Ericsson, attese deluse e scarsa visibilità sul futuro

I dati del primo trimestre del gruppo mostrano un utile netto attribuibile agli azionisti inferiore alle previsioni e la ripresa è vista arrivare solo nella seconda metà di un anno definito “incerto” dal management svedese.
Delusione Ericsson
Doppia delusione per Ericsson dopo che il gruppo svedese delle tlc ha diffuso i dati sul primo trimestre dell’anno, comunicando utili inferiori alle attese e prospettive ancora negative per il futuro.
Risultati che hanno attirato forti vendite sul titolo Ericsson alla borsa di Stoccolma dove cede oltre il 5% nelle prime due ore e scende sotto quota 60 corone svedesi, ai minimi da fine marzo scorso.
La società ha riportato un utile netto attribuibile agli azionisti di 1,52 miliardi di corone svedesi, nettamente inferiori ai 2,94 miliardi dello stesso periodo del 2022.
Inoltre, gli utili operativi (Ebit) trimestrali sono scesi a 3 miliardi di corone svedesi rispetto ai 4,7 miliardi dello scorso anno, risultati inferiori anche alla previsione media degli analisti, pari a 3,28 miliardi (dati Refinitiv).
Invariate le vendite organiche di gruppo su base annua, mentre quelle del segmento Networks sono calate del 2% a seguito di minori spese in conto capitale degli operatori e dall’ottimizzazione dell’inventario tra più clienti.
Scarsa visibilità
Oltre alla delusione per i risultati comunicati questa mattina, a indebolire il titolo sono state le previsioni per i prossimi mesi, nel corso dei quali la società continua a ritenere il 2023 come un anno “incerto e con scarsa visibilità”, con il secondo trimestre caratterizzato da operatori ancora “cauti negli investimenti in conto capitale”, ancora intenti “ad adeguare le scorte”, secondo le parole del Ceo Borje Ekholm.
Questa dinamica “sarà in gran parte compensata dalla crescita dei grandi progetti di roll-out che, come abbiamo già detto, a breve termine avranno un effetto diluitivo sul margine lordo”, aggiungeva il manager, dichiarandosi “fiducioso circa una traiettoria di crescita a lungo termine e ci aspettiamo che il rallentamento registrato nel primo trimestre, dovuta al calo del mercato, continui nel Q2”, mentre per il secondo trimestre “il margine Ebitda del gruppo dovrebbe raggiungere “un livello a una cifra media”.
Riduzione dei costi
Il recupero dovrebbe arrivare “nella seconda metà del 2023”, seppur “graduale”, in quanto la società si attende “la fine dell’adeguamento delle scorte”, mentre le attività di riduzione dei costi decisi nei mesi passati “inizieranno a migliorare il conto economico”.
La società aveva annunciato a febbraio il licenziamento di 8.500 dipendenti, con l’obiettivo di arrivare a risparmiare 2 miliardi di corone di costi, portando così la riduzione delle spese per l’intero anno a 11 miliardi di corone.
A questo proposito, la multinazionale stima che, data la portata più ampia e i programmi più costosi in Europa, gli oneri di ristrutturazione potrebbero ammontare a circa 7 miliardi di corone svedesi (618 milioni di euro) per l’anno, di cui più della metà dell'impatto nel secondo trimestre dell'anno, mentre nel 2024 gli oneri di ristrutturazione dovrebbero normalizzarsi a circa lo 0,5% delle vendite.
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