Eni alza la guidance e conferma il dividendo

L’utile operativo del terzo trimestre è risultato superiore alle attese degli analisti, risultato arrivano nonostante uno scenario di mercato definito “sfidante” dall’ad del gruppo.
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La nuova guidance di Eni
Previsioni sul 2025 rialzate e dividendo confermato per Eni nonostante l’effetto negativo derivante dal calo dei prezzi delle materie prime e del dollaro statunitense.
Ora la società si attende un Cffo adjusted di gruppo in aumento a circa 11,5 miliardi di euro con un incremento di 0,5 miliardi rispetto alla previsione iniziale. Inoltre, le iniziative di cassa e le altre misure organiche sono attese generare fino a 3 miliardi di liquidità, in aumento rispetto alla previsione iniziale di 2 miliardi, e l'Ebit proforma adjusted di GGP è visto in crescita a circa 1 miliardo da una previsione iniziale di 0,8 miliardi.
Confermati i ritorni previsti per gli azionisti nel 2025, con un aumento del dividendo del 5% a 1,05 euro per azione e l'esecuzione di un programma di riacquisto azioni da almeno 1,5 miliardi. La messa in pagamento della prima tranche del dividendo 2025 pari a 0,26 euro per azione è prevista il 24 settembre 2025 (record date 23 settembre). Ribaditi, inoltre, gli investimenti lordi ad un valore inferiore a 8,5 miliardi, in riduzione rispetto alla previsione iniziale di circa 9 miliardi, mentre quelli netti sono attesi inferiori a 6 miliardi rispetto alla previsione iniziale di 6,5-7 miliardi. È confermata la previsione della produzione di petrolio e gas a 1,7 milioni di boe/giorno, in linea con le assunzioni iniziali. Nel terzo trimestre la produzione è prevista nell'intervallo di 1,7 - 1,72 milioni di boe/giorno.
Il gruppo conferma anche l’outlook per Enilive e Plenitude: l'Ebitda proforma adjusted dell'anno è previsto rispettivamente pari a circa 1 miliardi e superiore a 1,1 miliardi; la capacità rinnovabile installata è prevista a fine anno ad oltre 5,5 GW (Plenitude @100%) mentre la capacità di bioraffinazione a 1,65 MTPA, alla quale si aggiunge 1 Mtpa in costruzione.
I numeri del trimestre
L’utile operativo proforma adjusted è sceso del 35% nel secondo trimestre 2025 a 2,681 miliardi, l'utile netto adjusted di competenza degli azionisti è pari a 1,134 miliardi ed è in calo del 25%. Gli analisti si aspettavano un calo maggiore a 0,93 miliardi, secondo il consensus elaborato dalla società.
L’indebitamento finanziario netto ante lease liability è sceso a giugno a 10,2 miliardi, in riduzione di circa 2 miliardi rispetto a fine 2024. Il leverage (rapporto tra indebitamento finanziario netto ante lease liabilities e patrimonio netto) si attesta al 19% dal 22% di un anno prima. Su base proforma, scenderebbe al 10% considerando le operazioni di cessione in corso, in particolare la proposta di investimento del 20% da parte del fondo di private equity Ares in Plenitude.
Barclays conferma la raccomandazione overweight e il prezzo obiettivo a 17,5 euro sul titolo Eni. I conti del gruppo per il secondo trimestre hanno mostrato un risultato netto adjusted del 22% superiore al consenso, spiegano gli analisti.
A Piazza Affari, intanto, le azioni Eni aprono la seduta odierna leggermente sopra la parità, toccando un massimo di 14,48 euro, per poi virare in negativo (-0,30%) in linea con l’andamento odierno del FTSE MIB.
“Eccellenti” risultati secondo Descalzi
“La costante attenzione con la quale Eni continua ad attuare la propria strategia ha determinato gli eccellenti risultati del secondo trimestre 2025”, secondo Claudio Descalzi, ad di Eni, arrivati “nonostante uno scenario di mercato sfidante, il modello di business Eni conferma robustezza e flessibilità”.
“La rigorosa disciplina finanziaria, un portafoglio sempre più solido e il contenuto prezzo di pareggio dei progetti sostengono il modello assicurando una strategia di crescita autofinanziata” e “al tempo stesso, continuiamo a generare valore per gli azionisti, con la più forte struttura patrimoniale mai registrata”, prosegue il manager.
Nel trimestre “abbiamo continuato a generare crescita e valore in tutti i nostri business”, e “nonostante l’evoluzione sfavorevole del cambio EUR/USD, abbiamo mantenuto un rapporto d’indebitamento proforma estremamente contenuto a 0,10, limite inferiore dell’intervallo da noi dichiarato”, aggiungeva.
Per il futuro, “riteniamo che la nostra solida posizione finanziaria, la strategia distintiva e differenziata e la capacità di rimanere flessibili e rapidi, continueranno a concorrere al nostro posizionamento ottimale per affrontare la volatilità di questa fase di mercato e per continuare ad assicurare competitivi ritorni ai nostri azionisti”, concludeva Descalzi.
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