui mercati non mancano.

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