Economia cinese: le prospettive di crescita

I timori per il rallentamento dell'economia cinese si sono focalizzati sui problemi dell'immobiliare e del manifatturiero.
A cura di Zhennan Li, Senior Economist Greater China presso AllianceBernstein
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Frena il Pil cinese
La crescita economica della Cina è sprofondata nel terzo trimestre, perdendo tre punti rispetto al trimestre precedente e passando da +7,9% a 4,9%.
Il Paese del Dragone, un tempo motore della crescita mondiale, oggi non sembra essere interessato solo alla crescita, ma anche ad altri obiettivi come stabilità finanziaria e sostenibilità ambientale.
“Anche gli investitori consapevoli dei nuovi obiettivi del governo di Pechino potrebbero non apprezzarne completamente le implicazioni o non comprendere i possibili collegamenti tra le diverse componenti del quadro politico generale”, spiega Zhennan Li, Senior Economist Greater China presso AllianceBernstein.
I fattori di crescita organici sono modesti
Il rallentamento degli ultimi mesi è stato causato da una serie di fattori, tra cui una nuova ondata di Covid, a cui si sono aggiunte una serie di inondazioni che hanno distrutto aziende, case e campi coltivati. I mercati, tuttavia, hanno catalizzato la loro attenzione essenzialmente sulla crisi Evergrande con i successivi interventi normativi nell'immobiliare e sui limiti all’uso di energia nel comparto manifatturiero.
Se immobiliare e manifatturiero sono stati i propulsori dell’economia cinese nella fase di crescita senza se e senza ma, oggi vanno inseriti in un quadro politico più ampio che consideri prioritari, oltre alla crescita, la stabilità finanziaria e la sostenibilità ambientale. Gli obiettivi di crescita del PIL sono ora più realistici, inoltre “non richiedono più alle autorità di stimolare un’espansione superiore a quella desiderata in alcuni settori (quali l’immobiliare o le infrastrutture), come accadeva in passato quando gli obiettivi del PIL erano superiori al trend e rigidi”, spiega l’esperto.
Le prospettive di crescita generali per il prossimo anno dipenderanno maggiormente fattori di crescita organici, come i consumi delle famiglie e gli investimenti privati. Tuttavia, come suggerito da un tasso di risparmio ancora elevato, le famiglie hanno pochi incentivi a consumare. Al contempo, gli alti prezzi delle materie prime hanno eroso i profitti e generato incertezza sul fronte degli investimenti.
L’obiettivo di crescita rimane importante
Guardando i primi sei mesi dell’anno, l'obiettivo di crescita superiore al 6% fissato per quest’anno dal governo è stato ampiamente superato, ma secondo l’esperto di AllianceBernstein, questo non significa che Pechino accetterà una modesta espansione congiunturale per il resto dell’anno. “Se i tassi di crescita congiunturale del terzo e quarto trimestre 2021 si rivelassero bassi, sarebbe difficile per i policymaker conseguire gli obiettivi di espansione del prossimo anno, a meno di non riuscire a generare nel 2022 una crescita congiunturale del PIL nettamente superiore al trend”.
Le autorità continueranno a sostenere la crescita, ma chiaramente non faranno affidamento al settore immobiliare. “Crediamo che il sostegno alla crescita proverrà da numerose leve politiche, la più importante delle quali sarà un’espansione fiscale tramite l’accelerazione della spesa messa a bilancio e l’emissione da parte delle autorità locali dei cosiddetti “special bond”, che finanziano gli investimenti pubblici”.
Li ritiene inoltre che la People’s Bank of China manterrà i tassi ufficiali invariati sugli attuali livelli moderati e continui a fornire liquidità in modo mirato alle piccole medie imprese. Per quanto una maggiore enfasi sulle misure cicliche sarebbe utile alla crescita, gli esperti di AB ritengono improbabile uno stimolo in grande scala.
Considerato lo scenario, “è plausibile un rimbalzo congiunturale del PIL nel quarto trimestre 2021, mentre nel 2022 il tasso di espansione dovrebbe collocarsi in prossimità del livello potenziale (il tasso al quale l’economia può crescere nel medio periodo senza generare un eccesso di inflazione)”.
Crescita, ma di qualità
La volontà di Pechino è perseguire una crescita di alta qualità ed è in questa direzione che si muovono le recenti attività normative del governo e la promozione della “prosperità comune”.
Quest’ultima è stata da molti intesa come una ricerca di uguaglianza sociale a scapito della crescita, ma in realtà mira a ottenere un aumento del reddito pro-capite e una riduzione della disuguaglianza, dato che una delle cause del basso tasso di consumo in Cina è da ricercarsi nelle crescenti disuguaglianze. Nel tempo, spiega l’esperto, “la politica di prosperità comune potrebbe contribuire ad attenuare queste disparità economiche, con ricadute positive sui consumi delle famiglie, uno dei fattori di crescita organici che abbiamo citato prima”.
In ultimo, Li si sofferma sui recenti interventi nei settori dell’istruzione e della tecnologia, percepiti come sfavorevoli per i mercati azionari e obbligazionari e per la crescita a breve termine. “Tuttavia, fanno parte di una strategia a lungo termine per promuovere una crescita di alta qualità eliminando le distorsioni del mercato, e come tali vanno interpretati”, conclude l’esperto di AB.
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