Economia USA senza cedimenti, ridotte le attese per un nuovo taglio da 50 pb

Il report sul lavoro di settembre diffuso oggi ha mostrato maggiori non-farm payrolls del previsto e una nuova discesa del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, rafforzando ancora l’idea dell’atterraggio morbido.
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Economia USA resiliente
Un’economia ancora resiliente che rafforza le prospettive di un atterraggio morbido e riduce le previsioni di un nuovo maxi taglio da 50 punti base per i tassi di interesse della Federal Reserve nel corso della prossima riunione di novembre.
I dati diffusi oggi hanno mostrato che nel mese di settembre il saldo delle buste paga nei settori non agricoli, le famigerate non-farm payrolls, è stato positivo per 254 mila unità superando le 147 mila previste e le 142 mila di agosto. Il tasso di disoccupazione della prima economia risultato in calo al 4,1% (4,2% atteso) mentre l’incremento delle retribuzioni medie orarie è risultato dello 0,4%, oltre lo 0,3% previsto e leggermente inferiore il +0,5% della precedente rilevazione.
L’analisi degli esperti
Ci sarà un altro rapporto sull'occupazione prima che la Fed decida sui tassi il mese prossimo, “ma al momento non può certo sembrare un taglio di 50 punti base” secondo Chris Anstey di Bloomberg
“A prima vista si tratta di un solido rapporto sull'occupazione e allevierà le preoccupazioni che il mercato del lavoro si stia indebolendo più velocemente del previsto”, scrive Enda Curran su Bloomberg, ritenendo che comunque “questi dati non si appoggiano ad una mossa di 50 pb a novembre”.
“È stato un po' un flop”, secondo Cameron Crise, macro strategist, in quanto i dati sul lavoro “sembrano super-forti su tutta la linea, con una crescita dell'occupazione a settembre superiore alle attese, grandi revisioni rispetto ai due mesi precedenti, un basso tasso di disoccupazione e una crescita salariale superiore alle attese. Molto piccante, davvero”.
Mentre “questo non conferma certamente le prospettive di un taglio dei tassi di interesse di 25 bp il mese prossimo, lo rende una prospettiva più probabile, anche se i prezzi dovrebbero diventare rigidi intorno ai 28 bp per la riunione”.
"La domanda per i mercati ora non è se la Fed ridurrà i tassi a causa di questi dati, ma piuttosto se taglierà solo altri 50-100 punti base invece dei 200 pb che erano stati preventivati prima di questo rapporto. Alla luce di questi dati, è improbabile che i tagli di 50 punti base a breve termine vengano nuovamente prezzati sul mercato in tempi brevi", prevede Joseph Richter di Bloomberg Intelligence.
La reazione di Wall Street
La diffusione del report sul lavoro ha spinto in alto Wall Street e i future sul Nasdaq acceleravano guadagnando un +0,60%, seguiti dai contratti sullo S&P500 (+0,40%) e da quelli sul Dow Jones (+0,20%).
I rendimenti dei titoli del Tesoro balzavano del 3,8% al3,9 3,855% e il decennale USA saliva di oltre il 2% al 3,945%.
Il dollaro balza nei confronti dell’euro rafforzando il suo periodo positivo e la coppia EUR/USD scende (-0,50%) a 1,0966, trascinando al ribasso (-0,70%) l’oro, scambiato a 2.660 dollari l’oncia.
Secondo lo strumento FedWatch di CME Group, le probabilità di una riduzione di 25 punti base nella riunione di novembre della Fed cresciute all’87,6% rispetto al 69,5% precedente il dato di oggi e al 46,7% di una settimana fa, riducendo notevolmente dunque le attese per un nuovo maxi taglio da 50 pb.
Notizie societarie e pre market USA
Rivian Automotive (-7%): ha tagliato le previsioni di produzione annuale e si aspetta una produzione per l'intero anno compresa tra 47.000 e 49.000 veicoli rispetto alla precedente attesa di 57.000.
Spirit Airlines (-30%): è in trattativa con i creditori per una richiesta di fallimento sulla scia della sua fallita fusione con JetBlue Airways, secondo quanto riportato ieri dal Wall Street Journal.
Pennant Group (+4%): ha annunciato ieri un'offerta di 3,5 milioni di azioni a 31 dollari per un ricavo lordo di 108,5 milioni di dollari.
Raccomandazioni analisti
Apple
UBS: ‘neutral’ e prezzo obiettivo confermato a 236 dollari.
Tesla
JPMorgan Chase: ‘sell’ e target price incrementato da 115 USD a 130 dollari.
Guggenheim: ‘sell’ e prezzo obiettivo aumentato a 153 USD dai precedenti 134 dollari.
PepsiCo
Barclays: ‘neutral’ e target price ridotto da 187 a 186 dollari.
Intel
Deutsche Bank Securities: ‘neutral’ e prezzo obiettivo tagliato da 27 a 25 dollari.
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