Dividend Day a Piazza Affari: l’elenco delle società attese per lunedì 23 giugno

Dividend Day a Piazza Affari: l’elenco delle società attese per lunedì 23 giugno

La prossima settimana inizierà con lo stacco dei dividendi per alcune società componenti del FTSE MIB e altre appartenenti ad altri benchmark, con conseguenze sull’andamento dei prezzi di apertura degli indici coinvolti.

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Il Dividend Day di lunedì 23 giugno

Terza giornata di dividendi a Piazza Affari, dopo quelle del 22 aprile e del 19 maggio scorsi, data da tenere d’occhio vista l’influenza che queste possono avere sugli indici all’apertura degli scambi di Milano.

La data da segnare sul calendario è quella di lunedì 23 giugno saranno sette le società appartenenti al FTSE MIB a staccare la cedola relativa agli utili del 2024, mentre fuori del principale indice italiano sarà il turno di 11 aziende.

Le società del FTSE MIB

Di seguito l’elenco delle società appartenenti al FTSE MIB attesa allo stacco della cedola:

Leonardo: 0,52 euro

Hera: 0,15 euro

Pirelli: 0,25 euro

Poste Italiane: 0,75 euro

Snam: 0,1743 euro

Stmicroelectronics: 0,09 dollari

Terna: 0,277 euro

Per Poste Italiane, Snam e Terna si tratta della seconda di due tranche, dopo gli acconti distribuiti tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.

Poste Italiane paga un saldo di 75 centesimi dopo la cedola da 0,33 euro staccata a novembre, Snam stacca un dividendo da 0,1743 euro dopo l’acconto di 0,2905 di gennaio e Terna paga un saldo di 0,277 euro dopo l’anticipo di 0,1192 di novembre.

Per STMicroelectronics, invece, è il primo di quattro pagamenti annuali, ciascuno pari a 0,09 dollari.

Le altre società

Acea: 0,95 euro

Ariston: 0,08 euro

Carel industries: 0,165 euro

Digitouch: 0,03 euro

Enav: 0,27 euro

Iren: 0,1283 euro

Mare engineering group: 0,02 euro

Mfe-mediaforeurope A: 0,27 euro

Mfe-mediaforeurope B: 0,27 euro

Ovs: 0,11 euro

Promotica: 0,09 euro

Tamburi: 0,16 euro

Gli impatti del dividend day sugli indici

Lo stacco delle cedole ha un impatto diretto sull’andamento degli indici come il FTSE MIB. Quando una società stacca il dividendo, il prezzo della sua azione si riduce di un importo pari al valore della cedola distribuita. Questo meccanismo si riflette anche sull’indice di riferimento, che essendo un paniere composto dai principali titoli di Borsa Italiana, mostra una diminuzione proporzionale al peso delle società che hanno distribuito il dividendo.

A differenza degli indici total return, che incorporano i dividendi pagati e quindi non subiscono variazioni negative al momento dello stacco, il FTSE MIB è un price index: per questo motivo, lo stacco delle cedole può causare un’apparente performance negativa dell’indice, anche in presenza di una crescita sottostante dei titoli che lo compongono.

L’entità dell’impatto dipende dal numero di società coinvolte, dall’ammontare dei dividendi distribuiti e dal peso specifico di ciascun titolo all’interno dell’indice.

In sintesi, nelle giornate di “Dividend Day” o di stacco cedole, è normale osservare una flessione dell’indice FTSE MIB e degli altri indici coinvolti, che riflette esclusivamente l’uscita di capitale dovuta ai dividendi e non un reale peggioramento delle condizioni di mercato

La generosità delle banche

I dividendi sono in continua crescita tra le società di Piazza Affari, confermando così il buon momento della Borsa di Milano in termini di creazione di valore e l’importanza della componente delle cedole pagate dalle società quale elemento positivo e determinante per la performance complessiva di Piazza Affari.

In questo 2025, le 110 società seguite dalla Research di WebSim Intermonte distribuiranno 41,1 miliardi di euro di dividendi, il 13% in più del 2024 e la sim prevede che nel 2026 “si dovrebbe salire ulteriormente, arrivando a quasi 44 miliardi di euro, il 7% in più”.

Particolarmente importante risulta il contributo delle cedole pagate dalle banche. Grande protagonista è UniCredit: dopo gli oltre tre miliardi del 2024, si sale a 3,7 miliardi del 2025 e a 4,8 miliardi del 2026. Migliora anche il dividend yield: è stato poco meno del 4% nel 2024, si avvicina al 5% quest’anno e arriva al 6,3% nel 2026.

Bene anche Intesa Sanpaolo, che dovrebbe distribuire quest’anno oltre sei miliardi di euro in dividendi, circa 650 milioni in più del 2024: l’anno prossimo si sale a 6,6 miliardi. Il dividend yield arriva a sfiorare l’8%, da 7,2% del 2025.

Segue Banco Bpm che quest’anno consegna ai propri azionisti 1,536 miliardi di euro in dividendi, quasi il doppio del 2024: il generoso 10,1% di rendimento, dovrebbe aiutare a scordare gli esercizi con dividendi mini o addirittura a zero.

Infine,dopo il salvataggio e il rilancio, Banca Monte Paschi è tornata nel 2024 a pagare un dividendo e l’anno scorso sono arrivati agli azionisti 315 milioni in cedole: quest’anno la torta è tre volte più grande e il dividend yield sale all’11%.

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