Cosa aspettarsi dall'economia cinese nel 2022

28/01/2022 14:30
Cosa aspettarsi dall'economia cinese nel 2022

L’economia cinese potrebbe correre nell’anno della Tigre, ma serve stabilizzare il settore immobiliare.

A cura di Zhennan Li, Senior Economist Greater China presso AllianceBernstein.

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Tra le Olimpiadi invernali di febbraio e il XX Congresso nazionale del Partito comunista cinese, in programma nel quarto trimestre, quest’anno il mondo ha gli occhi puntati sulla Cina. Sotto la lente globale ci saranno gli obiettivi finanziari, ambientali ed economici del colosso asiatico.

Strategia Covid-zero alle prese con Omicron

Per fronteggiare l’ultima impennata di casi COVID di metà dicembre, Pechino ha continuato ad adottare la politica “zero-COVID”, disponendo test di massa e chiudendo i distretti interessati. Una politica che finora è riuscita a limitare i focolai per dimensioni e durata, contenendo la diffusione del virus, compreso Omicron. Ora però “l’imminente Capodanno cinese – tradizionalmente la più grande “migrazione” di massa al mondo – e le Olimpiadi Invernali di Pechino possono comportare qualche difficoltà”,  spiega Zhennan Li, Senior Economist Greater China presso AllianceBernstein.

L’attuale ondata di COVID, ben più aggressiva in termini di contagi, “potrebbe pesare sui consumi nel breve periodo e rappresenta un potenziale rischio al ribasso per l’economia cinese”, commenta l’esperto, che non si aspetta però che il governo intervenga drasticamente come con il lockdown nazionale di inizio 2020, il che induce a credere che l’impatto sarà gestibile.

Per AllianceBernstein una crescita sotto il 5% nel 2022 è “molto improbabile”

Nel 2022 Pechino intende dare priorità alla stabilità della crescita, anche grazie a investimenti pubblici. Se è vero che la crescita non è più l’unico punto focale, secondo AB questo non significa mettere meno enfasi sull’espansione del PIL, ma piuttosto significa che ora gli obiettivi includono anche la stabilità finanziaria e la sostenibilità ambientale.

Come in una reazione a catena, questo ha spinto molti osservatori a prevedere una crescita del PIL nel 2022 nettamente inferiore al potenziale, ma AllianceBernstein prevede “una crescita del 5,3% per il 2022, con un’inflazione complessiva lievemente più elevata, ma ancora moderata”.

Inoltre, una crescita robusta rimane fondamentale per il piano di prosperità comune, che per essere raggiunto necessita di un reddito pro capite più elevato.

Alla luce di ciò, una crescita cinese sotto il 5,0% nel 2022 è “molto improbabile” per Li, secondo cui le prospettive di crescita per il prossimo anno saranno influenzate da alcuni fattori. Primo fra tutti, il dinamismo delle esportazioni e i motori di crescita interni, aree in cui “una ripresa più lenta del previsto rappresenta il maggior rischio al ribasso per le nostre prospettive”, spiegano da AB. In secondo luogo, Li ritiene che il settore immobiliare rimarrà debole nel 2022, anche se “fortunatamente, negli ultimi anni il contributo del comparto residenziale alla crescita è stato strutturalmente più basso, il che riduce la necessità di un deciso rimbalzo del settore immobiliare”. In ultimo, i margini sulla politica di bilancio, la principale leva politica di Pechino.

L’azione politica per assicurare la stabilità della crescita

Secondo la società di gestione patrimoniale americana, per promuovere la solidità della crescita nel 2022, è ipotizzabile che Pechino metta in campo ampie misure di stimolo fiscale accompagnate da una politica monetaria di sostegno e da una politica immobiliare incentrata sulla stabilità.

AllianceBernstein prevede una rapida accelerazione del ritmo degli investimenti pubblici già a inizio anno. Una politica fiscale espansiva richiede una politica monetaria di sostegno e per questo motivo AB si aspetta che la People’s Bank of China (PBoC) mantenga per il resto dell’anno tassi ufficiali invariati su livelli moderatamente bassi per ancorare i costi di finanziamento nell’economia reale.

“La crescita del credito dovrebbe restare robusta, più o meno in linea con quella del PIL nominale, a tal fine, la banca centrale cinese può avvalersi di diversi strumenti strutturali per sostenere le piccole e medie imprese, come l’ammodernamento degli impianti manifatturieri e la decarbonizzazione”. Nel complesso, l’esperto di AB ritiene che nel 2022 il rapporto debito/PIL aumenti a un ritmo paragonabile a quello dei tre anni precedenti la pandemia.

Mercato immobiliare sotto la lente: dare vita a un settore solido e meno speculativo

Sul fronte immobiliare, per Li nel 2022 l’accento non sarà sul rafforzamento del settore, ma sulla sua stabilizzazione, portando a una normalizzazione del volume dei prestiti ipotecari per soddisfare una ragionevole domanda di abitazioni e una ripresa dei prestiti bancari agli sviluppatori immobiliari.

Gli ultimi anni sono stati all’insegna di un duplice approccio alla regolamentazione del settore immobiliare da parte del governo: “una combinazione di interventi normativi a breve termine per sgonfiare la bolla immobiliare e mantenere la stabilità dei prezzi, e la creazione di meccanismi a lungo termine come lo sviluppo di un mercato degli affitti, la riforma del sistema fondiario, la riforma del regime tributario, l’imposta sugli immobili e politiche prudenti di finanziamento degli alloggi”. La politica immobiliare nazionale “dovrebbe continuare in questa direzione”, conclude Li, che ritiene poco probabile un allentamento significativo e generalizzato della regolamentazione.

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