Dicembre inizia con il ribasso

Future negativi in Europa e a Wall Street.
Tra i 20 mercati azionari con le migliori performance a livello mondiale quest'anno, un indice su due è europeo, le borse di Ungheria, Slovenia e Repubblica Ceca hanno registrato un rialzo superiore al 60% in dollari.
L’indice Stoxx 600 che include le principali società del Vecchio Continente, segna un rialzo da inizio anno del 13,5%, +27% in dollari.
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Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, il future dell’indice Dax di Francoforte perde lo 0,5%. Venerdì il Ftse Mib di Milano ha chiuso l’ultima seduta di novembre con un guadagno dello 0,3%, grazie al rimbalzo degli ultimi quattro giorni di borsa, il mese si è chiuso con un bilancio positivo, +0,5%.
Inizia oggi l’ultimo mese del 2025, da inizio anno, l’indice Stoxx 600 che include le principali società del Vecchio Continente, segna un rialzo da inizio anno del 13,5%, +27% in dollari.
EUROPA
Tra i 20 mercati azionari con le migliori performance a livello mondiale quest'anno, un indice su due è europeo, segnala Bloomberg. Si tratta di un risultato che la regione ha raggiunto solo tre volte in passato. A un mese dalla chiusura delle contrattazioni per il 2025, le borse di Ungheria, Slovenia e Repubblica Ceca hanno registrato un rialzo superiore al 60% in dollari. Ciò li colloca tra i primi 10 migliori performers a livello globale. Spagna, Polonia e Austria seguono a ruota. L'indice Stoxx 600 si avvicina alla maggiore sovraperformance rispetto all'S&P 500 dal 2006 in dollari.
EURO
La valuta unica guadagna da inizio anno il 12,3% su dollaro ma non certo perché l’Europa stia sfidando la supremazia mondiale degli Stati Uniti, o della Cina. Al contrario, sabato il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo nel quale si afferma che l’Europa oggi sembra fuori dai giochi che contano nel mondo.
L’estate ha segnato una svolta: Washington e Pechino hanno definito nuove regole commerciali senza coinvolgere l’UE, e la Casa Bianca ha presentato un piano per porre fine alla guerra in Ucraina senza consultare i partner europei.
L’Unione ha risposto proponendo una propria bozza di accordo e accelerando la riarmatura, ma la lentezza delle decisioni a 27 rischia di comprometterne l’efficacia. Personalità come Mario Draghi invocano una maggiore integrazione industriale e militare, mentre vari leader avvertono che l’Europa deve acquisire “potere reale” per restare rilevante.
La Germania, priva dei pilastri tradizionali della sua crescita — gas russo, export in Cina e protezione militare USA — ha avviato un massiccio programma di riarmo da 500 miliardi di euro. Ma resistenze nazionali e rivalità industriali complicano il tentativo di costruire una difesa comune.
Le recenti mosse di Donald Trump, tra cui l’incontro con Vladimir Putin e l’esclusione dell’UE dal piano per l’Ucraina, hanno aggravato la percezione europea di vulnerabilità. Anche Pechino continua a esercitare pressione economica, in particolare con l’ondata di importazioni a basso costo che colpiscono l’industria europea.
UCRAINA
C'è ancora "molto da fare" per arrivare ad una fine del conflitto in Ucraina ma sono stati "produttivi" i colloqui a Miami tra il segretario di Stato americano Marco Rubio, l'inviato di Donald Trump Steve Witkoff e il genero del presidente Jared Kushner con una delegazione di Kiev guidata da Rustem Umerov, subentrato al dimissionario Andriy Yermak, travolto da uno scandalo di corruzione.
Alla vigilia della partenza di Witkoff per Mosca, in settimana, le discussioni sono state "toste ma molto costruttive", secondo quanto riferito da una fonte alla Cnn.
Soprattutto sono state affrontate alcune delle "questioni più delicate" per la risoluzione della guerra: territori e garanzie sulla sicurezza, i punti su cui nei colloqui a Ginevra non s’era trovato l'accordo. Umerov che ha parlato di "un successo”.
Tra i temi discussi a Miami anche un calendario per le elezioni in Ucraina. Nel primo piano presentato dagli Stati Uniti era previsto che Zelensky si dimettesse e indicesse le elezioni entro 100 giorni dalla fine della guerra. Ma questo potrebbe essere uno dei punti controversi sui cui a Ginevra non si è trovato un accordo.
Nel dibattito di queste ore è entrato a gamba tesa anche Viktor Orban che ha invitato Kiev a fare concessioni alla Russia, descrivendo le cessioni territoriali come inevitabili.
SETTIMANA MACRO
Gli uffici federali degli Stati Uniti dovrebbero essersi messi in pari, dopo lo shutdown, per cui è possibile che nei prossimi giorni torni regolare l'uscita dei dati macroeconomici. Il team di strategia di Monte Paschi Corporate&Investment Banking segnala come importanti gli indici ISM manifatturiero e servizi di novembre (lunedì e mercoledì rispettivamente): per quanto riguarda il dato di oggi, c’è da vedere se rimarrà sotto quota 50 come si aspetta il consensus, il secondo invece dovrebbe confermare che il segmento è in espansione.
Tra gli altri dati, importante il PCE core (variabile di riferimento Fed) di venerdì, anche se è un po' datato riferendosi a settembre, sarà comunque un elemento in più per la Fed nella riunione del 10 dicembre. Relativamente al mercato del lavoro, mercoledì escono gli occupati ADP, che finora sono stati particolarmente osservati in mancanza dei dati sul mercato del lavoro. In area euro i dati più importanti sono quelli relativi all’inflazione di novembre (domani), già in parte anticipati dalle indicazioni giunte dalle principali economie.
Inizia il blackout period per i membri Fed in vista della riunione del 10 dicembre. Per la BCE ci saranno alcuni interventi, tra cui quello della Lagarde al Parlamento europeo (mercoledì in due sedute mattina e pomeriggio). In calendario anche le riunioni della banca centrale polacca (mercoledì) attesa lasciare i tassi invariati e della banca centrale indiana (venerdì) attesa tagliare di 25pb.
PETROLIO
Petrolio Brent in rialzo di quasi il 2% a 63,5 dollari il barile. Gli otto Paesi dell'Opec+, riuniti ieri in videoconferenza, hanno confermato la decisione del 2 novembre scorso di sospendere gli incrementi di produzione di petrolio a gennaio, febbraio e marzo 2026.
In una nota pubblicata sul sito dell'organizzazione si legge che gli otto Paesi "hanno ribadito che gli 1,65 milioni di barili al giorno potrebbero essere restituiti in parte o per intero, a seconda dell'evoluzione delle condizioni di mercato e in modo graduale. I Paesi continueranno a monitorare e valutare attentamente le condizioni di mercato e, nel loro continuo impegno a sostenere la stabilità del mercato, hanno ribadito l'importanza di adottare un approccio cauto e di mantenere la massima flessibilità per continuare a sospendere o annullare gli ulteriori aggiustamenti volontari della produzione, inclusi gli aggiustamenti volontari precedentemente implementati per i 2,2 milioni di barili al giorno annunciati a novembre 2023”.
RINNOVABILI: IN CRESCITA NONOSTANTE TRUMP
Nel 2025, le energie rinnovabili, in particolare il vento e il solare, hanno raggiunto un nuovo traguardo, con investimenti record di 386 miliardi di dollari nella prima metà dell'anno, segnando un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nonostante gli sforzi dell'amministrazione Trump per ostacolare l'energia pulita negli Stati Uniti, il settore continua a prosperare.
Gli investimenti nel solare sono aumentati del 5%, raggiungendo i 252 miliardi di dollari, mentre quelli nel vento sono cresciuti del 24%, toccando i 126 miliardi di dollari, secondo i dati forniti da BNEF. Questa crescita è in parte attribuita alla competitività dei costi: le energie rinnovabili ora competono con le fonti fossili e sono più rapide da realizzare rispetto alle tradizionali centrali a carbone.
La borsa degli Stati Uniti dovrebbe aprire in ribasso, future del Nasdaq -0,8%. L’indice S&P500 ha chiuso la settimana con un rialzo del 3,7%, novembre appena sopra la parità, abbastanza per arrivare al settimo mese consecutivo in positivo.
EMERGENZA CASE NEGLI STATI UNITI
Sempre più americani faticano a sbarcare il lunario e la rata del mutuo o l’affitto diventano una voce sempre più ingombrante nelle entrate delle famiglie, scriveva la scorsa settimana il Financial Times. Negli Stati Uniti c’è una vera e propria emergenza abitativa, non lo dice Bernie Sanders, di recente, è stato il Segretario al Tesoro Scott Bessent ad affermare che l'amministrazione potrebbe presto dichiarare lo stato di emergenza nazionale per l'edilizia abitativa. La priorità è alta: “Tutto è sul tavolo”, ha detto Bessent, bisogna in ogni modo alleviare una crisi strutturale di accessibilità che ha significative implicazioni macroeconomiche e politiche. La Fed di Atlanta calcola che negli Stati Uniti una casa media costa 400.000 dollari, il 30% in più di quattro anni fa. Per poter reggere il peso di un mutuo su questo valore, una famiglia dovrebbe disporre di 120.000 dollari l’anno di entrate, 35.000 in più di quel che oggi è la media negli Stati Uniti.
David Lyle, Co-Head of Structured Investments di Invesco ritiene probabile che il presidente Trump dichiarerà lo stato di emergenza nazionale per l'edilizia abitativa con un ordine esecutivo. “Si prevede che conterrà una combinazione di linee guida normative e incentivi volti ad affrontare la crisi dell'accessibilità aumentando l'offerta di alloggi e riducendo i costi di finanziamento. A nostro avviso, una tale mossa fungerebbe probabilmente da catalizzatore per un coordinamento più aggressivo delle politiche tra le agenzie e segnalerebbe un nuovo livello di impegno nel mercato immobiliare, con il potenziale di ridefinire il panorama per gli anni a venire”.
Il bitcoin segna un calo del 5% a 86.500 dollari. Oro in lieve ribasso a 4.220 dollari, mentre l’argento tocca un altro massimo storico.
ASIA
Nikkei di Tokyo in ribasso del 2%, si apprezza lo yen dopo le dichiarazioni sui tassi del governatore della banca centrale: salgono le aspettative di un rialzo questo mese. Borse della Cina positive (Shanghai Composite +0,5% e Hang Seng di Hong Kong +0,4%) nonostante le indicazioni sull’andamento del comparto manifatturiere siano state parzialmente deludenti. Sulla parità l’azionario dell’India, ad un passo da nuovi massimi storici dopo la diffusione dei dati sul Pil.
TITOLI
Stellantis. ”Accogliamo con favore tutte le misure che favoriscono un ritorno rapido e sostenibile alla crescita dell'industria automobilistica europea”, ha dichiarato Emanuele Cappellano, responsabile europeo di Stellantis, dopo la richiesta inviata venerdì a Bruxlles dal Cancelliere tedesco Chancellor Friedrich Merz per chiedere flessibilità rispetto allo stop del 2035 sui nuovi veicoli con motore a scoppio.
Maire avvia oggi un programma di riacquisto di azioni fino al 3% circa del capitale, ha comunicato venerdì sera. La società si riserva il diritto di aggiornare la quantificazione dei danni derivanti dalle condotte illecite di EuroChem e continuerà a portare avanti il procedimento arbitrale nell'ambito del quale sta chiedendo danni per oltre 700 milioni.
Mediobanca, Monte Paschi. Francesco Gaetano Caltagirone e l'AD di Delfin Romolo Bardin hanno riferito a Consob di contatti con il Tesoro circa un possibile investimento in Mps prima del collocamento del 13 novembre 2024 stante la spinta del Mef a creare un nucleo di azionisti stabili, si legge nel decreto di perquisizione visionato da Reuters, secondo cui la versione resa a Consob dal Mef nega invece contatti tra gli uffici rilevanti di via XX Settembre e i futuri investitori. Il Mef ribadisce di aver agito sempre nel rispetto delle regole e della prassi.
Per sottolineare le difficoltà di passare dalle indagini alle condanne penali nei crimini finanziari, La Stampa venerdì cita una fonte investigativa senior secondo cui in inchieste come quella relativa all'operazione Mps-Mediobanca "perseguiamo reati sanzionati con la pena della perquisizione”.
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