Economia Usa, gli aumenti dei tassi sono al capolinea?


L’inflazione USA cala più delle attese, e i mercati stanno scontando una probabilità dell'87% che la FED non alzi i tassi alla prossima riunione prevista tra un mese. Tuttavia, dall’economia provengono ancora segnali contrastanti, a cominciare dall’inflazione core.


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Due dati USA importanti attesi per oggi alle 14:30. La produzione industriale MoM di aprile (stima +0,3% contro -0,5% di marzo) e la richiesta dei sussidi settimanali alla disoccupazione (stima 245k contro 242k della scorsa settimana).

Ieri la seconda lettura dell’inflazione YoY di aprile della Germania non ha riservato sorprese, confermando il dato del 7,2%. In flessione invece rispetto alle attese e i dato di marzo, l’inflazione USA di aprile (4,9% contro 5% atteso).

E’ la prima volta che negli ultimi due anni la crescita dei prezzi frena al di sotto del 5%. I costi delle abitazioni hanno contribuito maggiormente all'aumento mensile, seguiti dagli aumenti dell'indice delle auto e dei camion usati e dell'indice della benzina. Potrebbe essere la prova che la FED stava aspettando? Ovvero che gli aumenti dei tassi di interesse stanno finalmente avendo l'effetto previsto e quindi la politica monetaria restrittiva è arrivata al capolinea? La prossima riunione della Fed è tra un mese e i mercati stanno scontando una probabilità dell'87% che la FED non alzi i tassi. Ci sono tuttavia ancora segnali contrastanti e di allarme per l'economia.

In prima battuta, il dato dolente sta nell'inflazione core che, sebbene in linea con le stime degli analisti, è aumentata in aprile del 5,5% su base annua. E questo ovviamente non piace alla FED. Così come non piace alla FED la crescita del 7,7% dei prezzi medi dei prodotti alimentari, nonostante l’ottavo mese di crescita più lenta. Aziende alimentari come PepsiCo, Nestlé e Unilever hanno affermato nei loro rapporti sugli utili più recenti di aver continuato ad aumentare i prezzi.

Non dimentichiamo però che l'obiettivo dichiarato della FED di riportare l'economia a un tasso di inflazione del 2%, appare ancora lontano e, come abbiamo più volte messo in luce, il vero scoglio sarà proprio l’ultimo miglio. Questo significa che probabilmente ci vorranno ancora molti mesi prima che la banca centrale raggiunga tale obiettivo.

L'economia USA è una macchina enorme e complessa, quindi ci vuole tempo perché gli aumenti dei tassi di interesse ne rallentino in modo significativo la crescita. Alla sua conferenza stampa della scorsa settimana, Powell non ha del tutto escluso esplicitamente ulteriori aumenti dei tassi alle riunioni della banca centrale di questa estate, stroncando anche le aspettative di un taglio dei tassi quest'anno, affermando che "non è nelle nostre previsioni".

Crediamo che l’economia USA, per quanto possa sembrare strano, possa essere surriscaldata da una domanda di beni e servizi che fatica a contrarsi. Domanda sostenuta dalla forza del mercato del lavoro, le cui retribuzioni orarie medie sono aumentate del 4,4% negli ultimi 12 mesi. È una buona notizia sulla carta, ma pagare più soldi ai lavoratori di solito significa che i datori di lavoro aumenteranno i prezzi di beni e servizi, che alla fine vengono trasmessi ai consumatori.

L’attenzione della FED è anche rivolta a come si comporta l'inflazione nel settore dei servizi, dove gli aumenti dei prezzi possono diventare appiccicosi e non diminuire così rapidamente, perché sono più fortemente legati alla crescita dei salari dei lavoratori. La metrica dell'inflazione dei servizi supercore che esclude gli alloggi è decelerata ad aprile al 5,2% su base annua, ancora troppo.

Da un punto di vista economico, riteniamo che sia necessaria una maggiore distruzione della domanda. Detto in altri termini, che i consumatori riducano le loro spese anche dopo che i prezzi siano diminuiti per ridurre drasticamente l'inflazione.

C’è tuttavia una categoria di beni al di fuori del controllo della FED: i prezzi dell’energia e in particolare del gas. Grazie a un taglio della produzione da parte dell'OPEC, il mese scorso sono aumentati. L’effetto è stato un ambiente persistentemente inflazionistico che continua a tormentare l'economia. Tra i picchi della benzina, del cibo e dei prezzi delle case, da molti mesi non mancano fonti di aggravamento associate all'inflazione. Questa tensione si sta allentando ma non ancora del tutto scomparsa.

Nonostante le crescenti preoccupazioni per il benessere delle famiglie americane, i dati recenti mostrano che i tassi di risparmio sono aumentati per due trimestri consecutivi, mentre un recente sondaggio è emerso che le percezioni dei consumatori sulla loro attuale situazione finanziaria sono effettivamente migliorate ad aprile. E questo è inevitabile che si traduca in una domanda continua e quindi in aumenti dei prezzi.

Tra oggi e il meeting di giugno, la FED otterrà ulteriori letture su inflazione, alloggi, produzione e mercato del lavoro. Riteniamo che la FED per il momento manterrà i tassi dove sono fino alla fine dell'anno.

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