Crisi europea del gas e inflazione, quali sono i rischi all’orizzonte

27/10/2021 10:30
Crisi europea del gas e inflazione, quali sono i rischi all’orizzonte

In Europa il prezzo all’ingrosso del gas naturale è aumentato da inizio anno del 380%, creando timori riguardo all’impatto potenziale sull’inflazione.

A cura di Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist presso Schroders

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Cosa si nasconde dietro al rialzo del gas

Settimane di montagne russe per i prezzi del gas: il prezzo all'ingrosso del gas naturale in Europa è schizzato del 380% da inizio anno, sollevando preoccupazioni sul potenziale impatto sull'inflazione. Le famiglie si trovano a dover pagare l'aumento di tale prezzo e questo “potrebbe avere un impatto negativo sulla domanda di altri beni e servizi, con un aumento del rischio di inflazione indiretta, o di inflazione salariale”, commenta Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist presso Schroders.

Innanzitutto, perché i prezzi sono aumentati così tanto? Secondo l’analista sono diversi i fattori che hanno contribuito a questo rialzo dei prezzi, sia sul lato domanda che dell'offerta.

Lato domanda, le riserve si sono ridotte all'avvicinarsi dell'inverno a causa dell’aumento dei consumi energetici nel 2020, dovuto, secondo la Commissione Europea, all'inverno più freddo e all'estate molto più calda del solito nel 2020. Ad aver contribuito al consumo delle riserve sono state anche le nuove scelte dei consumatori come “l'abbandono graduale dei combustibili più inquinanti, a favore del gas, così come il maggiore lavoro da casa”.

Lato offerta invece, Norvegia e Russia, le due principali fonti di gas naturale, hanno entrambe ridotto l'output quest'anno. La Norvegia ha visto una riduzione del 3% (a luglio 2021), con -7,2% sul fronte esportazioni. Anche il Regno Unito ha visto una riduzione della produzione del 28%, con l'export in calo del 59,2%. Ad aver influito è stata anche la crescente domanda da parte dell'Asia, specialmente dalla Cina, con un dirottamento verso Oriente di parte dell'offerta russa.

“Alcuni accusano anche la Russia di aver limitato l'offerta per guadagnare supporto politico sull'approvazione del gasdotto Nord Stream 2, che collegherebbe Russia e Germania, bypassando l'Ucraina, accusata di sottrarre il gas diretto all'Europa. Il gasdotto ha diversi oppositori, compresi gli USA, dato che la maggiore dipendenza dall'offerta russa rappresenterebbe un rischio geopolitico”, commenta l’esperto di Schroders.

I Paesi più colpiti dal caro gas

I Paesi Bassi sarebbero i più dipendenti dal gas naturale, che rappresenta il 43% del loro uso totale di energia, seguiti da Italia (41%) e Regno Unito (39%).

All'opposto, la Svezia, promotrice delle rinnovabili che oggi contano per il 38%, usa gas solo per il 2%. In generale il dato aggregato per l'Eurozona, simile a quello della Germania, mostra una percentuale di uso di gas del 25%.

L'impatto sull'inflazione dell'Eurozona

Le ultime stime di Schroders prevedevano l'indice armonizzato dei prezzi al consumo al 2,1% nel 2021 e all'1,7% nel 2022. Secondo l’analisi, un aumento del prezzo all'ingrosso del gas dovrebbe impattare sull'inflazione nel 2022, nell'ordine di 0,5-0,6 punti percentuali: “ciò significa che l'inflazione aumenterà di nuovo nel 2022, per poi scendere nel 2023”, spiega Zangana, che però avverte che potrebbero esserci sorprese, sia al rialzo che al ribasso.

Ad esempio, un inverno molto freddo o maggiori costi di produzione potrebbero portare a un ulteriore aumento dei prezzi del gas. In questo caso, secondo l’esperto “probabilmente i governi interverranno per affievolire l'impatto sulle famiglie, come già fatto da Spagna e Italia”.

Al contrario, un inverno caldo o un aumento dell'offerta da parte della Russia potrebbero portare a una riduzione dei costi.

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In conclusione, secondo Zangana “l'aumento del prezzo del gas in Europa implicherà bollette più alte nei prossimi mesi, il che probabilmente porterà a una maggiore inflazione nel 2022”. Tuttavia, anche se l'aumento dell'inflazione sarà temporaneo, le famiglie probabilmente dovranno affrontare una maggiore inflazione indiretta, causata dai maggiori costi di produzione, che impatteranno su prezzi di beni e servizi. La domanda probabilmente si ridurrà, così come il potere d'acquisto dei consumatori.

La risposta delle Banche Centrali

In tale contesto come si comporteranno le banche centrali? Secondo l'esperto, "la BCE probabilmente passerà oltre questa questione, ma la BoE sembra più divisa. Se i mercati avranno ragione, il Regno Unito dovrebbe aspettarsi un rialzo dei tassi imminente, con altri in arrivo nel 2022”. Tuttavia, gli analisti di Schroders non ritengono che la BoE seguirà questa strada, poiché aumentare i tassi di interesse, impattando sulla domanda, in una fase cruciale della ripresa post-pandemica sarebbe controproducente, specialmente se l'offerta nell'economia è solo temporaneamente limitata. “Le banche centrali - conclude Zangana - hanno cercato disperatamente di far aumentare l'inflazione sin dalla crisi finanziaria globale, ma non auspicavano di certo a questo tipo di inflazione”.

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