Debito dei consumatori statunitensi da record

02/12/2025 07:15
Debito dei consumatori statunitensi da record

Sommando tutte le forme di debito dei consumatori statunitensi, questo ha raggiunto un totale di 18,6 trilioni di dollari, livello record secondo i dati della Fed di New York.

Considerando il rapporto tra debito delle famiglie e reddito disponibile, l'attuale valore è appena al di sotto del 90% e vicino al livello più basso degli ultimi 25 anni

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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Inflazione YoY dell’Europa di novembre in uscita oggi alle 11:00 (stima +2,1%, invariato rispetto ad ottobre) e tasso di disoccupazione di ottobre (stima 6,3%, invariata rispetto a settembre).

PMI manifatturiero dell’Europa di novembre leggermente inferiore delle attese (49,6 punti contro 49,7 punti atteso) e in flessione rispetto ai 50 punti di ottobre. Da notare come la manifattura si mantenga in territorio negativo e fatichi a riportarsi sulla via della crescita. Nella stessa situazione, sia pure con sfumature diverse, si trovano il Giappone dove il PMI manifatturiero di novembre è risultato pari a 48,7 punti (48,8 atteso e 48,2 punti in ottobre) e la Cina dove il PMI manifatturiero Caixin è sceso a 49,9 punti (50,5 atteso e 50,6 punti in ottobre).

Di diverso tenore la manifattura statunitense il cui PMI di novembre (52,2 punti contro 51,9 atteso e 52,5 punti di ottobre), pur in flessione rispetto ad ottobre, si mantiene sopra la soglia dei 50 punti. Inferiore alle attese l’ISM manifatturiero a novembre (48,2 punti contro 49 atteso e 48,7 di ottobre). Come noto, la differenza tra i due indicatori sta nell’ente che lo pubblica, nella metodologia di calcolo e in alcuni dettagli interpretazione. L’ISM è l’indicatore più seguito dalla FED. Un livello superiore a 42,7 punti e considerato storicamente compatibile con la crescita del PIL (a differenza dei 50 punti del PMI).

Con l'avvicinarsi del Natale e della stagione dei regali, i media di tutto il mondo hanno riportato che il debito dei consumatori statunitensi legato alle carte di credito ha superato 1,2 trilioni di dollari, un livello record. Un'altra statistica che ha attirato molta attenzione nell'ultimo mese è stata fatta sommando tutte le forme di debito dei consumatori (mutui ipotecari, prestiti auto, carte di credito, prestiti studenteschi, ecc.) e ha raggiunto un totale di 18,6 trilioni di dollari, anch'esso un livello record secondo i dati della Fed di New York. Molti di questi resoconti dei media hanno lasciato intendere che questo livello di debito significasse che i consumatori erano in difficoltà economiche e in cattive condizioni finanziarie.

Sebbene sia vero che il debito delle carte di credito e il debito totale dei consumatori abbiano raggiunto livelli record, riteniamo sia opportuno analizzare più a fondo la situazione e cercare di capire meglio il reale significato di questi numeri. Iniziamo confrontando l'attuale livello di debito dei consumatori con un parametro di riferimento appropriato, piuttosto che considerare il dato assoluto nel suo complesso. Se si considera il rapporto tra debito delle famiglie e reddito disponibile, l'attuale valore appena al di sotto del 90% è vicino al livello più basso degli ultimi 25 anni, secondo i dati Bloomberg. Gli unici periodi in cui il rapporto è stato inferiore sono stati i primi mesi della pandemia di COVID-19 e i 18 mesi dall'inizio del 2021 a giugno 2022. Il livello più alto, vicino al 135%, si è registrato alla fine del 2007, poco prima che la Grande Crisi Finanziaria colpisse i mercati.

Inoltre, a chi ci segue non sarà sfuggito che di recente abbiamo scritto come l'economia dei consumi fosse biforcuta (l’economia a K). In altre parole, alcuni consumatori se la passavano piuttosto bene nell'attuale situazione economica (i percettori di salari elevati), mentre altri erano in difficoltà (quelli nella fascia più bassa della scala dei redditi). Una parte del nostro giudizio negativo sul settore dei beni di consumo discrezionali è proprio legata alle difficoltà dei consumatori nella fascia più bassa.

Pensatela in questo modo: i consumatori nella fascia più bassa della scala dei redditi spendono una percentuale molto più alta del loro reddito in beni di prima necessità come cibo e alloggio. Hanno molto meno reddito extra da spendere in beni e servizi come vacanze, auto e cene al ristorante rispetto a quelli nella fascia più alta di reddito.

Mentre la spesa discrezionale è normalmente sbilanciata verso questi percettori di reddito più alto in un tipico ciclo economico, questa volta i salari di coloro che si trovano nella fascia più bassa della scala dei redditi non hanno tenuto il passo con il ritmo dell'inflazione e la disparità o asimmetria è aumentata in modo significativo. Ciò significa che il loro potere d'acquisto è diminuito con l'aumento dei prezzi. "Accessibilità" è recentemente diventata una notizia di grande attualità.

Quindi, è vero che il debito è un numero elevato, ma dovremmo guardare oltre per avere la giusta prospettiva. Inoltre, il debito ipotecario non è al momento estremo e le insolvenze sulle carte di credito sono aumentate solo modestamente. Sembra che i mutuatari più giovani e quelli con redditi più bassi siano stati i più colpiti. Tuttavia, il saldo complessivo del debito continua ad aumentare con il reddito. Mentre i percettori di redditi più alti continuano a spendere. Riteniamo che i rimborsi fiscali della prossima primavera possano portare ad una crescita della spesa al consumo.

Riteniamo quindi che l'economia possa migliorare nel corso del 2026. Le spese in conto capitale legate all'intelligenza artificiale (IA) e la deregolamentazione dovrebbero infatti avere un impatto positivo anche su diversi segmenti dell'economia.

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