Coronavirus “Cigno Nero” per il petrolio ma “il peggio deve ancora arrivare”

11/02/2020 11:00
Coronavirus “Cigno Nero” per il petrolio ma “il peggio deve ancora arrivare”

La diffusione del virus nel mondo mette a rischio la domanda globale di greggio e gli analisti prevedono il proseguire dell’attuale basso livello dei prezzi

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Il prezzo del petrolio resta a bassi livelli

Giornata di rialzo per i prezzi del petrolio con il WTI che torna sopra quota 50 dollari, lasciando così i minimi degli ultimi 13 mesi toccati nelle ore precedenti. In crescita anche il prezzo del Brent, scambiato sopra i 54 dollari al barile.

Nonostante il +1% dei prezzi del petrolio arrivato nella mattina di oggi, questi restano a bassi livelli a causa delle preoccupazioni per il calo della domanda di petrolio in Cina causato dagli effetti sull’economia del coronavirus.

Il recupero, però, “potrebbe durare poco”, spiega Margaret Yang market analyst presso CMC Market, a causa della “probabilità che la domanda cinese di energia rimanga debole a breve termine, a causa dell’impatto del virus”.

Il “Cigno Nero” o “tempesta perfetta”

Il coronavirus, potrebbe restare il “principale fattore ribassista” per il greggio, scrive su Forbes Gaurav Sharma, in quanto rappresenta “la tempesta perfetta che farà scendere i prezzi sotto i 30 dollari”.

Inoltre, il coronavirus viene definito “Cigno Nero” per il petrolio, sia da Moody’s che da Warren Pies, analista di Ned Davis Research, sottolineando i principali fattori che spingono gli analisti a prevedere il perseguire delle vendite sul greggio.

“Pechino ha messo in quarantena milioni di persone, prolungato le vacanze di Capodanno cinese e chiuso uffici, fabbriche, cantieri navali, centri commerciali, cinema e altri luoghi pubblici”, spiega Sharma, e questo “ridurrà la domanda della Cina, almeno nel primo trimestre, del 18-25%”.

Al calo della domanda cinese si potrebbe aggiungere l’effetto “domino” della pandemia, già diffusa in 20 paesi, influenzando l’economia degli altri paesi, in particolare i viaggi, con la domanda mondiale di greggio a rischio. “Con lo scoppio del coronavirus, tutte le vecchie proiezioni sono inutili e il 2020 può diventare un anno di crescita della domanda insignificante se non addirittura in possibile declino”, prevede Sharma.

Possibili tagli alla produzione

Un sostegno ai prezzi del greggio potrebbe arrivare da possibili tagli alla produzione decisi dall’Opec+ e dalla Russia, attraverso un piano di riduzione dell’offerta.

Però, “l’Opec+ sembra essere intrappolata in una modalità wait-and-see”, osserva Edward Moya, senior market analyst di Oanda, mentre “la Russia può farcela con un petrolio a 40 dollari e, di conseguenza, potrebbe non essere così ansiosa di raggiungere un accordo con gli altri membri dell’Opec+ nel decidere a favore di un altro taglio di 600.000 barili al giorno”.

L’intervento dei produttori, dunque, potrebbe non essere così incisivo sugli effetti del “Cigno Nero”, in quanto “non abbastanza per calmare i forti venti ribassisti che hanno soffiato per cinque settimane consecutive di calo dei prezzi del petrolio”, conclude Sharma.

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