Conti in rosso per Lufthansa. Il Covid-19 contagia i bilanci del settore

Il trasporto aereo si conferma una delle vittime “eccellenti” della crisi Covid-19. Ieri Iata avrebbe rilevato i «primi segnali di risveglio» per il mercato ma soltanto la settimana prima aveva diffuso un report con la previsione di una “stangata” in arrivo: oltre 120 miliardi di debiti in più causati dalla crisi. Sempre ieri è arrivata la conferma del contagio sul settore con la pessima trimestrale di Lufthansa mentre preoccupa la chiusura degli aeroporti Usa alle compagnie aeree cinesi.
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Il report Iata
Le prospettive 2020 per il settore aereo restano incerte.
Secondo un report diffuso la scorsa settimana dalla International Air Transport Association (Iata), il debito delle compagnie aeree è lievitato dai 430 miliardi di fine 2019 agli attuali 550 miliardi.
Di questi 120 miliardi di debiti in più, 67 miliardi sarebbero legati ad aiuti statali sotto forma di prestiti, incentivi e garanzie pubbliche. I restanti 53 miliardi da debito con il settore privato, in particolare prestiti bancari (23 miliardi).
In un comunicato diffuso ieri, Iata ha lanciato anche i primi segnali distensivi.
Secondo l’associazione il numero totale di voli quotidiani è aumentato di circa il 30% fra il minimo toccato il 21 di aprile e il 27 di maggio. «Aprile può anche aver rappresentato il nadir della crisi – ha detto il ceo, Alexander de Juniac –. I numeri dei voli ora stanno aumentando e i Paesi iniziano a eliminare le restrizioni», soprattutto nel mercato domestico.
Lufthansa, conti in rosso
Una conferma delle difficoltà del settore è arrivata dalla trimestrale di Lufthansa. La compagnia aerea, salvata con un pacchetto da 9 miliardi di euro del governo federale tedesco, adesso si trova con un 20% del capitale nelle mani dello Stato.
Ieri i risultati sul primo trimestre 2020 hanno segnalato una perdita netta di 2,1 miliardi di euro. Nel trimestre le compagnie aeree del gruppo hanno trasportato 21,8 milioni di passeggeri: il 26,1% in meno di un anno fa, mentre i dati di aprile rivelano un crollo del 98,1% su base annuale a quota 241mila.
Data l'incertezza sugli sviluppi della pandemia, si legge in un comunicato del gruppo, «continua a essere impossibile una stima precisa sul trend degli utili per il 2020. Il gruppo Lufthansa continua ad attendersi un declino significativo dell'ebit».
Nel primo trimestre il gruppo ha già dovuto iscrivere a bilancio un onere di 266 milioni di euro per la messa fuori servizio di numerosi aerei oltre che svalutazioni goodwill (avviamento) di 157 milioni di euro per Lsg North America e di 57 milioni per Eurowings.
Il numero uno della compagnia Carsten Spohr ha anche annunciato un piano di ristrutturazione che prevede, fra le altre cose, il dimezzamento dei velivoli in circolazione anche per il 2021 ed il 2022.
La chiusura degli Usa ai cinesi
A complicare la situazione l’inasprimento delle tensioni tra Washington e Pechino.
Secondo quanto riportato dal New York Times, dal 16 giugno i voli delle compagnie aeree cinesi negli Stati Uniti verranno sospesi, ma il Segretario dei Trasporti Usa, Elaine Chao, non ha escluso la possibilità che il provvedimento possa essere anticipato.
La decisione arriva come risposta dell'amministrazione Trump a Pechino che non ha ancora autorizzato le compagnie aeree statunitensi a riprendere le loro attività in Cina nonostante la fine del lockdown. Nei giorni scorsi Delta Air Lines e United Airlines avevano chiesto all'Autorità per l'aviazione civile cinese il permesso di riprendere i voli per la Cina, senza però ricevere risposta.
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